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Le cose sono migliorate da quel giorno. Emma passa quasi tutti giorni dai suoi genitori dopo essere stata a lezione dall'Università. Io sono sempre a lavoro per quelle ore così per non restare sola magari a volte pranza con sua madre o passa da suo padre in ospedale. Kurt invece passa direttamente lui a casa nostra. Stasera infatti ha deciso di voler stare un po' di tempo con noi. Sara e mamma l'hanno presa alla grande pensavo di no invece erano veramente felici per noi.
Arrivo al pianerottolo di quella che fino a mesi fa era casa mia. Suono il campanello è mio padre mi apre sorridendomi.
“ciao Simo che ci fai qui?” mi chiede facendomi entrare dentro. È rimasto tutto com'è. Nulla è cambiato.
“sono passato a salutarti. Emma oggi ha lezione fino alle 20 e quindi sto solo"
“ così tardi torna?”
“passo io a prenderla appena torna. Non vorrei le succedesse qualcosa!”
“fai bene. Senti vuoi da bere?”
“un bicchiere d'acqua grazie. ” annuisce va in cucina e noto che ha lasciato alcune nostre foto. Soprattutto quelle in cui io e Sara siamo piccoli.
“ecco a te” prendo il bicchiere e lo ringrazio. “ come va con la convivenza? ”
“bene papà. Sembra di stare in una favola. Ogni tanto mi chiedo se sia tutto reale. È tutto troppo perfetto!” gli dico mentre mi siedo meglio sul divano.
“ vi amate per questo è tutto perfetto”
“papà lo sai pure tu che l'amore basta se lo fai bastare e soprattutto ci deve essere dell'altro” confesso mentre lui annuisce.
“ lo so. Ma a volte uno sguardo vale più di mille parole. E dovete sempre fidarvi di voi”
“ papà cosa stai cercando di dirmi? Cos'è che ti logora ancora dentro? Lo sai che puoi dirmelo adesso.”
“ no Simo lascia perdere non voglio riportarti vecchi ricordi e poi...” respira
“e poi? Cosa? Abbiamo affrontato un grosso ostacolo perché non dirmelo? ”
“ io ho sbagliato con tua madre. Non l'ho più guardata come avrebbe meritato e oggi mi pento di non averle dato le giuste attenzioni. ”
“ papà” mi guarda “ tu ami ancora la mamma? La verità!”
“ Simone non lo so. Mi manca tutti giorni e vorrei solo non portare il peso di aver combinato tutti casini per tutta la vita. Per questo ti dico: che devi guardarla come fai oggi. Che devi fidarti di lei sempre. Ascoltarla e amarla tutti giorni. Io lo so che tu non sei me. ”
“ io non sono te. Tu non sei me. Per fortuna ognuno di noi è diverso ed è se stesso si cresce nella vita e ogni giorno tu stai migliorando con me. Parla con la mamma magari anziché tornare esattamente insieme potete trovare un rapporto solo esclusivamente vostro. ” confesso appoggiandolo su qualcosa che non avrei mai e poi pensato di dire.
“non saprei nemmeno più come comportarmi ”
“si te stesso come lo sei con me. Sono sicuro che la mamma possa capire. E poi devi parlare anche con Sarà”. Scuote la testa contrario a quello che ho detto.
“ tua sorella mi ha visto l'altro giorno vicino alla palestra in cui va ad allenarsi. Mi ha evitato. Non mi ha Neppure salutato. Credo sia meglio non rovinare la vita anche a lei”
“ vuoi rimanere con il rimpianto di non aver mai avuto un rapporto con lei. Di averci almeno provato? ”
“credo di si. Ho visto come sei stato tu e se non fosse per la tua ragazza ora non saremo qua”
“emma ha solo fatto in modo che io capissi, ma la scelta di perdonarti l'ho presa io non lei.”
“ma se non avesse almeno provato a farti ragione credo che non ci parleremo nemmeno. Forse staremo ancora a dichiararci odio. Ed è lo stesso che succederà con tua sorella se provo soltanto a rivolgerle la parola. ”
“ ci devi almeno provare! " Non pensavo di trovarmi in queste situazione e soprattutto di spingere mio padre a parlare con l'altro pezzo del suo sangue del mio sangue. Avevo passato anni a pensare di tenerlo lontano da noi. Di non voler vederlo mai più nella mia vita. Eppure Emma ha buttato giù dei muri sin dal nostro primo sguardo.
“ non me lo merito Simone!” lo sento dire mentre mi guarda negli occhi. Mi avvicino appoggiandogli la mano sulla spalla.
“ se fai le cose con il cuore e convinto meriti ciò che pensi di non meritare. Ascolta papà, io ho provato in tutti modi tenerti lontano ma non ci sono riuscito. L'odio mi acceccava ma non perché lo provassi davvero ma perché le ferite non si erano mai emarginate. Ogni tanto ci penso al passato ma allo stesso tempo credo che non ce ne sia bisogno; il presente è un altro, è tu stai dimostrando ogni giorno che ci sei per me e per Emma. Ci chiami per sapere come stiamo. Mi vieni a trovare a lavoro. Quindi davvero devi provare a parlare con Sara, ti aiuto se vuoi!'
“no. Non voglio che succedano casini tra te e tua sorella”
“non succederà nulla. Io voglio bene a Sara e lei sa che se penso una cosa gliela devo dire” annuisce e ci abbracciamo.
“senti perché domani non vieni a cena da noi? Oggi c'è Kurt! Dormirà da noi non vede l'ora!"
“ma no disturbo!”
“ma smettila. Vieni dai stai un po' con noi e poi se vuoi torni a casa.”
“d'accordo. Magari di mattina passo da tua madre, così le parlo anche del fatto di Sara”
“Sarebbe un ottima idea lo sai?” annuisce. Prendo poi le chiavi lo saluto e guardando l'orario mi accorgo che mancano 10 minuti ed Emma esce dall'Università.

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