•Capitolo 39•

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~•Sky•~

É stato difficile il primo giorno, e metà giornata della seconda. In realtà dovevamo andare a visitare Sandbridge Beach.
Invece ho preferito rimanere a rilassarmi e fare il giro della casa, oziare in piscina.
Ciò che non mi aspetto é di veder tornare anche Jackson, prima del previsto, il che rende tutto più complicato.
Mi mette in subbuglio. Scombussola al tal punto, che vorrei dileguarmi io per non cedere.

Lo vedo dirigersi verso la piscina, e sfilarsi la maglia per lanciarla a terra, mettendosi comodo sulla sdraio.
Come minimo adesso dovrei seppellirmi sotto l'acqua, e dubito mi abbia notato.
Sarebbe già accorso a sfottermi, e attentare alla mia vita con una delle sue frasi sporche, che tanto adoro.

Sguazzo nell'acqua limpida e piena di cloro, lasciando che mi accarezzi sinuosamente ogni centimetro del mio corpo immerso.
Non so se mi sta guardando da dietro le sue lenti a specchio dei Ray-Ban, o stia solo facendo un pisolino, rilassandosi in quella posa dannatamente erotica.

I bicipiti gonfi e ambrati, sono tirati per la posizione delle sue braccia sollevate in alto, e i polsi dietro la testa come un cuscino.
Quello slip nero che risplende alla luce di questo sole abbagliante e cocente, come lui stesso é.
Mi abbaglia e mi incanto nell'osservare le linee precise e scolpite, che forgiano il suo corpo, come se fosse stato inciso con lo scalpo, su una pietra liscia.
Le gambe muscolose e toniche, leggermente divaricate, che mi lasciano quello spicchio giusto a scorgere i suoi testicoli, racchiusi all'interno.

E mi perdo totalmente. Perdo me stessa, come mi perdo nell'acqua.
Sento i capezzoli inturgidirsi, iniziare a svettare in alto gloriosi, che puntano verso di lui.
Si tendono sotto lo strato del triangolino, gonfi e vogliosi di essere braccati e palpati da quelle sue mani forti, ruvide, per lo sforzo degli allenamenti.
Immagino il suo pollice squadrato, sfiorarmi un capezzolo, e annego un ansimo nell'acqua, che mi copre ora fino all'arco di cupido, formando piccole bolle sulla superficie.

Convinta che lui non possa capire i miei pensieri, se mi nascondo sotto questo strato trasparente e luminescente dato dai raggi focosi.
Ma é il mio corpo ad ardere, come un focolare.

Mi tiene nel suo pugno di ferro duro, e neanche lo sa.
Odio sentirmi così. Odio di più lui. Avevo stipulato un patto con il mio corpo e la mia mente, e lui é riuscito a farmelo sciogliere.

Il mio corpo sarà tuo. La mia mente non sarà schiava del tuo pensiero.
Il mio cuore non galopperà per raggiungere il tuo inarrivabile e dal colore dell'onice.

Quanto mi sbagliavo allora. Perché la mia mente é intasata da ogni cosa che lo riguarda.
I miei occhi sondano, e la mente ricorda ogni sua linea, anche quando é vestito.
Ogni sua movenza, quando non lo vedo.
Il suo profumo, quando non lo sento, e lo cerco come una drogata in astinenza.
Ogni suo tocco, quando sono le mie mani a farlo, rievocando le sue.
E il mio cuore, che tuona e mi turba, raggiungendo i miei timpani che vibrano, da quanto lo sento battere impetuoso.

Decido che per oggi, voglio vincere io.
Lo voglio schiavizzare. Voglio fargli rimanere impresso nelle membra il mio sapore. Il mio odore. Sul palato. Nell'olfatto. Nel tatto.
Nel suo udito, la mia voce filante e smaniosa, come lui ha infettato il mio con quella sua nota roca e graffiata.
Mi ha inferto tagli netti e precisi, come il miglior aguzzino.

Un sorriso malizioso, stende i tratti del mio volto, gonfiandomi appena in alto gli zigomi.
Sento l'acqua palpare e scivolare sulle mie labbra, mentre emergo lentamente in superficie.
Lenta. Pragmatica.

Mi vedi Jackson? O stai fingendo?
Tra poco non m'ignorerai più.
Io lo so, e forse anche te.
Puoi captare i miei pensieri?
Tu lo sai, io ho paura di sapere la risposta al mio quesito.

•Death Silent•      1 Vol. Serie "Fight without rules" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora