La runa dell'alleanza

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CITTÀ DI VETRO - cap.18 "Ave atque vale"

Due persone salirono i gradini del podio alle sue spalle. Uno era un cavaliere del Popolo Fatato: era alto e snello e aveva i capelli lunghi e scuri che gli ricadevano fitti su entrambi i lati del viso allungato. Indossava un'armatura bianca, a tunica, fatta di minuscoli dischi di solido metallo sovrapposti come le squame di un pesce. Gli occhi erano verdi come le foglie.
L'altra persona era Magnus Bane. Non sorrise a Clary, quando si fermò vicino a Luke. Indossava un lungo cappotto scuro, abbottonato fino alla gola, e i capelli neri erano lisciati all'indietro.
«Sembri così normale!» esclamò Clary fissandolo.
Magnus sorrise debolmente. «Ho sentito che avevi una runa da mostrarci» fu tutto quello che disse.
Clary guardò Luke, che annuì. «Oh, certo» rispose. «Mi serve solo qualcosa su cui scrivere, un pezzo di carta.»
«Te l'avevo chiesto, se ti serviva qualcosa!» protestò Jocelyn sottovoce, com'era tipico della mamma che Clary ricordava.
«Ho io della carta» intervenne Simon. Pescò un foglio dalla tasca dei jeans e lo passò a Clary. Era il volantino spiegazzato di un concerto della sua band, alla Knitting Factory, in luglio. Clary scosse la testa e lo girò sul retro. Quando la punta dello stilo avuto in prestito toccò la carta, si produssero piccole scintille e Clary temette per un momento che il volantino potesse bruciare. Ma le scintille si spensero. Clary si mise a disegnare, facendo del suo meglio per escludere tutto il resto: il rumoreggiare della gente e la sensazione di tutti gli sguardi fissi su di lei.
La runa era uguale a quella che aveva già disegnato: un motivo di linee ricurve che s'intrecciavano tra loro, protese sulla pagina come in attesa di un completamento che non c'era. Tolse la polvere dal goglio e la mostrò, sentendosi assurdamente come a scuola, quando doveva esporre una ricerca alla classe. «Questa è la runa» disse. «Richiede una seconda runa che la completi, per avere effetto. Una... compagna.»
«Un Nascosto e un Cacciatore. Le due metà che formano l'alleanza devono essere marchiate» spiegò Luke. Riprodusse la runa sul fondo del foglietto, lo strappò a metà e lo passò ad Amatis. «Comincia a far circolare la runa» le disse. «Spiega ai Nephilim come funziona.»
Con un cenno del capo, Amatis scese i gradini e svanì nella folla. Il cavaliere del Popolo Fatato la seguì con lo sguardo, scuotendo la testa. «Ho sempre saputo che solo i Nephilim possono sopportare i marchi dell'Angelo» disse, con una certa diffidenza. «E che noi altri, se dovessimo riceverne uno, potremmo impazzire, o persino morire.»
«Questo non è uno dei marchi dell'Angelo» gli spiegò Clary. «Non proviene dal Libro Grigio. È sicuro, te lo garantisco.»
Il cavaliere non sembrava molto convinto.
Con un sospiro, Magnus tirò su la manica e allungò il braccio a Clary. «Dai, forza!»
«Non posso» disse Clary. «Il Cacciatore che ti farà il marchio sarà il tuo compagno in battaglia. E io non posso combattere.»
«Lo spero!» esclamò Magnus. Poi guardò Luke e Jocelyn, che erano vicini, e disse: «Voi due. Forza, mostrate al cavaliere come funziona.»
Jocelyn batté le palpebre, sorpresa. «Come?»
«Presumo» replicò Magnus «che voi due sarete compagni in battaglia, dato che praticamente è come se foste sposati.»
Un acceso rossore salì al volto di Jocelyn, che evitò accuratamente di guardare Luke. «Non ho uno stilo...»
«Prendi il mio» si offrè Clary, porgendoglielo. «Forza, fagli vedere.»
Jocelyn si girò verso Luke, che sembrava preso completamente alla sprovvista. Luke allungò la mano prima che lei gliela potesse chiedere e Jocelyn gli marchiò il palmo con rapida precisione. Ma dovette tenergli fermo il polso, perché gli tremava la mano. Gli occhi di Luke erano posati su Jocelyn che tracciava la runa. Clary ripensò alla loro conversazione, a quando Luke le aveva parlato dei suoi sentimenti per Jocelyn, e sentì una fitta di tristezza. Chissà se sua madre si rendeva conto che Luke l'amava e chissà che cosa avrebbe detto, se l'avesse saputo.
«Ecco fatto.» Jocelyn allontanò lo stilo. «Finito.»
Luke alzò la mano a palmo in su e mostrò al principe del Popolo Fatato il vorticoso marchio nero al centro. «Soddisfatto, Meliorn?»
«Meliorn!» esclamò Clary. «Io ti conosco, vero? Uscivi con Isabelle Lightwood.»
Meliorn era quasi privo di espressione, ma Clary avrebbe giurato che fosse un tantino a disagio. Luke scosse la testa. «Clary, Meliorn è un principe della Corte Seelie. È molto improbabile che...»
«Certo che usciva con Isabelle!» intervenne Simon. «E lei l'ha pure piantato. O almeno così diceva che avrebbe fatto. Una bella botta, amico.»

[...]

Clary si piegò verso Magnus e a bassa voce gli disse: «Comunque, grazie. Per tutto quello che hai fatto per mia madre.»
Il sorriso storto di Magnus si allargò. «Credevi che non l'avrei fatto, vero?»
«Ho dubitato» ammise Clary. «Soprattutto perché, quando ci siamo incontrati a casa di Ragnor Fell, non mi hai nemmeno detto che Jace aveva portato Simon ad Alicante attraverso il Portale. Pensavi, che non fosse una notizia abbastanza interessante per me?»
«Che fosse troppo interessante per te» rispose Magnus. «Che avresti mollato tutto per correre alla Guardia. E io invece volevo che tu cercassi il Libro Bianco.»
«Sei senza cuore» disse Clary con rabbia. «Comunque ti sbagli, io non avrei...»
«Non avresti fatto ciò che chiunque avrebbe fatto? Ciò che io stesso avrei fatto, per una persona a cui tenevo? Non ti sto criticando, Clary. E se non te l'ho detto, non è stato perché pensavo che fossi troppo debole. Non te l'ho detto perché sei umana, e io conosco i modi d'agire degli uomini. Sono vivo da tanto tempo.»
«Come se tu non facessi mai niente di stupido perché provi dei sentimenti» commentò Clary. «A proposito, dov'è Alec? Perché non sei ancora andato a sceglierlo come compagno?»
Magnus sembrò ritrarsi. «Non mi permetterei mai di avvicinarlo, davanti ai suoi genitori, lo sai.»
Clary appoggiò il mento sulla mano. «Fare la cosa giusta perché si vuol bene a qualcuno a volte è una bella grana.»
«Hai proprio ragione» disse Magnus.

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