CITTÀ DI VETRO - Epilogo "Nel cielo, tra le stelle"
Lei si girò e lo guardò. Era per metà nascosto nell'ombra e le luci allegre e colorate della festa gli disegnavano strani motivi sulla pelle. Clary ripensò alla prima volta che lo aveva visto: le aveva ricordato un leone, magnifico e mortale. Ora, invece, le sembrava diverso. Quell'armatura dura e protettiva che usava sempre era sparita: ora portava le sue ferite con orgoglio. Non aveva neppure usato lo stilo per cancellare gli ematomi dalla faccia, dalla mascella, dal collo. Ma agli occhi di Clary era sempre bellissimo, anche più di prima, perché adesso le sembrava più umano. Umano e reale.
«Sai» gli disse. «Aline diceva che forse non eri più interessato a me, ora che non è più proibito. Ora che, volendo, tu potresti stare con me. » Rabbrividì nel vestito leggero, stringendosi i gomiti con le mani. «È vero? Non sei più... interessato?»
«Interessato? Come se tu fossi... un libro, o una notizia? No, non sono per niente interessato. Sono...» S'interruppe, cercando a tentoni la parola giusta, come qualcuno cerca un interruttore nel buio. «Ti ricordi quello che ti ho detto tempo fa? Sul fatto che averti come sorella sembrava una specie di scherzo cosmico? Per me e per entrambi?»
«Mi ricordo.»
«Non ci ho mai creduto» disse Jace. «Voglio dire, ci credevo solo in un certo modo. Ho lasciato che questa idea mi portasse alla disperazione, ma non l'ho mai sentita veramente. Non ho mai sentito che tu eri mia sorella. I sentimenti che provavo per te non erano quelli che si dovrebbero avere per una sorella, ma non per questo non ti sentivo parte di me. Quello l'ho sempre sentito.» Vedendo l'espressione perplessa di Clary, Jace ebbe un moto d'impazienza. «Non lo sto dicendo nel modo giusto. Clary, ho odiato ogni secondo in cui ho creduto che tu fossi mia sorella. Ho odiato ogni momento in cui ho creduto che quello che sentivo per te implicasse qualcosa di profondamente sbagliato in me. Ma...»
«Ma cosa?» Il cuore di Clary batteva così forte che la stordiva.
«Ho visto il compiacimento di Valentine per quello che io provavo per te. Per quello che tu provavi per me. Ha usato i nostri sentimenti come un'arma contro di noi. E per questo l'ho odiato. Più che per qualsiasi altra cosa mi abbia fatto, è per questo che l'ho odiato e che mi sono rivoltato contro di lui. E forse è proprio di questo che avevo bisogno. Perché ci sono state delle volte in cui non sapevo se volevo seguirlo oppure no. È stata una scelta difficile, più di difficile di quanto non mi piaccia ammettere.» La sua voce era tesa.
«Una volta ti ho chiesto se avevo scelta» gli ricordò Clary. «E tu mi hai risposto che abbiamo sempre una scelta. Tu hai scelto di stare contro Valentine. Alla fine è stata questa la scelta che hai fatto, non importa quanto sia stata dura. L'importante è che tu l'abbia fatta.»
«Lo so» disse Jace. «Sto solo dicendo che penso di averla fatta, almeno in parte, per te. Da quanto ti ho incontrato, tutto quello che ho fatto è stato in parte anche per te. Non posso staccarmi da te, Clary: né il mio cuore, né il mio sangue, né la mia mente, né nessun'altra parte di me. Non posso e non voglio.»
«Non vuoi?» sussurrò Clary.
Jace fece un passo verso di lei. Il suo sguardo era fisso sul viso di Clary, come se non riuscisse a separarsene. «Ho sempre pensato che l'amore ci rendesse stupidi. Che ci rendesse deboli. Pessimi Cacciatori. Amare è distruggere. Ci credevo.»
Clary si mordicchiava il labbro, ma nemmeno lei riusciva a distogliere gli occhi dai suoi.
