Bentornata

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CITTÀ DI OSSA - Epilogo "Come reclamò l'ascesa"

«Clary!» Era Isabelle, che arrivò in picchiata nell'ingresso con addosso una lunga gonna rossa e i capelli raccolti in cima alla testa con delle mollette ingioiellate. «Che bello vederti!»
Le atterrò addosso con un abbraccio che la fece quasi cadere.
«Isabelle» sussultò Clary «Anch'io sono contenta di rivederti» aggiunse mentre Isabelle la rimetteva dritta.
«Ero così preoccupata per te» disse Isabelle tutta allegra. «Dopo che siete andati in biblioteca con Hodge e io sono rimasta con Alec, ho sentito un'esplosione spaventosa, e quando sono arrivata eravate scomparsi e c'era un caos pazzesco e sangue e robaccia nera dappertutto...» Ebbe un brivido. «Che cos'era quello schifo?»
«Una maledizione» rispose Clary sottovoce. «La maledizione di Hodge.»
«Tranquilla» disse Isabelle. «Jace mi ha detto tutto di Hodge.»
«Ah, sì?» Clary era sorpresa.
«Che si è fatto togliere la maledizione e se n'è andato? Sì, me lo ha detto. È strano che non sia rimasto nemmeno per salutarci» aggiunse Isabelle.
«Sono un po' delusa. Credo che avesse paura del Conclave. Prima o poi scommetto che si farà sentire.»
Così Jace non aveva detto loro che Hodge li aveva traditi e che aveva cercato di ucciderla. Clary non sapeva cosa pensare al riguardo. Comunque, se Jace stava cercando di risparmiare a Isabelle un po' di confusione e di dolore, forse non avrebbe dovuto interferire.
«Comunque» proseguì Isabelle «è stato orribile. Non so cosa avremmo fatto se non si fosse presentato Magnus e non avesse guarito Alec a colpi di magia, se così si può dire. Jace ci ha raccontato quello che è successo poi sull'isola. In effetti lo sapevamo anche prima, perché Magnus è stato tutta la notte al telefono. Nel Mondo Invisibile non si parlava d'altro. Sei famosa, sai?»
«Io?»
«Certo. La figlia di Valentine.»
Clary ebbe un brivido. «Quindi immagino sia famoso anche Jace.»
«Siete famosi tutti e due» disse Isabelle con lo stesso tono superallegro. «I fratelli famosi.»
Clary guardò Isabelle incuriosita. «Non mi aspettavo che saresti stata contenta di vedermi, lo devo ammettere.»
L'altra ragazza si portò le mani sui fianchi, offesa. «Perché no?» 
«Non pensavo di piacerti molto.»
Isabelle la guardò per un momento, poi fu come se si sgonfiasse. La sua allegria svanì e abbassò lo sguardo sulle punte argentate dei piedi. «Anche io credevo che tu non mi piacessi» ammise. «Ma quando sono andata a cercare te e Jace, ed eravate scomparsi...» La sua voce si ridusse a un sussurro. «Non ero preoccupata solo per lui, lo ero anche per te. C'è qualcosa di così... rassicurante in te. E Jace è molto meglio, quando ci sei tu nei paraggi.»
Clary spalancò gli occhi. «Davvero?»
«Davvero. È meno intrattabile. Non che diventi più gentile, è solo che ti permette di vedere la sua gentilezza.»
«Isabelle... hai detto una cosa bellissima.»
Isabelle scrollò le spalle. «"È la verità. Insomma, all'inizio credo che ce l'avessi un po' con te, ma adesso mi rendo conto che era una cosa stupida.
Solo perché non ho mai avuto un'amica non vuol dire che non possa imparare ad averne una."»
«Anche per me è lo stesso, a dire la verità» disse Clary. «E... Isabelle...»
«Sì?»
«Non devi sforzarti di essere carina. Mi piaci di più quando sei te stessa.»
«Insopportabile, vuoi dire?» disse Isabelle scoppiando a ridere.
Clary stava per dire qualcosa, quando Alec arrivò nell'ingresso dondolandosi su un paio di stampelle. Aveva una gamba fasciata, i jeans arrotolati fino al ginocchio, e un'altra fasciatura alla tempia, sotto i capelli scuri. A parte questo, sembrava in ottima salute per essere una persona che quattro giorni prima era quasi morta. Agitò una stampella in segno di saluto.
«Ciao» lo salutò Clary, stupita di vederlo in piedi. «Come...»
«Come sto? Abbastanza bene» disse Alec. «Ancora qualche giorno e non mi serviranno più nemmeno queste» aggiunse indicando una stampella. 
Clary era devastata dal senso di colpa. Se non fosse stato per lei, Alec non sarebbe stato ferito a quel modo. «Sono davvero contenta che tu stia bene» disse con assoluta sincerità.
Alec sbatté le palpebre. «Grazie.»
«Quindi ti ha rimesso a posto Magnus?» disse Clary. «Ha detto Luke...»
«Cavoli se lo ha rimesso a posto!» intervenne Isabelle. «È stato fantastico. È arrivato e ha detto a tutti di uscire dalla stanza e ha chiuso la porta. In corridoio continuavano a esplodere scintille blu e rosse e il pavimento tremava.»
«Io non ricordo niente» disse Alec.
«Poi è stato seduto al capezzale di Alec fino al mattino per assicurarsi che al suo risveglio stesse bene» aggiunse Isabelle.
«Non ricordo neanche questo» si affrettò a dire Alec.

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