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Tre giorni dopo

Il tempo passa spesso troppo velocemente. Io e Simone non riusciamo proprio a staccarci. A scuola oggi ci hanno detto che presto dobbiamo partire che ci servono i soldi per questa gita. Il mio fidanzato tentenna sull'andarci.
“se non vai tu non vado nemmeno io.” gli dico mentre mi tolgo la giacca e l'appoggio sul suo letto.
“Emma per favore!”
“ma perché non vuoi venire. Qualche soldo dall'intervento ti è rimasto. Ieri sera sei andato anche a lavorare e tua sorella ti può aiutare” affermò
“non voglio nessun aiuto.”
“ma perché?”
“perché me la sono sempre cavata da solo. E questo viaggio è una stronzata.”
“non è una stronzata. È una gita che si fa ogni anno. ”
“ e io non ci vado. Tu puoi anche andare” mi siedo sul suo letto ignorando cosa appena detto e insisto.
“Simo avremmo più tempo per stare insieme” scuote la testa.
“Emma non possiamo stare insieme h24 i professori ci controllano, avremmo stanze separate e poi io non voglio sprecare una vacanza con certa gente” sbuffo.
“Solo perché vengono le galline che ti sei scopato non vuol dire che non ti puoi divertire” alzo la voce. Inizio ad innervosirmi. Quella che dovrebbe dubitare di questo viaggio dovrei essere io. Potrebbe succedere di tutto eppure mi fido di lui.
“non è per quello. Emma ci rovinerebbero la gita.”
“ma chi? Greta? È lei il problema?” mi guarda. “ che ha questa? Cosa cazzo ti turba?”
“non urlare!” mi dice continuando a stare fermo immobile al centro della stanza. Sto perdendo la pazienza e tra poco lo lascio in camera da solo senza che dica altro.
“Senti vuoi parlare? Ti ho fatto Delle domande? Avevi già messo a posto questa tizia di fronte a me. C'è qualcosa che non so ? Che non mi hai detto?”
“no” riprendo il giacchetto e lo infilo.
“ok va bene. Non ti va di parlare. Pranzo a casa mia. Non ti scomodare a portarmi vado da sola ormai la strada la so. E non venire stasera a casa esco con le altre” gli rispondo prendendo lo zaino.
“Emma smettila di comportarti come una bambina di due anni”
“io mi sto comportando come una bambina. Ma ti senti? È bastata la parola gita e Greta vicine a farti scattare. Sei muto non mi parli. E non mi va di stare con uno che non mi dice che cazzo gli passa per la testa. ” gli dico andando verso il salotto. C'è sua madre che ci guarda. Stiamo dando spettacolo e questa cosa non mi piace.
“Emma ma dove vai?”
“a casa mia Simone. A casa mia. ”
“non vai da nessuna parte” mi volto come una furia.
“Tu non vuoi parlare con me di certe cose io qua non ci sto. Maria scusa per questo litigio ma non ci riesco a fare finta che qualcosa lo turbi. Quando ti sarai rimesso a posto le idee fai un fischio magari stiamo insieme” saluto Maria con bacio sulla guancia ed esco da casa sua. Respiro e sento le lacrime scendere lungo il mio viso. Quanto mi innervosisce questo comportamento. Sono la sua fidanzata e continua a trattarmi come se non fossi nessuno. Scendo le scale di fretta.
“Emmaa” lo sento urlare mentre cammino sul marciapiede prima di attraversare. Mi fermo voltandomi.
“mi dispiace ok. Non volevo trattarti in quel modo poco fa”
“in quale modo? Con sufficienza ? Beh lo hai fatto. Sembra quasi che ti dia fastidio anche solo un mio consiglio. È meglio che vada veramente”
“Emma tu lo sai che non è vero, che non mi dai fastidio!!! ”
“cosa so Simo? Cosa? Io non so più niente da stamattina. Sei andato a fumarti la sigaretta in giardino durante la ricreazione mentre sono rimasta in classe a finire di studiare italiano. Sei tornato che eri freddo e poi la gita ti ha fatto saltare tutti i nervi! Se tu non parli non ha senso neanche che ci guardiamo in faccia ” rispondo a tono mentre lo vedo abbassare lo sguardo. Ma non risponde. Decido di attraversare la strada e andare a casa mia. Ci metterò un po' ma non importa. Ho bisogno di stare un po' da sola.

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