Quando arrivo in cortile, Paolo mi sta già aspettando con un bicchiere colmo di cioccolata del distributore: gli sorrido, grata, sedendomi vicino a lui come al solito.
«Dieci giorni e si parte» spezza il silenzio. «Ti confesso che aspetto la gita di quinta superiore da quando andavo in seconda media, mi sembra la nostra occasione per fare quelle cose da confraternite americane, o quelle stupidaggini intimiste da film. Sai, tipo le nottate a confessarci chissà che segreti, tutti insieme...»
Sorseggia un poco del suo cappuccino, pensoso.
«Anche se so benissimo che sarà come tutte le altre gite, solo all'estero e un po' più lunga.»
Rido: «Dai, non essere disfattista! Magari è la gita della svolta e succedono grandi cose.»
Penso al quaderno ficcato in fondo al mio zaino, ormai denso di scritte, pensieri sparsi ed estratti di canzoni, che ho deciso di consegnare proprio durante la gita: di sicuro sarà più facile presentarmi alla porta della sua stanza rispetto ad accedere al suo cassetto in sala professori.
Non mi ha ancora beccata a scriverlo, a differenza di Ester che, appena l'ha notato, ha iniziato il suo solito fuoco e fila di domande: mai come allora ho ringraziato di non aver mai scritto il nome del diretto interessato, visto che quella meravigliosa impicciona della mia migliore amica ogni tanto ha il vizio di leggere ciò che sto scrivendo e commentarlo a mezza voce. Clarissa, perlomeno, ha la decenza di farsi gli affari suoi, anche se non escludo che sia solo perché ci separa il banco di Ester.
«Che tu sappia...» azzardo, con finto disinteresse, «i professori dormono in camere singole?»
Paolo strabuzza gli occhi: «Eh be', certo! Perché?»
«Chiedevo...» rispondo, laconica, ricevendo una gomitata.
«Dì la verità.»
«Nicola, il mio compagno di classe, quello coi capelli ricci un po' lunghi» spiego, «seduto dietro di me... ecco, lui ci ha messo la pulce nell'orecchio e mi chiedevo se fosse possibile una cosa del genere.»
«Ma sì che hanno camere singole, per forza» taglia il discorso Paolo, finendo il cappuccino con una smorfia: «Non so perché mi ostini a bere questa brodaglia...»
«Perché fa un freddo cornuto e tu hai bisogno sia di uscire a prendere aria, sia di scaldarti.»
Con l'avvicinarsi di dicembre, le temperature si sono abbassate in maniera drastica: addirittura, ogni tanto succede che Andrea non esca a fumare la sua solita sigaretta e le mie gite nel porticato si rivelino inutili.
Come sta succedendo oggi.
«Devo darti una cosa.»
Rovista all'interno del cappotto e ne estrae un pacchetto rettangolare, fasciato in un sacchetto di carta lucida rossa e con una piccola coccarda dorata sull'angolo superiore sinistro. Ridacchio.
«Due cose: come lo sai e perché l'hai fatto.»
«Aspetta» mi blocca, porgendomi il pacchetto, «prima che ti fai strane idee, è un pensierino da poco, nulla di speciale. Secondo, me l'hai detto tu qualche tempo fa, e visto che domani non potrò essere a scuola, ho deciso di portartelo oggi.»
Gli sorrido, colma di stupore genuino, iniziando a spacchettare: una copertina di un rosa abbagliante, con sopra una sinossi impressa in scritte bianche, mi si para davanti; in copertina ci sono una serie di verdure e funghi disegnati come forme del corpo umano. Non posso negare un'occhiata perplessa a Paolo.
«Sono racconti» mi spiega. «Mi sembri una che legge tanto e di tutto, e dato che non so proprio bene quale sia il tuo genere, ho deciso di optare per una lettura abbastanza tranquilla. Si leggono bene, in fretta, l'ideale da leggere sul cesso» conclude, ridacchiando.

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Hamartia
Teen Fiction[COMPLETA] Melissa Cammareri ha tutto ciò che un'adolescente possa desiderare: bellezza peculiare, ottimi voti a scuola, una compagnia di amici fidati e un ragazzo innamorato di lei al suo fianco. La sua vita sembra procedere senza difficoltà lungo...