Tappeti antichi

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CITTÀ DI CENERE - cap.1 "La freccia di Valentine"

Jace abbassò la cerniera e si tolse la giacca, lanciandola su uno dei ganci fissati al muro. Alec, che gli sedeva accanto sulla panca di legno, si liberò scalciando degli stivali incrostatati di melma. Canticchiava sottovoce, stonando, per far capire a Jace che non era poi così seccato. Isabelle si sfilava le forcine e lasciava ricadere i suoi lunghi capelli neri. «Ho una fame!»  disse. «Vorrei che la mamma fosse qui per cucinarci qualcosa.»
«Meglio di no» osservò Jace sfibbiandosi la cintura delle armi. «Starebbe già strepitando per il fango sui tappeti.»
«Proprio così» disse una voce gelida, e Jace, le mani ancora sulla cintura, si girò di scatto. Maryse Lightwood era in piedi sulla soglia, a braccia conserte. Indossava un rigido vestito da viaggio nero, e aveva i capelli, neri come quelli di Isabelle, raccolti in una spessa treccia che le penzolava a metà della schiena. I suoi occhi, di un azzurro glaciale, scivolarono sui tre come un riflettore antiaereo...
«Mamma!» Isabelle, riacquistando il controllo di sé, corse ad abbracciarla. Alec si alzò e le raggiunse, cercando di nascondere che zoppicava ancora.
Jace rimase dov'era. Quando gli occhi di Maryse l'avevano sfiorato, aveva notato qualcosa che l'aveva inchiodato sul posto. Eppure non aveva detto niente di così tremendo, no? Scherzavano in continuazione sulla sua ossessione per i tappeti antichi...

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