Maschi

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CITTÀ DI VETRO - Epilogo "Nel cielo, tra le stelle"

Qualche tempo dopo, scesero insieme la scalinata della Sala degli Accordi e tornarono nella piazza, dove la gente aveva iniziato a radunarsi in attesa dei fuochi d'artificio. Isabelle e gli altri avevano trovato un tavolo in un angolo e vi si erano assiepati, su panche e sedie. Quando Jace e Clary si avvicinarono al gruppo, Clary fece per sfilare la mano da quella di Jace... ma poi si fermò. Ora potevano tenersi per mano, se volevano. Non c'era niente di male. Il pensiero quasi le tolse il fiato.
«Siete qui!» esclamò Isabelle danzando verso di loro con un'espressione deliziata. Allungò a Clary il bicchiere con una bevanda fucsia che teneva in mano. «Assaggiane un po'.»
Clary lo guardò con sospetto. «Mi trasformerà in un roditore?»
«Dov'è finita la tua fiducia? Credo che sia succo di fragola» disse Isabelle. «Comunque, è buonissimo. Jace?» Offrì il bicchiere anche a lui.
«Io sono un maschio» le ricordò Jace. «E i maschi non bevono bibite rosa. Vattene, donna, e portami qualcosa di marrone.»
«Marrone?» Isabelle fece una smorfia.
«Il marrone è un colore da uomini» dichiarò Jace, tirando un ricciolo dei capelli di Isabelle con la mano libera.
«Infatti, guarda, lo sta indossando anche Alec.»
Alec si guardò la maglia con aria funerea. «Una volta era nera» rivelò. «Ma poi è sbiadita.»
«Potresti abbellirla con una bandana di lustrini» suggerì Magnus, offrendogli qualcosa di celeste e luccicante.
«Era solo un'idea.»
«Resisti alla tentazione, Alec.» Simon era seduto su un muretto basso accanto a Maia, che però sembrava impegnatissima a parlare con Aline. «Sembrerai Olivia Newton John in Xanadu
«C'è di peggio» »protestò Magnus.
Simon scese dal muretto e si avvicinò a Clary e Jace. Con le mani nelle tasche posteriori dei jeans, li osservò pensieroso per un lungo momento. Alla fine parlò.
«Mi sembri felice» disse a Clary. Poi spostò lo sguardo su Jace. «E buon per te che lo sia.»
Jace inarcò un sopracciglio. «Adesso viene la parte in cui mi dici che se la faccio soffrire tu mi uccidi con le tue mani?»
«No» disse Simon. «Se fai soffrire Clary, è capacissima di ucciderti da sola. Se possibile con un'ampia varietà di armi.»
Jace sembrò compiaciuto all'idea.
«Senti» gli disse Simon. «Volevo solo dirti che non c'è problema, se non ti sto simpatico. Mi basta che Clary sia felice e sarò contento anch'io.» Gli tese la mano e Jace sfilò la sua da quella di Clary e gliela strinse, con un'espressione divertita.
«Tu non mi stai antipatico» gli disse. «Anzi, proprio perché mi stai simpatico, voglio darti qualche consiglio.»
«Qualche consiglio?» Simon lo guardò con sospetto.
«Vedo che stai sfruttando con un certo successo questa storia del vampiro» gli disse Jace, indicando Isabelle e Maia con un cenno del capo. «E il tuo momento di gloria. Un sacco di ragazze vanno pazze per questa faccenda del non-morto dal cuore tenero. Ma se fossi in te, lascerei perdere l'altra storia del musicista. Il vampiro-rock è un'idea già sfruttata, e poi, non puoi essere un granché.»
Simon sospirò. «Immagino che tu non voglia contemplare la possibilità di rivalutare la parte che non ti stava simpatica.»
«Basta così, voi due» intervenne Clary. «Non potete scambiarvi scemenze per sempre, no?»
«Tecnicamente» disse Simon «io potrei.»
Jace emise una specie di grugnito poco elegante. Con un attimo di ritardo, Clary si rese conto che stava cercando di non ridere, riuscendoci solo a metà.
Simon sorrise. «Ti ho beccato.»
«Ottimo» commentò Clary. «È un momento magnifico.» Si guardò intorno in cerca di Isabelle, che probabilmente sarebbe stata contenta almeno quanto lei che Simon e Jace andavano d'accordo, pur se in un modo tutto loro.

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