Prologo

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Concilio dei Re

La porta cigolò con leggerezza illuminando l'ampio salone rotondo con la luce delle torce presenti nel corridoio. Dopo pochi istanti un'ombra si affacciò sull'ingresso oscurando i bagliori arancioni che si erano fatti largo nella stanza.

Saviorcr, il Re degli Orchi, fu il primo tra i regnanti a entrare nella Sala dei Giochi.

Portava con sé una torcia con la quale iniziò a muoversi per la stanza accendendo tutte le fiaccole che ne adornavano la parete.

L' andatura lenta e stanca ne rifletteva l'umore, nero e cupo.

Si tolse il leggero mantello da viaggio che aveva indossato per quella riunione e lo adagiò presso il proprio scranno. Alleggerì la tensione delle cinghie dell'armatura di cuoio sperando che quel gesto gli permettesse di avere un po' di respiro e si sedette al tavolo con la mente avvolta dai pensieri. Le mani premute ai lati del volto e le dita che si muovevano in piccoli cerchi intorno alle tempie massaggiandole nel vano tentativo di dare un po' di quiete alla pressione che l'Orco sentiva in tutta la testa. Il respiro affrettato divenne a poco a poco più regolare man mano che il regnante riprendeva il controllo di sé.

Dopo le notizie ricevute si era mosso di gran carriera per chiamare a raccolta il Concilio dei Re e non si era risparmiato un istante.

"Non funzionerà..." disse tra sé e sé intanto che rifletteva sulla strategia elaborata. "Mi diranno che sono solo un pazzo e che quest'idea non ha alcun fondamento logico."

Sbuffò e si alzò in piedi desiderando ardentemente di trovare una soluzione alternativa per la minaccia che incombeva su di loro.

"Non posso prendere questa decisione da solo. Gli altri devono essere d'accordo, dovremo mettere da parte le divergenze, i rancori e le guerre del passato. Dovremo essere uniti come durante i Giochi."

Saviorcr sollevò lo sguardo verso i trofei che ricoprivano le pareti sopra le torce.

"Perché non sono tempi come quelli?" replicò il Re degli Orchi sbuffando e alzandosi in piedi per girare intorno.

"Niente guerre, niente dolore, solo sport. Poco importa che si tratti di corsa, nuoto, lotta, scacchi o briscola."

Poi i suoi occhi si posarono sulle fiaccole appese alla parete e un velo gli oscurò gli occhi. "Peccato che ciò che verrà ricordato qui oggi non saranno quei momenti di pace, bensì, le guerre, come la Guerra del Sacrilegio conclusa da pochi anni e che ha portato tanti morti tra Pelledura, Nani e Elfi. Spero solo che il giudizio dei regnanti non venga offuscato dal ricordo delle pire dei morti e dai massacri sui campi di battaglia. Oggi non possiamo permetterci tutte queste ostilità. Il pericolo che ci sovrasta è maggiore di tutti noi e non conosce regole o codici d'onore. Solo uniti potremo farcela."

Ma la mente del Re venne distratta dal cigolio della porta che si aprì, rivelando la presenza di due figure longilinee avvolte anch'esse da lunghi mantelli verdi come le profondità delle foreste.

"Elfi, con passi così leggeri non potevano che essere loro."

«Amici Elfi, ben arrivati,» disse aprendo le braccia e inclinando con eleganza il possente busto in un inchino, «Gran Re Oleinir, Regina Leansar...» ma venne interrotto nel vedere la Regina degli Elfi avanzare a passi rapidi verso di lui con lo sguardo fisso nei suoi occhi.

Saviorcr deglutì, quegli occhi acuti, scattanti e sensuali sembravano volerlo bruciare vivo. Distolse la testa nel vedere la donna togliersi il mantello e rivelando un corpo atletico e tonico rivestito da una corta tunica da cacciatrice che ne esaltava le curve.

Slurtzo - Il BerserkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora