capitolo 47

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POV YEHOSHUA
Non mi sarei mai aspettato che entrasse. È stata una furia, ma in fondo, è colpa mia.
Quando mi ha abbracciato, il suo profumo è entrato dentro di me, e sfortunatamente il mio corpo ha reagito. Non posso più far finta di nulla. Ogni giorno la vedo crescere sempre di più, il suo corpo, il suo viso e la sua mentalità. I suoi dodici anni, a volte, mi sembrano un ostacolo insormontabile, ma vedere il suo sorriso così limpido e ancora ingenuo mi fa ricredere sui miei pensieri.
Deve crescere, certo, ma vederla così indifesa e piccola, una parte di me, spera che rimanga così per sempre, ma l'altra non vede l'ora di averla, in ogni senso, ma non posso pensarci ora. Altrimenti la doccia fredda non sarebbe servita a granché e me ne servirebbe un'altra.
Entro in camera e prendo la prima tuta che mi capita in mano e scendo di sotto. Fa un caldo tremendo per essere Maggio, ecco spiegato il motivo per cui non posto la maglia.
Sto per entrare in salotto quando sento il bussare della porta.
Faccio una faccia confusa. Non aspettavo nessuna visita e se fossero stati i miei guerrieri, mi avrebbero contattato mentalmente.
Mi avvicino alla porta finché non sento la presenza della piccola dietro di me. Mi abbraccia da dietro facendo vedere solamente il capo, e apro la porta. Un sospiro annoiato, seguito dai miei occhi, fa ridere la piccola che teneva le mani sulla mia pancia e, inconsapevolmente, sentendo la sua risata, un sorriso nasce anche sulla mie labbra. Poso lo sguardo su April. Mi sorride maliziosa, nonostante vedesse la piccola figura di Ana, e appoggia le sue mani sulle mie spalle.
Il suo tocco mi da fastidio, ma lo è ancor di più, non sentire più le morbide mani della mia compagna su di me. Giro leggermente il capo e vedo la piccola con uno sguardo basso e sconfitto. Porta le sue mani dietro la schiena e con occhi bassi si dirige verso la porta. Cerco di fermarla, ma le mani di quella puttana non si scrollano da dosso.

"Piccola, dove stai andando? Vieni qua su..." Cerco di togliermi le sue mani di dosso e avvicinarmi, ma non ne vuole sapere.

"Vado a casa Alpha. So che vorreste restare solo con la vostra compagna"

Non faccio caso al sorriso vittorioso di questa poco di buono e cerco nuovamente di fermarla. Giro la testa verso April infuriato e noto che ormai è totalmente appiccicata a me. Le do una forte spinta fino a batterla sul muro e la sua paura la fa tremare.
Ghigno e facendole una carezza sul viso, la vedo tranquillizzarsi.

"Oh cara, devi avere paura. Sarò un mostro per te, se mi separi dalla mia lei."

Gli artigli escono fulminei fino a conficcarsi nella sua spalla. Li affondo fino a sentire i suoi gemiti di dolore. Con l'altra mano alzo il suo viso verso il mio. Sono a pochi centimetri di distanza, con gli occhi rossi e il tono d'alpha gli vieto di avvicinarsi a me e alla mia piccola, altrimenti non avrà un altro domani.
La caccio di casa e subito corre via. Mi dirigo al piano superiorebvedendo il suo inutile sangue scorrermi lungo il braccio. Mi sa che mi tocca fare un'altra doccia. Il suo odore è sui miei vestiti e lo odio. Vorrei che ci fosse il suo, solo il suo, ma presto tutto si risolverà. Ci saranno anche i suoi genitori a convincerla. Tutto andrà per il meglio, o almeno lo spero per me. Altrimenti non vivrei senza la mia lei accanto.

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