55.

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Arrivo finalmente a casa e trovo Kurt sul divano che gioca alla play. Conard dev'essere al suo turno pomeridiano all'ospedale e Rosanna ancora non è tornata dallo studio dentistico dove lavora. Manca solamente Emma che credo sia in camera sua.
“ciao Kurt ”
“ciao bro" mi saluta mettendo il gioco in pausa e mi guarda.
“Emma l'hai per caso vista?”
“lho beccata prima mentre entravo al bagno non so dove andasse era in corridoio. Le sue amiche sono andate via da un po”
“ok grazie” lo saluto e salgo di sopra. Passo in camera sua bussando e non c'è. Decido di andare in mansarda da mia madre magari è con lei. Giro la chiave per entrare e c'è solo mia madre che sistema la verdura in frigo.
“ehi finalmente sei tornato? Dove sei stato?”
“con Lorenzo al campo” mento.
“sicuro?”
“si. Tu che hai? Ti vedo strana?”
“io? Sono solo un po' stanca. Ho quasi finito qua. Tua sorella dovrebbe essere qui a momenti.”
“mamma ”
“dimmi"
“hai visto Emma?” chiedo di getto. La vedo scuotere la testa. Poi mi guarda...
“ in realtà è passata per cercarti poi è andata via non so dove”
“ è passata per cercarmi?”
“si perché ti fa strano? Sei il suo fidanzato o sbaglio?”
“no è che...” mi gratto la nuca abbassò lo sguardo “... Siamo un po' lontani in questo periodo”
“forse ti voleva parlare”
“magari lasciare che dici!” dico allarmato.
“esagerato Simone come la fai tragica. È comunque ha solo chiesto dove stavi poi niente” perché sento che mi nasconde qualcosa. Come se avessero parlato ma non me lo vuole dire.
“non mi guardare così. Dovresti parlare con lei invece di fissarmi.”
“tu mi nascondi qualcosa” alza le spalle confermando ciò che penso. Appoggia lo strofinaccio e chiude il frigo. Mi raggiunge facendo attenzione a non appesantirsi troppo e mi guarda.
“non sono io che devo parlare ma voi due. Dille cosa ti passa per la testa perché così non andate avanti”
“ è lei che si è fissata con lo studio non io. Io sono sempre lo stesso.” mi guarda storto. È vero forse la cosa di mio padre aveva contribuito anche nel nostro allontanarsi e in più lei era concentrata sulla tesina e gli esami di maturità che avevo lasciato correre.
“Simone tu non le parli realmente con il cuore perché il problema non è lo studio, non è la maturità non è tutto questo. Lei lo ha capito che c'è qualcosa che ti turba”
“ne parla sempre con gli altri e mai con me!” mia madre sbuffa. Mi stringe una mano poi.
“se tu invece che pensare a farti scoppiare il cervello parlassi con lei”
“mamma lo sai che non posso. Non voglio peggiorare la cosa. Il fatto di papà ha fatto soltanto che peggiorare il nostro equilibrio”
“ma non puoi nemmeno trattarla così”
“non l'ho mai trattata in nessun modo. ”
“la tua indifferenza Simone fa più male di uno schiaffo in faccia” non sapevo che dire. Non sapevo nemmeno che Emma sentisse in lei che io fossi indifferente al nostro rapporto. Decido di non rispondere e mi limito ad abbracciarla. Le lascio un bacio sulla guancia e vado in camera mia. Appoggio quelle lettere dentro il cassetto del comodino. La dentro c'erano Delle risposte che avrei avuto molto presto. Ma in questo momento Emma era più importante di sapere cosa ci fosse scritto. Così decisi di inviarle un messaggio : « ciao, dove sei? Dovremmo parlare io e te. So da mamma che mi stavi cercando e anche io ora cerco te. ” respiro. Fissavo il telefono nella speranza di ricevere risposta nessuna.

.....

Bussi così tanto forte sulla porta che quasi la buttavo giù. Sono arrabbiata con la persona che c'è dall'altra parte della casa. Busso ancora e ancora Mi fanno male le nocce ma non mi interessa. Voglio parlare adesso o mai più.
“ma che cazzo?” lo spingo dentro e sbatto la porta. “tu cosa ci fai qui? Chi ti manda? ” mi urla contro subito. Lo guardo fulminandolo. Sono incazzata nera. Sono stanca della situazione e di vedere il mio fidanzato stare male. Quindi a male estremi estremi rimedi. Mi fissa.
“ORA TU MI ASCOLTI BENE. UNO : NON MI HA MANDATO NESSUNO, ANZI AL CONTRARIO NESSUNO SA CHE SONO QUA. DUE : SONO QUA PERCHÉ VOGLIO SOLTANTO CAPIRE COSA CAVOLO HAI NEL CERVELLO. TRE : NON TI RENDI CONTO CHE STAI FACENDO DEL MALE A QUELLO CHE È SANGUE DEL TUO SANGUE. IO NON ME NE CAPACITO QUINDI MI DOVRÀ DARE UNA MOTIVAZIONE VALIDA A RUTTO QUESTO. ” adesso sono io ad urlargli contro. Il cervello è in fiamme. La rabbia mi ribolle nel corpo se fossi stata un maschio credo che gli avrei tirato anche un bel cazzotto in faccia, nonostante pensi che con la violenza non si risolve niente.
“ beh! Non pensavo che mio figlio potesse davvero innamorarsi di una così cazzuta complimenti!” inizio a ridere sarcastica. Ma davvero vuole prendermi in giro?
“oh andiamo mi ha dato della troia l'ultima volta potrebbe anche dirmelo in faccia che lo sono. Perché a suo figlio dice una cosa è a me un altra” continuo nervosa sempre di più.
“si cambia idea nel tempo” scoppio a ridere amaramente di nuovo. Lo fulmino con lo sguardo e si irrigidisce. Ma come ha paura di me?
“perché sei qui ? Se non ti ha mandato lui?” chiede. Ma se prima gli ho detto che non lo sa nessuno che problemi tiene? Non ci sente?
“nessuno sa niente. Glielo già  detto prima. Voglio solo capire come può un padre trattare così i propri figli e sua moglie. Cosa è cambiato quel giorno? Perché se ne andato lasciando stare la sua famiglia?” chiedo adesso. Ci sarà un cazzo di motivo per il quale se ne sia andato. Non credo sia quello che non l'amava più. Non gli credo!
Si siede sul divano e mi guarda. Se solo penso che mesi fa prima che arrivasse lui in quel divano c'eravamo io e Simone abbracciati tranquilli un brivido mi percorre la schiena. Non so veramente cosa fare adesso però. Sono ferma immobile. Lui si versa un po' di liquore dentro un bicchiere di vetro.
prima dell'incidente di Maria le cose andavano a rotoli. Il lavoro andava a puttane e non sapevo come uscirne. Rientravo a casa e litigavo con Maria. Simone assisteva a tutte le litigate. Un giorno abbiamo spaccato quattro piatti davanti ai suoi occhi e lui dalla paura non ha parlato per una settimana. Mi sentivo in colpa per tutto.
Quando mi sono accorto che le cose non andavano non sapevo come reagire, io amavo mia moglie ma avevo anche il lavoro da salvare e quando è successo quella cosa il mondo mi è crollato addosso così ho preferito andare via. Non potevo restare ancora con loro avrei solo e soltanto rovinato tutto e già non andava bene niente. Volevo che crescessero bene con l'amore che solo Maria poteva dargli. Io non ne ero capace e in più per me anche il lavoro era importante. Io non sono in grado di dare  amore figuriamoci a due ragazzi che ne avevano bisogno” lo guardo. Si sente come il figlio, perché gli uomini pensano di non essere in grado di dare amore ad una donna? Simone ci riesce davvero e lui neanche se ne accorge a volte di quanto mi dimostri e mi ami.
“avresti potuto salvare entrambi nello stesso momento” scuote la testa guardandomi negli occhi. Sto sudando freddo. Sto scoprendo Delle cose che Simone ancora non sa. Sento il peso dentro di me molto forte. Quando ho iniziato questa relazione non pensavo che dopo alcuni mesi mi sarei ritrovata faccia faccia con il padre del mio fidanzato tra cui con quale coraggio io sia arrivata fin qui.
non potevo salvare entrambe perché tra me e Maria molto probabilmente era finita. O forse in quel momento lo era. Anche se potevo provare qualcosa per lei, non c'era più niente da salvare, in più uno dei consulenti aveva deciso di minacciarmi se non avrei riportato tutto come era prima e ho scelto di non rovinare più niente.”
“  perché non queste cose non gliele hai mai dette... A Simone intendo o a Sara sono sempre i tuoi figli Giulio?"
“perché non voglio che stiano male ancora”
“ma buttandoli fuori di casa lo stai già facendo. Hai minacciato Simone di rovinarli la vita. Mi hai descritto come una puttana ai suoi occhi e adesso dici che non vuoi che siano male”
“lui mi ha dato del bastardo e io volevo soltanto difendermi”
“avresti potuto difenderti dicendo la verità”
“Emma non è facile”
“invece si. Simone forse non capirebbe subito ma apprezzerebbe. ” mi appoggio al mobiletto e continuo a guardarlo.
“non posso farlo Emma. Non posso dirgli che ho scelto il lavoro al posto loro sarebbe come una coltellata a pieno petto. "
“beh lo hai già accoltellato quando era piccolo lasciandolo con Sara e sua madre che stava male. Sei incoerente. Prendi una posizione.” respiro “se vuoi puoi. Basterebbe poco” scuote la testa.
“capisco perché Simone si è innamorato di te. Cazzuta testarda consigliera amica moglie e amante. ”
“giulio ho vissuto in una famiglia dove mio padre si è sempre spaccato in due per non far mancare nulla né a me ne a mio fratello ne a sua moglie. Ha sacrificato tanto per essere dove è adesso. Ti posso assicurare che a volte basta poco per essere felici. Io amo Simone, farei di tutto per vederlo sorridere.”
“se qualcuno ti chiedesse di lasciarlo per vederlo felice lo faresti?” la domanda mi spiazza. Lo guardo.
“Simone è felice sempre a prescindere da me e la risposta è no. Non lo lascerei perché per quanto io voglia la sua felicità lui è la mia e io non posso stare senza di lui. Io lo lascerei andare solo se Simone mi dicesse di non amarmi più altrimenti lottetei sempre per noi.
Se sono qua è perché da quando sei arrivato tu la nostra vita si è complicata. Lo vedo strano e come se non ci fosse sulla terra. Credo che tu abbia del tutto rotto i suoi equilibri e io volevo capire come potesse soltanto un padre rovinare la vita a suo figlio. ” respiro prendo la borsetta e vado via. Non ho nient'altro da dire. Il telefono mi vibra è Simone. Ha ragione io e lui dobbiamo parlare.

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