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Mancano due giorni alla fine della scuola. Simone è in agitazione perché non sa se verrà promosso o meno. La situazione con suo padre è peggiorata. Tutti giorni si piazza fuori casa e spera che Maria lo ascolti. Gli ho chiaramente detto che è arrivato il momento che parli con la polizia ma non mi vuole stare a sentire. È testardo. Anche Lorenzo è convinto che prima o poi succederà qualcosa e lui finirà per non perdonarselo più. Non vuole sentire nessuno e io non so più che fare.
Appoggio la schiena sul materasso sono le sette di sera, lui dovrebbe essere a lavoro e io ormai ho dato tutte le interrogazioni praticamente mi annoio. Le ragazze stanno con i propri fidanzati.
Francesca è da lorenzo. Manuela da Luca stavano organizzando di andare a NY quest'estate dopo la maturità. Carla invece sta con Daniele un ragazzo della quinta H che ha deciso finalmente di dichiararsi. Avevo notato come in gira l'ha osservava e speravo vivamente sì facesse avanti. Mi fa piacere per lei così almeno non si sentirà più sola.
“Emma” vedo Sarà entrare in camera mia. Ma che sta succedendo? Perché è qui? Oddio! Simone cazzo! Inizio a tremare e a pensare mille cose insieme.
“Sara è successo qualcosa? Simone sta bene? State bene? Tua madre?” mi guarda. Mi alzo di scatto vado verso di lei. Non parla mi guarda soltanto.
“oh sa..." La richiamo, la invito a parlare sembra che le parole ormai siano morte. Che cosa sta succedendo? Come è arrivata qui?
“Emma.. papà... Simone.” sbarro gli occhi ancora più nel panico.
“che cosa? Sara cosa? ” le scrollò un po' il corpo cercando di farla parlare con frasi di senso compiuto.
“si sono picchiatti. Ci ha messo per strada questa mattina, Simone lo ha saputo mentre era a lavoro. Non sono riuscita a fermarlo. Quando è arrivato per l'ora di pranzo hanno iniziato a litigare e sono venuti alle mani. Lorenzo ha portato Simone all'ospedale. ” come ha fatto a metterle per strada? Simone mi aveva detto che avevano cambiato la serratura tempo fa, mi sento le gambe tremarmi. Non ce la faccio. Mi manca l'aria. Mi siedo sulla sedia e cerco di respirare.
“siete fuori ? Per strada? Ma non avete cambiato la serratura Sara.”
“si Emma. Ha chiamato mamma per parlarle all'inizio non voleva poi ha accettato, discutevano e stato un attimo. La spinta ed entrato. Ha preso la nostra roba e ci ha buttate fuori. ”
“Sara ma non potete tornare dentro?” scuote la testa. Prendo la giacca al volo. Il telefono e la guardo subito dopo.
“no perché siamo scese senza chiavi o meglio mamma a me ha proprio spinto fuori senza che io potessi fare qualcosa.
Mamma è disperata e non sapevo come arrivare qua, Simone ha fatto scrivere a Lorenzo il tuo indirizzo. ” sono scioccata. Non ci credo a tutto questo. Sembra di essere un film.
“glielo avevo detto cazzo! - urlo mentre scendo le  scale e lei mi segue - Sara glielo avevo detto che questo avrebbe fatto di tutto. Tuo fratello è di coccio. Non mi ascolta mai quando gli dico le cose. ” continuo a urlare. I miei si voltano e Maria anche.
“Lo so Emma. Lo so. ” 
“avete tutto?” annuisce. Guardo poi tutti quanti
“qua c'è una mansarda, un piccolo appartamento, cucina bagno e due camere. Penso che vi possa bastare fino a una nuova sistemazione e finché quel bastardo non se ne vada definitivamente” dico velocemente. Il penso di Simone mi tormenta non so veramente nemmeno che fare. Maria sta per dire qualcosa ma sarà l'anticipa.
“Emma io...”
“non dire niente Sa. - la fermo -  Lo faccio con il cuore. So che tuo fratello non sarà d'accordo ma stavolta si fa a modo mio lo voglia o no” mi abbraccia fortissimo.
“grazie. Grazie davvero. Nessuno avrebbe fatto questo per noi. Tu sei così speciale Emma”
“io sono io sarà. Adesso sistematevi che io vado da Simo. Speriamo stia bene”
“Emma stai attenta! "Annuisco. Adesso guardo i miei negli occhi che mi sorridono.
“mamma papà non so se vi chiedo molto forse si, ma ho deciso di lasciare la mansarda a loro. Ne hanno bisogno e...” mamma sorride.
“lo avevamo pensato anche noi. Non è giusto tutto questo e... Siamo fieri di te Emma davvero.” questa volta sono io a correre ad abbracciarli entrambi. Sono fortunata davvero.
“dai vai da Simone qua ci pensiamo noi non ti preoccupare” bacio la guancia a Maria e fuggo.
Una volta in ospedale chiedo se sanno di un ragazzo che si è fatto male. Mi dicono che sta infermeria al piano 4. Ringrazio e salgo con l'ascensore. Una volta arrivata vedo Lorenzo seduto sulle sedie blu.
“Emma”
“dov'e?” chiedo subito nel panico.
“lo stanno visitando. È cosciente non ti preoccupare”
“Lorenzo non si può più vivere così. Doveva andare dalla polizia, avrebbero risolto questa situazione, lui se ne andato dalla loro  vita perché tornare e rovinarla?”
“perché è cattivo Emma. ”
“ sono i suoi figli e quella era la donna che lui amava”
“non ha mai amato Maria. Emma prima dell'incidente c'erano tante cose che andavano male. Litigavano spesso. Erano mesi che Giulio dormiva sul divano e mesi in cui si rompevano piatti per le cattiverie che si dicevano.”
“Simone non mi hai mai detto queste cose”
“Simone ha sofferto così tanto che spesso vuole dimenticare Emma; ha passato giorni, settimane e mesi a vederli litigare davanti a lui. Sua madre sospettava di un tradimento Giulio negava. Poi quell'incidente ha fatto sì che quest'ultimo prendesse andasse via. Avrebbe dovuto farlo dall'inizio. ”
“ma cosa c'entrano i figli?”
“non è ciò che ha sempre voluto. Ha accettato Sara e Simone solo perché era ciò che accadeva nella sua vita. Ma Giulio ha sempre voluto essere un uomo in carriera e non gliene fregava quasi mai della famiglia. L'importante che c'era una donna a casa che apriva le gambe cucinava e lo vestiva”
“brutto bastardo!” affermò. Alzo gli occhi e vedo Simone arrivare. Mi alzo in fretta e lo abbracciò.
“Amore piano ti prego”
“sei un coglione! Questo è perché non mi ascolti mai. Come cazzo ti è saltato in mente di menarvi. Dovevi chiamare la polizia invece fai sempre di testa tua.
Mi farai morire di infarto un giorno di questi”
“Ehi, sto bene. Ho solo tre costole rotte e qualche graffio. La peggio l'ha avuta Lui, naso rotto costole rotte lesioni ad un braccio e una gamba rotta. Ma non mi importa un cazzo. Se lo merita”
“tu pensi di aver risolto così simo?” lo guardo. Sa che non è così che con la violenza non risolverà un bel niente. “no te lo dico io. Adesso lui si è preso casa vostra come si riprenderà rincomicia
Devi denunciarlo simo. C'è la vita di tutti noi in gioco. La tua famiglia adesso è in pericolo lo vuoi capire” inizio a piangere. Mi allontano. Fisso fuori dalla finestra. È buio il lampione illumina la strada.
“Emma” mi abbraccia da dietro
“Simo io ho paura. Quando oggi ho visto Sara mi sono preoccupata a morte. Mi tremavano le gambe e sapevo ti fosse successo qualcosa. Lo sentivo. Io non posso vivere con l'ansia che ti faccia del male. Non ce la faccio!” mi tiene stretta. Non dove sia l'amico sicuramente sì e allontanato per lasciarci soli. Sto ancora piangendo. Mi fa male saperlo così, ha sacrificato quasi tutta la vita per sua madre per rivederla camminare. Non posso sapere ancora che qualcuno gli vuole buttare giù tutto quello che ha fatto.
“Amore io sono qua. Non ti lascio da sola. Ero andato lì con le buone intenzioni poi... - respira mi volto e lo vedo con una smorfia di dolore - ... Poi mi ha detto che eri solo una puttanella che ti sei avvicinata a me solo perché ti facevo pena. Che non mi amavi e non ci ho visto più. Gli ho tirato un cazzotto e da lì la guerra. ”
“non dovevi reagire. Tu lo sai bene quanto ci amiamo. Potevi ferirlo in altri modi anziché con le botte”
“sei tanto arrabbiata con me?” mi chiede scacciando via tutte le lacrime sul mio viso. Con i pollici accarezza le guance e mi fissa negli occhi. Sento attraversare un brivido nella schiena. Quello sguardo che ogni giorno mi parla e mi dice che mi ama tanto.
“un po'” dico. Mi avvicina a lui e mi bacia. Aggancio le braccia intorno al suo collo e lo lascio fare. Mi è mancato così tanto nonostante non ci vedessimo da ieri sera. Questa mattina è stato a lavoro e poi tutto questo casino non gli ha permesso di fare il turno di sera.
“scusa" sussurra sulle mie labbra.
“Ti amo veramente tanto” gli dico io a mia volta. Più di quanto immagina. Più di quanto potessi immaginare.

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