«Una volta pensavo che essere un buon guerriero significasse non voler bene a niente e a nessuno» disse Jace. «A me stesso, in particolare. Correvo tutti i rischi che potevo. Mi buttavo in bocca ai demoni. Credo di aver fatto venire un complesso ad Alec sulle sue capacità di guerriero solo perché lui ci teneva a restare vivo.» Jace fece un sorriso incerto. «E poi ho incontrato te. Tu eri una mondana. Eri debole. Non eri una Cacciatrice. Non avevi mai fatto l'addestramento. Ma ho visto quanto amavi tua madre, quanto amavi Simon... Ho visto che eri pronta ad andare all'inferno per salvarli. E di fatto sei entrata nell'hotel dei vampiri. Altri Shadowhunters, con anni di esperienza alle spalle, non ci avrebbero nemmeno provato. L'amore non ti rendeva più debole: ti rendeva più forte di chiunque io avessi mai conosciuto. E mi sono reso conto di essere io quello debole.»
«No!» Clary era sbalordita. «Tu non sei debole!»
«Forse non più.» Fece un altro passo avanti. «Adesso era abbastanza vicino da poterla toccare. «Valentine non voleva credere che avessi ucciso Jonathan» le disse. «Non voleva crederci perché, dei due, io ero quello debole, e Jonathan quello meglio addestrato. Giustamente, avrebbe dovuto essere lui a uccidere me. E c'è mancato poco. Ma io pensavo a te e ti vedevo là con me, con estrema chiarezza, come se mi fossi davanti agli occhi, come se mi stessi guardando. E sapevo che volevo vivere, lo volevo più di ogni altra cosa. Se non altro, per poter rivedere il tuo viso un'altra volta.»
Clary avrebbe voluto muoversi, avvicinarsi a lui, toccarlo, ma non ci riusciva. Le braccia, lungo i fianchi, sembravano congelate. Il volto di Jace era vicino al suo, così vicino che Clary si vedeva riflessa nelle sue pupille.
«E adesso ti sto guardando» le disse Jace. «E tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti. Come se potessi essere disposto ad abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte. Non ho mai osato dare tanto di me a nessuno, prima d'ora. Poche briciole ai Lightwood, a Isabelle e ad Alec, e mi ci sono voluti anni... Ma, Clary, dalla prima volta che ti ho vista, io ti sono appartenuto completamente. Ed è ancora così. Se tu mi vuoi.»
Per un altro mezzo secondo Clary rimase immobile. Poi lo afferrò per la giacca e lo attrasse a sé. E le braccia di Jace si chiusero intorno a lei, quasi sollevandola. E poi Jace la baciò... o lei baciò lui, non era ben sicura, ma non era importante. Le labbra di Jace sulle sue erano elettricità pura. La mani di Clary si aggrapparono alle sue braccia, stringendolo più forte a sé. Sentire il cuore di Jace battere attraverso la maglietta le diede uno stordimento di gioia.
Il cuore di nessun altro batteva come quello di Jace e mai avrebbe potuto.
Jace la lasciò andare e Clary si ritrovò senza fiato. Si era dimenticata di respirare. Lui le prese il volto tra le mani, tracciando con le dita la linea dei suoi zigomi. Ora c'era di nuovo la luce nei suoi occhi, vivida come era stata al lago, con in più un pizzico di malizia. «Ecco fatto» disse Jace. «Non è stato poi così male, no?, considerando che non era proibito...»
«Mi è capitato di peggio» rispose lei con una risata tremante.
«Sai» le disse Jace, chinandosi a sfiorare le sue labbra con un bacio lieve «se è la mancanza del proibito che ti preoccupa, puoi sempre proibirmi di fare certe cose.»
«Che tipo di cose?»
Clary lo sentì sorridere sulle sue labbra. «Cose come questa.»
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RandomMigliori frasi di •Shadowhunters - Città di Ossa •Shadowhunters - Città di Cenere •Shadowhunters - Città di Vetro !! ATTENZIONE !! PUÒ CONTENERE SPOILER