Non svegliar l'Orco che dorme

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«Eh, eh» rise Slurtzo, guardando i nuovi arrivati, «chi di voi Puledri vuole essere il primo?»

«Il primo a far cosa?» chiese uno dei Centauri dai denti aguzzi senza comprendere la domanda.

«A morire!» esclamò il Berserker sorridendo e scattando in avanti, senza neanche dare alle creature la possibilità di reagire.

Il guerriero saettò in avanti a mani nude, sfondando la gabbia toracica del primo Centauro senza che questi avesse il tempo di capire cosa stesse accadendo.

La mano penetrò di taglio, attraverso la pelliccia, lacerò la carne come se fosse burro e dopo essersi chiusa a pugno spezzò le ossa con uno schiocco, arrivando fino al cuore, fermandolo.

Gli altri centauri indietreggiarono di un passo, caricando gli archi e le frecce.

Ma Slurtzo fu più veloce.

Con quello che era successo nei minuti precedenti, furioso sarebbe stato un aggettivo troppo gentile per descrivere lo stato d'animo dell'orco.

In quel momento Slurtzo era la guerra, come quando ai Giochi il suo compagno aveva detto "beccati questo carico, Slù" giocando l'asso di briscola, confondendosi con le altre carte.

E come lui, i Centauri dovevano morire.

Slurtzo dopo aver ucciso il primo, ne svuotò la faretra e si mosse con rapidità tra uno e l'altro quadrupede infilzandoli in punti vitali con le frecce rubate.

Tuttavia, avvicinatosi agli ultimi due la sua foga fu placata così tanto che stordí il più vicino con un pugno alla nuca e si avventò sull'altro, saltandogli in groppa.

Il centauro, ritrovatosi cavalcato come un qualunque animale da soma, si sentì ferito nell'orgoglio e iniziò a scalciare e a roteare le braccia nel tentativo di far cadere Slurtzo, ma questi ben deciso a tenere la creatura in vita gli cinse il collo da dietro con entrambe le braccia e lo fece svenire.

Tarak anche in questa occasione rimase impietrito dalla furia del Berserker, temendo che se si fosse mosso questi avrebbe potuto colpire anche lui.

Slurtzo nel frattempo era sceso dalla groppa del Centauro con un balzo, dirigendosi ad ampie falcate verso uno di quelli che stavano agonizzando a terra.
Afferrò con una mano una delle zampe della creatura, mentre con l'altra armeggiò un istante con la custodia del coltello che teneva in vita.

Tuttavia, non riuscendo ad aprirla, mandò un sonoro ruggito e con un pestone spezzò uno dei garretti del Quadrupede Vampiro che, dopo aver straziato il silenzio notturno con un urlo, svenne per l'intensità del dolore. Quella fu la sua fortuna, perché Slurtzo dall'apertura creata nella gamba iniziò a tirare per sfilare una rossa corda impregnata di sangue.

Tarak sconvolto di fronte a quella inspiegabile violenza non poté far altro che chiedere: «a gosa serve?»

Ma in risposta Slurtzo lo fulminò con lo sguardo: «a legare quei due vivi, ovvio, vedi forse qualcos'altro che si possa usare?»
«Tipo le gorde dei loro arghi o le ginghie delle loro faretre?» proseguì il goblin con innocenza.

«Aehm sì, giusto» rispose l'Orco, rosso in volto quanto il tendine che aveva tra le mani, «tipo le corde dei loro archi.» poi muovendosi rapido prese ciò che gli serviva e iniziò a legare le zampe dei due Centauri svenuti.

«Berghè li hai lasciati vivi?» chiese il goblin incuriosito da quella scelta, «vuoi forse inberrogarli? o breferisci mangiarli?»

«Nessuna delle due,» replicò l'Orco stizzito da quella domanda, «ho pensato potessero servire delle cavalcature.»

Slurtzo - Il BerserkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora