CAPITOLO 30

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Quando Cameron mi vede uscire dal bagno con indosso solo la sua maglietta, fa fatica a parlare e sembra essere imbarazzato.

In fondo non dovrebbe. È abituato a vedere le ragazze nude e probabilmente non è questa la prima volta in cui presta la sua maglietta a qualcuna.

Il profumo di Cameron pervade le mie narici e mi avvolge totalmente.

<<Ti sta bene, molto meglio che a me>> dice secco e continua a fissarmi mettendomi chiaramente a disagio.

<<Grazie, hai ragione, dona molto più a me che a te>> scherzo, ed entrambi ridiamo di gusto.

Continuo a essere titubante sulle domande che ho in mente riguardo alla ragazza nella foto. Che dovrei fare, dovrei parlarne? Potrei rovinare il momento di quiete e di stabilità che si è appena creato tra me e Cameron, ma se non lo facessi, sono sicura che questa cosa mi tormenterebbe a lungo.

Magari è solo una semplice amica, e sarà meno faticoso per lui rispondere di quanto io immagini.

<<Cameron, posso farti una domanda?>> chiedo di getto.

<<Se è di matematica, giuro che ti getto di nuovo nella piscina, pioggia o meno>> dice, porgendomi i vestiti che si sono asciugati prima di quanto pensassi.

<<No. Prima ero nella tua stanza, e non ho fatto a meno di notare le diverse foto. C'era una ragazza, e giuro di averla vista anche in alcune foto da Luke, e Cat. Chi è?>>

Si inorridisce immediatamente, e capisco che forse avrei fatto meglio a rimanere in totale silenzio. Maledetta me e la mia voglia immane di essere sempre a conoscenza di ogni cosa che mi circonda.

<<Perché non chiedi a lui? E poi, che cazzo te ne importa?>> risponde gelido e io comincio a riconoscere il Cameron stronzo dei primi giorni, che continua a infastidirmi.

<<Okay, ma rilassati, ti ho posto solo una semplice domanda>>

<<È questo il tuo problema. Sei un'impicciona del cazzo e non capisci quando non parlare. Vuoi sempre avere la situazione sotto controllo e pretendi che niente sconvolga la tua vita perfetta, esattamente come una bambina>> dice poi lasciandomi completamente immobile e ferita.

Le lacrime stanno minacciando di rigarmi il volto e devo andarmene il prima possibile per evitare di piangere davanti a lui e per dargliela vinta. Perché è solo questo che vuole Cameron, farmi soffrire, giusto? Gli servivo per delle stupide ripetizioni e non gli importava nulla di essere un minimo gentile con me.

<<Sai qual è il punto? È che tu Cameron, non sai niente della vita delle persone e giudichi soltanto perché sei uno stronzo. Sono stanca dei tuoi sbalzi di umore, mi hai usata solo perché nessun altro ti avrebbe aiutata>> rispondo e dopo aver infilato i vestiti esco rapidamente da casa.

Sta piovendo incessantemente e io non ho a disposizione neanche l'ombrello, ma non è importante. L'unica cosa che conta in questo momento è andare il più lontano possibile da questa casa, e da Cameron, che non ha fatto altro che complicare la mia vita da quando sono qui.

Continuo a passo spedito ignorando l'intensità della pioggia ma vengo raggiunta da Cameron che mi corre incontro e mi avvolge con la sua felpa.

<<Nicole..aspetta, mi dispiace.. io non volevo>>

Posa un dito sul mio mento ed io alzo la testa, i miei occhi si incrociano con i suoi profondamente marroni che mi hanno colpito sin dal primo momento in cui li ho visti.

Non trovo neanche il tempo di rispondere, che le sue labbra si scontrano con le mie provocandomi un brivido lungo tutto il corpo.

Mi cinge in vita con le sue possenti braccia muscolose ed io avvolgo le mie attorno al suo collo. Il bacio prima è lento, e tenero, ma poi, nuovamente, entrambi sentiamo il bisogno di intensificarlo.

Non riesco a spiegare il motivo per cui mi stia lasciando andare, ma in realtà, è da quanto l'ho baciato la prima volta che sento il bisogno di sentire le sue labbra sulle mie, ancora una volta.

Non avevo mai conosciuto una persona che riuscisse a cambiare umore tanto facilmente e che potesse condizionare con i suoi atteggiamenti anche il mio.

Prima mi ha inesorabilmente ferita, e portata a pensare di non voler avere più niente a che fare con una persona del genere. Ma adesso, ora che la distanza tra noi si è completamente annullata e le nostre lingue stanno creando un mix di sensazioni perfette, è come se tutto intorno a noi fosse momentaneamente sparito.

<<Mi dispiace, davvero, io sono un stronzo e non volevo..>> continua ma io non gli do neanche il tempo di finire la frase che poso ancora una volta le mie labbra sulle sue riprendendo il nostro bacio.

Quando se ne rende conto, sorride e ricambia con ostentata passione il bacio.

Forse domani sarò l'ennesima ragazza presa in giro ed umiliata da Cameron Dallas, ma quando sono con lui sono fin troppo me stessa e rido, dimenticando ogni mio più assurdo problema.

<<Entriamo dentro, potremmo prenderci davvero qualcosa stando ancora qui>> dice e mi afferra per la mano provocando un'altra violenta scarica lungo tutto il corpo.

<<Cam..io devo andare, davvero>>

<<Ti accompagno io>> dice mentre gli porgo la felpa che aveva adagiato sulle mie spalle poco più di 5 minuti fa.

<<No, tienila>>

Speravo che mi dicesse di tenerla. Questa felpa è impregnata del suo profumo che è il più buono che io abbia mai sentito.

Holding on to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora