CAPITOLO 18

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Mi sveglio con un mal di testa assurdo, ultimamente sta diventando un'abitudine. Sono fortunatamente nella mia stanza e con me c'è anche Alexis, che così come ci eravamo accordate, è rimasta a dormire da me.

Non riesco ancora a credere a quello che è successo. Ero venuta qui per cercare un po' della normalità che avevo chiaramente smarrito a Miami, e invece adesso mi ritrovo a sperare che l'ora del mio ritorno lì arrivi in fretta.

Dopo essercene andate dalla festa, siamo ritornate a casa e abbiamo ordinato del cibo. Alexis ha iniziato a raccontarmi nei minimi dettagli l'evoluzione dell'atteggiamento di Rose, e quando lo ha descritto ho seriamente riconosciuto una somiglianza con Ashley.

Mi sono sfogata ulteriormente e dopo una lunga chiacchierata ho trovato la forza di rispondere al messaggio di Cameron.

A proposito, dovrei controllare il telefono, voglio raccontare fin da subito di questa storia a Cat e Claire, così che, una volta lì, sarà già un capitolo archiviato.

Ci hanno già pensato loro a scrivermi.

*Da Claire*
La reginetta ha definitivamente perso il trono. Dopo quello che è successo, mio cugino l'ha finalmente mollata.

Sarà vero? O semplicemente avranno litigato per l'ennesima volta, e alla fine riusciranno a riconciliarsi?

L'idea che Cameron possa seriamente prendere in considerazione la possibilità di non passare più del tempo con lei, allevia il dolore che sto provando e che mi tormenta.

<<Buongiorno, va un po' meglio?>> irrompe Alexis

In realtà non molto. Ma mi sforzo che tutto fili per il verso giusto.

<<Sì..più o meno>> mi limito a dire con un sorriso forzato.

Ci dirigiamo al piano di sotto per fare colazione, ed io sto morendo di fame, visto che ieri sono riuscita a mangiare poco e niente di tutto quello che avevamo ordinato.

Scrivo un lungo messaggio in cui spiego ogni cosa alle mie due amiche di Miami, e scendo profondamente nei dettagli. Infondo, penso che soltanto parlandone possa essere in grado di superarlo prima o poi, no?

Rispondono praticamente subito.

*Da Cat*
È fortunato che io non lo conosca. Però se vuoi posso sempre venire e gonfiarlo di botte, a te la scelta.

Non posso fare a meno di sorridere, Cat sa davvero come tirare su il morale alle persone.

<<Allora, oggi che facciamo?>> comincia Alexis mentre gusta lentamente uno dei pancakes che ci ha preparato mia madre.

Le rivolgo uno sguardo interrogativo, proprio perché pensavo avesse capito che la mia unica intenzione era quella di rimanere a casa.

<<Lo so, lo so che non vuoi per nessuna ragione uscire, però pensaci. Stasera partirai di nuovo, e non puoi sprecare il tempo qui piangendo nella tua stanza. C'è una bellissima giornata, potremmo portare tuo fratello Chase al parco>> continua, avendo percepito il mio disappunto.

Forse ha ragione. Insomma, sono visibilmente distrutta ma non posso lasciare che quei due abbiano la meglio sul mio stato fisico e mentale. Probabilmente, passeggiando per le strade di San Francisco, molti dei ricordi che avevo con il mio ormai ex-ragazzo riesumeranno, ma cercherò in ogni modo di gestirli.

<<Ma tu non dovresti andare a scuola?>> dico sorridendo

<<La mia migliore amica stasera parte e ti pare che io vada a scuola? E poi, se ti lasciassi da sola sono sicura che passeresti il tempo a struggerti per quel coglione e quella stronza. Quindi no grazie, andiamo a prepararci>> dice e corriamo subito nella mia stanza.

In realtà la voglia che ho di conciarmi per bene è pari a zero, tanto che dopo essermi fatta la doccia prendo il primo jeans e la prima felpa che trovo nella valigia.

Non ho nessunissima intenzione di truccarmi, quindi prendo i miei onnipresente occhiali da sole, che mi permetteranno di nascondere le due grandi occhiaie che mi compaiono sul viso.

Controllo ancora una volta il cellulare, ma oltre ai messaggi di Cat e Claire ci sono soltanto un'infinità di chiamate da parte di Jack.

Si aspettava davvero che io potessi non evitarlo? Non ho bisogno di alcuna spiegazione, ogni cosa che c'è stata tra noi, evidentemente non è stata vera. Non lo amo come credevo, e solo adesso mi accorgo che lo sguardo di Cameron mi ha fatto provare qualcosa che con lui non avevo mai provato.

Smetto per un momento di pensare a tutta questa storia e passeggio mano per la mano con il mio fratellino, che ormai sta crescendo a vista d'occhio.

Passiamo una giornata tranquilla, torniamo a casa in tempo per il delizioso pranzo cucinato da mia madre e nel pomeriggio, dopo aver sistemato la mia roba, faccio un salto nella palestra in cui sono cresciuta, ancora una volta, prima di andarmene.

Passo una buona oretta lì dentro, discutendo e ricevendo diversi consigli dalla mia storica coach Ana, che mi ha permesso di diventare la ballerina che sono.

Torno a casa dove mi aspetta la mia famiglia e soprattutto Alexis, che non ha fatto altro che premurarsi che io stessi bene durante tutta la giornata.

Carico le valigie in macchina e tutti insieme ci dirigiamo verso l'aeroporto.

Quando sono pronta per partire ed è arrivato il momento dei saluti, devo ammettere che fa meno male che la prima volta.

Stare con le persone che a me hanno realmente tenuto è stato fantastico, ma quello che è successo mi ha fatto fin troppo male, e tornare a Miami sarà un toccasana per il mio stato attuale.

Saluto con un forte abbraccio mia mamma e John e poi passo a Chase. Dopo averlo stretto forte e aver giocato ancora un po' con i suoi folti riccioli, mi faccio promettere che cercherà di assumere un comportamento migliore a scuola, e che non farà disperare la mamma.

Arriva il momento di Al, e vorrei tanto che potesse venire con me a Miami. Sarebbe tutto più facile con lei al mio fianco.

È sempre stata lei la mia vera migliore amica, Rose faceva semplicemente finta, sperando che un giorno potesse arrivare il momento giusto per ferirci e pugnalarci.

<<Quando ti va, puoi venire a stare da noi a Miami. Sono sicura che a Luke non dispiacerà l'idea di averti in casa>> dico e le procuro un gigantesco sorriso.

<<Sarebbe magnifico. Intanto, cerca di riprenderti e per qualsiasi cosa, sai che puoi chiamarmi. Mi mancherai>> risponde con un tono particolarmente triste.

<<Anche tu>>le dico e comincio ad allontanarmi per non rischiare di perdere l'aereo.

Non pensavo sarebbe potuta andare così, è stato un viaggio che ha provocato l'effetto contrario di quello che speravo.

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