CITTÀ DI CENERE - cap.14 "Senza paura"
Per arrivare alla stanza degli ospiti Clary doveva passare per la cucina, dove trovò Maia seduta con aria infelice su uno sgabello vicino al piano di lavoro. «Clary» disse saltando giù dallo sgabello. «Posso parlarti un secondo?»
«Sto andando nella mia stanza a prendere una cosa...»
«Senti, mi dispiace per quello che è successo con Simon. Ero fuori di me.»
«Ah, sì? E che mi dici di tutti quei discorsi sul fatto che i lupi mannari sono destinati a odiare i vampiri?»
Maia sbuffò esasperata. «È così, ma... immagino di non dover bruciare le tappe.»
«Non spiegarlo a me, spiegalo a Simon.»
Maia diventò di nuovo paonazza, le guance di un rosso acceso. «Dubito che voglia parlarmi.»
«Non è detto. È piuttosto incline al perdono.»
La lupa mannara la guardò più attentamente. «Non per ficcare il naso, ma voi due state insieme?»
Clary sentì che adesso toccava a lei coprirsi di rossore e ringraziò le sue lentiggini che lo nascondevano almeno un po'. «Perché vuoi saperlo?»
Maia fece spallucce. «La prima volta che lo incontrai mi parlò di te come della sua migliore amica, ma la volta dopo ti chiamò "la mia ragazza". Mi chiedevo se è una cosa a intermittenza.»
«Una specie. All'inizio eravamo solo amici. È una lunga storia.»
«Capisco.» Il rossore di Maia era svanito e le era ricomparso sul viso il sogghigno da tipa tosta. «Be', sei fortunata, tutto qui. Anche se adesso è un vampiro. Essendo una Cacciatrice, devi essere piuttosto abituata a ogni genere di stramberia, perciò scommetto che la cosa non ti turbi più di tanto.»
«Mi turba eccome» disse Clary più bruscamente di quanto volesse. «Io non sono Jace.»
Il sogghigno si allargò. «Nessuno lo è. E ho la sensazione che lo sappia anche lui.»
«E questo cosa dovrebbe significare?»
«Oh, sai, Jace mi ricorda un mio vecchio ragazzo. Ci sono tizi che ti guardano come se volessero fare sesso. Jace ti guarda come se aveste già fatto sesso e fosse stato magnifico e adesso foste solo amici... anche se tu vorresti di più. Fa impazzire le ragazze. Capisci cosa intendo?»
Sì, pensò Clary. «No» disse.
«Immagino, visto che sei sua sorella. Dovrai credermi sulla parola.»
«Ora devo andare.» Clary aveva quasi oltrepassato la porta della cucina, quando le venne in mente qualcosa e si girò. «Che cosa gli è successo?»
Maia sbatté gli occhi. «Che cosa è successo a chi?»
«Al tuo vecchio ragazzo. Quello a cui ti fa pensare Jace.»
«Oh. È stato lui a farmi diventare una lupa mannara.»
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