26.

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Queste sono state due settimane lunghe. Piene. Intense. Le corse in ospedale. Mille esami. Lo stress. La distanza con Emma tutto sta diventando un agonia. Non so nemmeno più come reagire a tutto questo.
Non dormo la notte. Aspetto invano che quel telefono squilli e che ci dica dell'intervento. Non c'è giorno in cui penso che vorrei tutto finisca che vorrei tanto che mamma camminasse e pensasse ad essere felice. Niente più casini. Quello stronzo di mio padre in tutti questi anni non si è mai fatto vivo e al solo pensiero che potrebbe farlo una volta che tutto si sistemi mi viene il volta stomaco. Non voglio che rovini il nostro equilibrio. Io sto bene. Anche Sara lo è.
“il tuo cervello tra poco va a fumo. Smettila di pensare!!” esordisce mia sorella facendomi ridere gli tiro un cuscino.
“il tuo va a fuoco se non la smetti di sparare scemenze”
“guarda che non sei abituato a pensare. Io lo dico per te”
“la smetti di fare la simpatica. Tanto quello sono io non tu”
“ma Emma come ha fatto ad innamorarsi di te me lo spieghi?”
“sono bello simpatico e dotato che vuoi di più.”
“fai schifo!” scoppio a ridere per la sua faccia al quanto schifata in questo momento.
“perché tu e il tuo fidanzato non andate a letto insieme? Non ci fai l'amore?” chiedo. Mi guarda scioccata. Che avrò mai detto?
“non si chiedono queste cose ad una sorella. Porco!”
“ma sei seria?” ridacchiò. Questa è scema. “ eri schifata dall'idea di me ed Emma a letto insieme”
“ e ci credo! Secondo te ti immagino davvero fare quelle cose. Sei mio fratello!”
“ e allora? Siamo esseri umani. È comunque per l'esattezza Emma me la data solo una volta. Prima di venire qui.”
“hai penato ?”
“ho aspettato lei. So che non era la sua prima volta. Ma volevo che fosse una cosa nostra. Importante!” dico con una naturalezza che pensavo non mi appartenesse. Avevo rispettato i tempi perché credevo in noi. Ci tenevo a lei e metterle fretta non aveva alcun senso. L'avrei persa e Emma avrebbe solamente pensato che volevo solo quello. Invece io avevo bisogno solo di amarla ancora di più. Quel giorno era il momento giusto ed ho avuto il coraggio anche di dirglielo.
“fai schifo comunque!” rido perché è tornata a pensare male di ciò che penso. Anche io non riesco ad immaginare lei fare Delle cose con il suo ragazzo ma credo ormai che sia natura. L'importante che non ci si faccia del male.
“Sara, anche io non mi immagino certe cose ma so bene che quando ti vedi con Federico non giocare a carte. ”
“se fosse per te sarebbe già con un osso rotto”
“non posso fare a meno di pensare che comunque sei mia sorella e ti devo proteggere anche se sono il più piccolo” corre sul letto e mi abbraccia.
“ti voglio bene”
“anche io Sa. Tanto. ”
“andrà tutto bene simo. Mamma ce l'ha farà. Ne sono veramente sicura.”
“lo spero tanto. Voglio seriamente vederla felice di nuovo. ”
“lo sarà simo. Ma se tu mettessi il culo di più nella sedia lo sarebbe ancora di più”
“Sara facciamo questo passo, poi giuro che continuo a studiare e mi prendo il diploma non sarò un genio come te”
“mi basta sapere che te lo prendi quel pezzo di carta simo.”
“lo farò. Non lascerò la scuola un altra volta e poi avete Emma dalla vostra parte” ride.
“emma è Emma. Se non ci fosse lei adesso non avresti questo sorriso” sorrido ancora di più e l'abbraccio. Non voglio dire nulla. Credo abbia già detto tutto lei adesso.

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