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«Quindi, Barcellona anche voi, eh?» mi domanda Paolo con aria distratta. Rispondo con un'alzata di spalle.

«Ci è sembrata l'alternativa meno peggiore tra tutte. Certo, vogliono farci fare il viaggio in pullman, il che è una bella menata, però...»

«Stiamo cercando di convincerli ad andare in aereo» mi interrompe Paolo. «Ormai i tempi in cui i viaggi aerei costano quanto uno stipendio sono finiti, alla fine non penso che spenderemo tanto più del previsto. Rodari ha detto che lui ci starebbe. A voi, chi vi accompagna?»

«La Orsi.»

Ridacchia: «Come volevasi dimostrare.»

Mi insospettisco: «Come mai?»

"Ti prego, non dire che ha una cotta per Andrea, dimmi tutto ma non che..."

«A parte che quando si tratta di gite è sempre in mezzo...»

"Oh, meno male."

«Ma poi se la sono data tutti che muore dietro a Rodari. Che, avessi da dirti, fossi donna e avessi la sua età, pure io ci farei un mezzo pensiero impuro, in tutta onestà» conclude il discorso con un sorriso complice, che si trasforma in uno sguardo interrogativo: «Stai bene?»

«Benissimo!»

La voce mi esce più alta di un numero indefinito, ma di sicuro alto, di ottave: promemoria a me, devo imparare a dissimulare in maniera decente.

«E se una come la Orsi ci provasse con te?» azzardo, sperando che questa volta la voce non tradisca nulla di compromettente. Paolo mi scocca un'occhiata in tralice.

«Per l'amor del cielo, amica mia.»

«Perché?» proseguo, forse troppo inquisitoria.

«La Orsi è insopportabile» minimizza. «Poi ce lo vedi uno rilassato come Rodari con un gomitolo di ansia come quella? Eh, guarda, parli del diavolo e spunta la coda.»

Con la testa, punta verso l'entrata del liceo, da cui Andrea (il mio Andrea!) sta uscendo seguito da una Orsi fedele come un cagnolino.

«Guardalo» continua, divertito, «preferirebbe fare quattro ore consecutive di lezione su Lucrezio piuttosto che sentirla parlare.»

Si gira verso di me con aria complice.

«Vieni con me.»

Senza darmi il tempo di ribattere mi arpiona un braccio e mi trascina davanti ai miei docenti, sfoderando un sorriso sornione appena gli si para davanti: Andrea lo guarda perplesso, la Orsi sembra indispettita, anche se tenta di mascherarlo.

«Oh, ciao ragazzi» ci saluta Andrea, seguito da un borbottio da parte della Orsi. Paolo amplia il suo sorriso.

«Possiamo rubarvi un minuto, per favore?»

La Orsi fa spallucce: «Ci mancherebbe, dite pure.»

«Ecco, in particolare avrei piacere di parlare con lei: io e Melissa stavamo parlando della gita, visto che anche la sua classe va a Barcellona...»

«Sì, ne abbiamo parlato qualche giorno fa.»

«Volevo chiederle se sarebbe d'accordo sullo scegliere il viaggio in aereo piuttosto che optare per quello in pullman.»

Andrea sorride, beato: «Ah, Paolo, quel "piuttosto che" usato in maniera corretta mi ha mandato in estasi.»

Rido.

Andrea mi guarda e mi fa l'occhiolino.

Ok, posso morire felice.

«Professoressa, mi perdoni la sfacciataggine, ma diciamoci le cose come stanno: i prezzi degli aerei ormai sono irrisori, i documenti ci serviranno comunque,quindi...»

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