La Luna diventò Rossa

155 28 128
                                    

Quando Slurtzo venne condotto sotto l'Albero della Vita, dello spirito del Berserker non sembrava essere rimasto molto.

Il guerriero era legato e imbavagliato come un prigioniero qualunque, ma le sue movenze erano quelle di un predatore a caccia: studiava l'ambiente circostante e volgeva la testa da ogni parte, il suo corpo era teso pronto a scattare non appena fosse comparso l'obiettivo della sua ricerca.

Tutto di lui era animato da un unico obiettivo: salvare Slurtzino. 

Il resto non esisteva, l'aveva chiuso fuori dalla mente.

Non voleva pensare a ciò che aveva appena visto: Tarak che sgozzava Malian e pugnalava senza pietà Runklas.

Ancora non aveva finito di piangere la madre dei suoi figli e già doveva piangere i suoi Compagni di ventura?

No, Slurtzo quello non lo voleva.

Voleva solo concentrarsi sul salvare suo figlio.

Per il resto che si fottesse anche il mondo.

Lo sguardo vagò su coloro che gli stavano intorno, Vampiri e Licantropi di ogni razza e Stregoni.

Due figure gli vennero incontro, uno era il Signore dei Vampiri che gli aveva parlato sulle sponde del torrente, l'altro era Tarak.

Il Goblin aveva lo sguardo fisso negli occhi del Berserker, gli occhi rossi, iniettati di sangue senza pupille, gli artigli e le zanne sporgenti, ma le mani tremavano e i passi erano incerti.

Il Signore dei Vampiri rise prima di rivolgersi al Fratello d'Ascia: «il tuo amico Goblin sta combattendo per riprendere il controllo, è tenace non lo nego, ma il mio potere sta crescendo e presto la sua parte vampirica eliminerà quella Goblin.»
mise soddisfatto una mano sulla spalla del Pelledura che se da una parte voltò il viso in direzione del proprio Signore, dall'altra con il corpo fece un passo in direzione di Slurtzo.

Il Berserker capì cosa stesse succedendo e un moto di rabbia e compassione crebbe dentro di lui.

Tentò di tenere a freno qualunque istinto, doveva restare calmo, non aveva ancora trovato Slurtzino, da lì poteva osservare e non poteva rischiare di perdere quella opportunità.

«Lo vedi? Sta ancora combattendo» proseguì il Signore dei Vampiri, «non lo puoi sentire ma il suo animo è lacerato da ciò che ha fatto: da una parte gioisce, dall'altra si dispera. Ed è per questo che vincerà la parte Vampirica, è inevitabile. La parte Goblin è debole legata agli affetti, priva della forza necessaria per fare le scelte giuste per sé stessi.
Tarak ha lottato per tutto il tempo da quando è stato trasformato, non lo credevo capace di tanto, solo una volta ha ceduto alle mie tentazioni, ma quella volta è servita a poco perché all'improvviso l'ho perso.
Dopo quella volta, quando è ricomparso è stato un osso durissimo da spezzare, ma alla fine ce l'ho fatta e lui stesso mi ha permesso di portare alla morte due dei suoi Compagni e alla tua cattura.» stava per proseguire quando fu colto un brivido di piacere che lo scosse.

Il Signore dei Vampiri alzò lo sguardo sopra la testa e osservò la Luna: «Ammira Orco, la Luna sta per tingersi totalmente di rosso, ancora pochi sacrifici e sarà completa.»

Slurtzo rivolse gli occhi al cielo e si rese conto che il Vampiro aveva ragione.

Si voltò da parte a parte guardando tra la cerchia dei bambini alla ricerca del proprio figlio quando finalmente lo vide: Slurtzino era di fianco a uno degli Stregoni che officiavano il Rituale e guardava verso di lui.

Il Berserker mise il corpo in tensione pronto a scattare per andare a salvarlo, ma successe qualcosa che lo bloccò.

Il piccolo Orco lo vide, alzò una manina in direzione del padre e si mosse per raggiungerlo, senza curarsi degli Stregoni o dei nemici che gli stavano attorno.

Ma qualcosa non andava: il piccolo aveva uno squarcio all'altezza del gola mentre gocce di sangue colavano lungo la corta veste.

Slurtzo impallidí di fronte a quella visione, non riusciva a credere a ciò che vedeva.

Non voleva credere a ciò che vedeva.

Ma la conferma arrivò poco dopo, quando l'andatura ondeggiante del piccolo divenne via via più sicura e man mano che si avvicinava al padre, il corpo crebbe fino a diventare quello di un Orco in giovane età.

«Oh, una riunione di famiglia,» esclamò il Vampiro sogghignando, «vieni Tarak andiamo, avranno bisogno di parlare.» facendo cenno al Goblin di allontanarsi verso il centro dell'Isola.

Calde lacrime scesero lungo le guance dell'Orco.

Nel vedere ciò il giovane Slurtzino parlò: «Saluti a te, Padre, come vedi non sei riuscito a salvarmi e ora mi presento sotto questo aspetto per farti vedere come sarei diventato se tu fossi riuscito nell'impresa. Ma non è questo il mio vero aspetto, io sono un demone minore e mi chiamo Uriakan.»  Il demone si espresse in un ghigno mostrando le zanne orchesche:  «L'anima di tuo figlio è ancora qui dentro, ti chiama e implora affinché tu lo coccoli e lo protegga. Ha paura che il buio dentro di lui possa fargli male. Povero, piccolo e ingenuo non sa neanche che torture ho in mente per lui e ahimè non posso negarlo ma è deliziosamente straziante. Comunque se può farti dispiacere, fino a quando non mi sarò adattato al nuovo corpo non cercherò di mutare altre forme se non questa.»
Nel vedere il Padre irradiare ira da ogni poro, il giovane Orco si avvicinò ancora di più fino a toccargli la testa: «Deliziosa questa tua rabbia, non nego che mi piacerebbe potermi nutrire di te, ma temo che tu spetti ai nostri Signori Oscuri. A proposito ecco l' ultimo Sacrificio, il figlio di Re Erian.»

Slurtzo nel sentire ciò, alzò gli occhi incuriosito e vide il capo degli Stregoni affondare la lama nella gola di un bambino e farne cadere il sangue a terra lasciandolo sprizzare dalla ferita.

Appena la prima goccia toccò le radici dell'Albero della Vita, un lampo scosse il terreno, la terra iniziò a tremare e dalle radici un turbine nero iniziò ad aprirsi, creando il passaggio tra i due mondi.

Fu allora che Slurtzo scattò in avanti e senza più speranze di salvezza per il piccolo Slurtzino, pensò di liberarlo dalla tortura che lo attendeva, circondò con le catene il collo del giovane Orco e tirò con forza fino a quando la testa non si staccò dalle spalle facendo rotolare a terra il corpo senza vita del demone.

Sembrava che nessuno se ne fosse accorto, tutti erano intenti ad adorare la venuta dei Demoni.

Nessuno sembrava poter vedere le sue lacrime.

Poi il turbine esplose e l'Isola fu avvolta da una nebbia nera e rossa, satura di sangue e morte.

Fu solo allora che Slurtzo ruppe le catene e con un ruggito di dolore si lanciò avanti, in lacrime, reclamando vendetta.





Slurtzo - Il BerserkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora