La Notte dei Mille Elfi

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Dopo la richiesta degli amici, Slurtzo iniziò a raccontare le vicende di quella notte: «La Guerra del Sacrilegio era ormai iniziata da diversi mesi quando avvenne il massacro di Forte Freddo, o perlomeno così piace chiamarlo agli Elfi, io preferisco chiamarla "la notte in cui ho cambiato idea e ho deciso che non volevo più stare dentro".»

«Aspetta,» lo interruppe Malian, «in che senso avevi cambiato idea? Non eri stato catturato?»

«Ma va» la corresse l'Orco ridendo, «pensi forse che dei semplici orecchie a punta potessero catturarmi?» il Berserker scambiò uno sguardo complice con Tarak «quando ci siamo conosciuti mi hai detto che eri negli ausiliari che avevano il compito di salvarmi, quali erano i vostri ordini?»

«Mm, riportarti indietro» riflettè Tarak, «anche contro la tua volontà.»

Malian scosse la testa: «perché mai ti eri fatto catturare?»

«Il motivo è abbastanza semplice» riprese l'Orco rispondendo all'assassina, «durante una perlustrazione io e la mia squadra siamo caduti in un' imboscata in cui sono stati tutti trucidati tranne me.

Quando ho realizzato che tutto era dipeso da me, ho deciso che mi sarei consegnato alla prima guarnigione nemica per far finire la guerra.»

Slurtzo rise al ricordo di quei momenti: «Il comandante della mia coorte aveva perfino minacciato di farmi rinchiudere in cella, ma una volta dato l'ordine di arrestarmi i miei compagni si erano tutti dissolti nel nulla lasciandolo lì da solo. Così mi sono recato verso Forte Freddo, disarmato e indossando solo il mio pigiama in pelliccia di Troll. Me l'ero cucito io sapete? Caldo e morbido come piace a me.» disse mimando il gesto di sferruzzare.

«Quando gli Elfi mi videro arrivare non credevano ai loro occhi: Slurtzo si sta consegnando a noi per porre fine alla Guerra? Alcuni iniziarono a piangere dalla gioia, erano veterani dopotutto, ne avevano viste di ogni tipo in guerra e avevano imparato ad apprezzare il valore della pace.»

«Come noi Pelledura» sogghignò con sarcasmo Tarak.

«Dimmi, Tarak, quanti fratelli ti sono rimasti dopo quella guerra?» chiese il Berserker con il gelo nella voce accennando la testa in direzione del Goblin, che abbassò lo sguardo come fosse stato colpito da un pugno sul viso «riflettendoci forse avresti preferito se fossi rimasto dentro.»

Tarak sospirò: «vai avanti a raccontare, Slurtzo, almeno non ci penso.»

L' Orco annuì e riprese: «quando mi consegnai erano presenti tutti, man mano che si spargeva la voce per Forte Freddo accorrevano increduli, come se avessero visto Helios in terra. Qualcuno da lontano osò prendersi gioco di me, ma si beccò un paio di occhiate di sdegno che bastarono a zittirlo, un'altro invece tanto coraggioso quanto furbo si mise a fare ironia sul mio pigiama, tuttavia per questo non mi limitai alle occhiatacce, anzi affondai la fronte sul suo naso trasformandogli il volto affilato e sottile in una maschera rossastra dalla quale sprizzava sangue a getti.»

«Non proprio il tipico atteggiamento di chi si è arreso ed è disposto a collaborare» intervenne Malian scuotendo la testa, «ma ti prego, vai avanti, sono curiosa.»

Slurtzo sorrise e alzando le spalle come a voler scaricare le responsabilità continuò: «Dopo quell' episodio, i comandanti ebbero la lungimiranza di frapporre le loro guardie personali tra me e il resto della guarnigione durante tutto il trasferimento alle prigioni. Una volta arrivato lì, mi misero in una cella e mi assicurarono che sarei stato trattato con rispetto visto che con la mia cattura si sarebbe potuta concludere la guerra. Fu allora che iniziai a pensare al perché mi trovavo lì dentro: avevo dato inizio ad una guerra per un omicidio durante i Giochi, omicidio ritenuto lecito perché non oltraggiava la Pace dei Giochi, tuttavia non per tutti era così quindi la guerra. Il problema tuttavia era dato dalla gente che continuava a morire, pertanto quella guerra doveva finire. Mentre ero intento a riflettere mi resi conto che non sarei mai riuscito a trovare una conclusione a quella questione se non avessi avuto con me i ferri da maglia: come aveva insegnato mamma per riflettere non c'era sistema migliore. Così chiamai le guardie e molto gentilmente richiesi quanto mi serviva, ma alle loro risate di scherno capii che non avevano intenzione di farmi avere quanto richiesto, così calciai la porta della cella ed uscii.»

Slurtzo - Il BerserkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora