57.

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La maturità.

Io e Simone da quel giorno non ci parliamo. Non ci vediamo neppure di sfuggita a casa. Sara mi dice quando scende a mangiare e io resto in camera. Appena torna in mansarda io passo per la cucina. Non voglio nemmeno incontrarlo. Lorenzo mi ha detto che ieri ha fatto l'orale all'inizio era un po' in ansia poi però sì e fatto valere e ha dato il meglio di sé. Oggi tocca a me ho l'ansia e non ricordo veramente più niente. Le mie amiche sono passate per sostenermi fisso l'entrata nonostante tutto vorrei che venisse. Ma so bene che l'orgoglio lo mangerà e non verrà.
“Emma forza dopo Angela tocca a te”
“non voglio”
“oh ma dai è una cazzata. Vai li esponi la tesina e poi ti fanno delle domande. ”
“non voglio farlo. Mi sento che andrò di merda! Sto male. Posso scappare?”
“emma no!” mi rimprovera Francesca.
“invece si. Io sto male e..”
“muscat tocca a lei” mi volto verso la professoressa di latino che era la nostra coordinatrice di classe. Sento le gambe che mi tremano e non mi muovo.
“Emma dai vai andrà tutto ok” cerco di prendere coraggio e vado verso l'aula. Mi chiedono di esporre la tesina e poi mi fanno qualche domanda. Sento il cuore battere fortissimo e le gambe nonostante sia seduta essere tipo gelatina.
“signorina tutto ok?” mi chiede il professore di italiano esterno. Non so neanche come si risponde.
“Emmaa” un urlo dietro di me e poi buio. Non so quanto passa apro gli occhi e mi trovo Francesca vicino. Credo di essere in infermeria.
“oddio tesoro”
“fra”
“ehi stai giù. Sei svenuta. ”
“l'esame?”
“stai tranquilla. Avevi finito di rispondere a tutto. Il professore ti stava solo spiegando la terza prova corretta ”
“non ricordo nulla. So solo che mi sentivo in una bolla di sapone e poi buio”
“Emma”
“caterina ” l'infermiera che stava spesso a scuola e si prendeva cura di noi quando ci sentivamo male durante educazione fisica.
“hai avuto solo un calo di pressione e in più credo tu fossi un attimo preoccupata per qualcosa. Hai bisogno di parlare con uno psicologo? Lo sai che ne abbiamo uno super bravo qui” scuoto la testa. Il mio problema era solo aver litigato con Simone e averlo evitato tutto questo tempo.
“no. Sto meglio tranquilla. Sicuramente lo stress dello studio e in più non sono stata bene con lo stomaco in questi giorni" annuisce. Mi fa scendere giù e mi dice che posso andare.
“Emma” la mia amica mi blocca prima di raggiungere le altre. Mi fissa.
“francy non sono incinta stai tranquilla. Sono solo preoccupata per Simone per la situazione per il nostro rapporto. ”
“ non puoi continuare cosi”
“mi ha detto Delle cose orribili che un conto è pensarle di sana pianta un altro è sentirtele dire da lui. Mi ha detto praticamente che non lo capisco. Di conseguenza non posso essere una buona fidanzata se questo è il Grande risultato.”
“Magari era arrabbiato per qualcosa”
“non lo so. Io non so niente. Andiamo ti prego perché questo posto mi sta facendo venire l'ansia”
“daccordo un vorrei svenissi un altra volta " l'abbraccio e torniamo dalle altre che mi stringono. La professoressa si avvicina e mi chiede come sto. Spiego tutto e mi lascia via libera. Tra due settimane potremmo avere tutti i risultati esposti. Respiro e andiamo via da questo posto.
Doveva essere una liberazione, un giorno di festa, finalmente avevamo dato tutto per tutto. Invece niente io mi sento di nuovo come quando Alessandro mi ha tradito un vero straccio.

Flashback.
Prendo coraggio e apro quel cassetto tengo di nuovo quelle lettere nelle mani. Decido di aprirne una e cerco di prendere abbastanza aria per poter leggere il contenuto.
‹ ciao Maria
Ti scrivo perché ormai sono passati due anni da quando sono andato via. So che sei tornata a casa e di questo sono felice. Nonostante io abbia lasciato tutto nelle tue mani so sempre qualcosa di te di voi. Posso pure risultare uno stronzo un bastardo ma tu sai bene quanto io e te nell'ultimo periodo litigavamo. Sai quante volte Simone più che sarà assisteva a Delle scene assurde. La tua gelosia spesso prendeva sopravvento su ogni cosa e io non potevo fermarla.
Sai Maria nella mia vita non c'è mai stata nessuna donna se non tu e nemmeno adesso ho qualcuno al mio fianco...›
La scrittura finisce e apro una seconda lettera. I miei occhi scorrono veloci.
‹ ciao Maria
Sarà la seconda volta che ti scrivo, non ho inviato nemmeno quella precedente e non credo che invierò questa. Volevo dirti che mi manchi. Che mi mancate. Ma ho fatto Delle scelte e devo mantenerle.
Il lavoro va veramente a puttane non so neppure come uscirne. Sono nella merda e non sai quanto avrei avuto bisogno di guardarti negli occhi e sapere che avresti sicuramente trovato una soluzione.
Sono sicuro che te la stai cavando. I ragazzi sono forti e si prenderanno cura di te. Non sarai sola. ›
Ma se sapeva queste cose perché non ha inviato questi pezzi di carta mia madre. Prendo la terza lettera e torno a leggere.
‹oh Maria sono tornato a scriverti ho la necessità di buttare dei pensieri nero su bianco. Ti ho visto stamattina al supermercato, tu no ma io si, stavi nella sedia rotelle impreccavi contro qualcuno perché non arrivavo a prendere l'olio così ho chiesto al commesso di darti una mano. Tu gli hai sorriso e io mi sono sentito meglio. Non so se il nostro amore finito o forse l'unica soluzione per smettere di farci del male era quello di andare via ma questo ho deciso.
Sono nella casa al mare che mia madre mi ha lasciato in eredità, non ti ho mai detto niente perché un giorno avrei voluto che andassimo via da quell'appartamento.
Niente a volte come sembra. Neanche quando tutto ti crolla addosso e ti minacciano quasi che devi mollare tutto pur di non cadere nel baratro.
Ho scelto il lavoro. Si ho deciso che il vostro bene era meglio del mio. Ho deciso che quando tornerò forse un giorno lontano vorrei vedervi felici.
Un bacio ai bambini o forse dovrei dire ragazzi. ›
Io non ci credo. Non credo davvero a quello che ho letto. Ha avuto Delle minacce anziché parlane con la mamma è scappato. E io sto facendo lo stesso con Emma.
Fine flashback

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