(NICOLE'S POV)
Ho la testa che sembra un macigno e riesco a stento a muovermi. Ma che ore sono? E soprattutto, quanto ho dormito?Mi sforzo e riesco ad allungare il braccio per afferrare il telefono.
Sono le 10. Ed ho una miriade di messaggi da parte dei miei amici.
Riesco solo adesso a ricordare cosa è successo ieri sera, anche se non completamente. Quella stronza di Ashley ha davvero esagerato. Non ha davvero un limite?
*Da Cat*
Dimmi che stai bene ti prego. Ashley non la passerà liscia, te lo assicuro.Con mia sorpresa noto anche che ce n'è uno anche da parte di Cameron.
*Da Cameron*
Ti sei ripresa? Ieri quando ti avevo tra le braccia eri pallidissima.Erano sue le braccia che mi hanno portata fuori dalla piscina?
Vorrei poter ricordare.
Grazie, davvero digito.
Non pensavo che la mia prima festa sarebbe andata in questo modo. Il mio obiettivo non era assolutamente quello di avere problemi.
La porta della mia stanza si apre e compare Luke con una colazione a dir poco deliziosa. Sento il profumo inconfondibile dei pancakes.
<<Buongiorno cuginetta, come stai? Ti senti meglio? Hai bisogno di qualcosa?>> dice velocemente e la preoccupazione nei suoi occhi è percebibilissima.
<<Sì, sta tranquillo. Luke, mi ricordi cosa è successo esattamente ieri sera? E per favore non tralasciare alcun particolare>> rispondo
<<Quando stavamo per fare un brindisi Ashley si è lamentata della vodka scadente ed è andata a preparare dei bicchieri con dell'altra. Nel tuo di bicchiere ha aggiunto qualche sostanza che ti ha provocato sonnolenza. Fortunatamente non era nessuna droga. Dopo aver ballato sei uscita fuori perché cominciavi a subirne gli effetti ed Ashley si è avvicinata e ne ha approfittato per farti cadere in piscina>>
Che stronza megalomane.
<<Ah. E poi..?>>
<<Poi Cameron ti ha presa e ti ha portata su, ma solo perché non c'era nessuno di noi. Altrimenti non avrei mai permesso che a prenderti fosse lui>>
È da apprezzare il fatto che non mi abbia lasciata in piscina e mi abbia presa.
Consumiamo velocemente la colazione e appena Luke esce dalla mia stanza prendo il necessario per andare a fare una doccia.
Ho bisogno di andare a fare una passeggiata per distendere i nervi e per sentire la mia famiglia.
Ultimamente non sto sentendo molto i miei genitori, però quando li ho avvertiti che sarei tornata la prossima settimana hanno fatto i salti di gioia. Effettivamente mi mancano molto, così come mi manca molto il mio fratellino Chase, che ogni mattina era solito svegliarmi facendo irruzione nella mia stanza.
Sta iniziando a fare freddo anche qui, nonostante siamo a Miami e quindi preferisco indossare una delle mie felpe preferite, che mi ha regalato Jack prima che partissi. A San Francisco mi sentivo realmente amata.
A proposito, ho promesso ad Alexis che avrei provato a parlare con Rose per capire cosa stia succedendo.
Digito il numero mentre comincio ad incamminarmi verso il parco che non è molto lontano dal quartiere in cui vivo.
Sinceramente, ho paura di cosa possa dirmi. Rose è sempre stata mia amica, fin da quando ne ho memoria. Io lei e Alexis abbiamo condiviso ogni singolo particolare delle nostre vite, e vederla allontanarsi in questo modo mi ferisce inesorabilmente.
Dopo tre squilli, ecco che finalmente risponde.
<<Rose>> comincio.
<<Ciao Nicole, a cosa devo questa tua chiamata?>> risponde e già sento un certo atteggiamento distaccato.
<<Nulla, volevo sapere come stessi e capire il motivo per il quale tu ti stia allontanando da Alexis>>
<<Io sto bene. E comunque sia, non mi sto allontanando da Alexis. Semplicemente, da quando sei andata via nella squadra di danza c'è stato bisogno di un nuovo capitano, e come tu penso ben sappia essere il leader è impegnativo>>
C'è qualcosa che mi puzza.
<<E con Jack? Come va?>> continua lei
<<Bene, finalmente abbiamo trovato un equilibrio e riusciamo a sentirci spesso>>
<<Capisco. Io adesso devo andare, ho le prove con la squadra. Ci sentiamo>>
<<Ciao..>> dico e attacca in men che non si dica.
Ho fatto bene a non avvisarla del mio piccolo salto a San Francisco la settimana prossima. Credo avrebbe trovato la scusa adatta per evitarmi.
Continuo a camminare immersa totalmente nei miei pensieri e a pochi metri di distanza noto Cameron che sta venendo esattamente nella mia direzione.
Cerco di evitarlo coprendomi con il cappuccio della felpa e per un momento credo abbia funzionato.
Non è il massimo farsi vedere in queste condizioni.<<Nicole, lo so che sei tu>> dice Cameron
<<Come stai? Ti senti meglio?>> continua
<<Sì sto bene e grazie per avermi portata fuori dalla piscina>>
<<Figurati. Non so perché Ashley stia facendo così tanto la stronza con te. Non continuerà a lungo>>
<<Lo spero>>
<<So che non è il momento adatto ma, lunedì ti va ancora di fare ripetizioni?>>
Effettivamente il mio stato fisico me lo imporrebbe, ma preferisco portare a termine questo compito il prima possibile.
<<Non è un problema. Entro domani mi sarò ripresa. Scrivimi per accordarci sull'orario>> dico.
<<Allora a domani, Nicole>> sorride e sembra quasi essere imbarazzato.
Ogni volta che sorride è come se mi arrivasse un pugno allo stomaco. Ha un sorriso disarmante e adesso capisco perché tutte le ragazze della scuola gli corrano dietro.
Sorrido e comincio a dirigermi verso casa perché sto iniziando a sentire un discreto languorino e ho bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.
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Holding on to you
Teen FictionNicole è una 16enne di origini americane, con una passiona smisurata per la danza. La sua vita è sistematicamente perfetta: ottimi voti a scuola, discreta popolarità, amiche sempre presenti e uno dei ragazzi più gettonati di tutta quanta San Francis...