Nel Tempio

207 36 279
                                    

Oltrepassata la curva, la Compagnia si ritrovò in un immenso spiazzo all'interno della foresta nel quale oscure mura, nere come una notte senza luna, si ergevano catturando la luce del sole.
Al centro di esse un cancello rosso, così scuro da sembrare nero, rilasciava bagliori sanguigni, come se le borchie che ne rivestivano le inferriate fossero state da poco imbevute del sangue di molti nemici.
Sulle mura sopra di esso inciso su lastre d'argento c'era una scritta che Mailan iniziò a leggere: «IL TEMPIO DI TENEBRA, l' unico Birrificio in cui puoi bere fino alle Lacrime.»

Malian stava per controbattere, quando dalla sommità delle mura una voce si infranse su di loro:«RUNKLAS!!! Dannato alcolizzato, vieni subito dentro che andiamo a farci un paio di fusti!»

«Ti pareva che non ci facevamo riconoscere anche qui?» Mailan scosse la testa non sapendo se essere più arrabbiata con Runklas che non li aveva avvertiti, o con i Guardiani che stavano oltraggiando in modo così blasfemo il sacrificio della Divinità che avevano giurato di servire.

«Tranquilla,» le disse il Nano con un sorriso, «sono amici.»

«E come mai, anche se sono amici, ho l'impressione che anche qui la situazione degenererà?» chiese l' assassina mentre il pesante cancello veniva sollevato.

«No credimi,» le rispose Runklas strizzandole l'occhio, «ho un paio di favori da farmi restituire.»

«Eccoti qui dannatissimo Nano!» esordì il Guardiano avvicinandosi all'amico.

«Eeeh,» disse Aeleanar, non appena lo ebbe visto da vicino, «quaaasi quaaasi mi faccio rinchiudeeere quiii deeentro con luuuiii.»

Il Guardiano era un bell'uomo, alto quasi quanto Slurtzo, aveva i capelli lunghi e castani, con una barba che incorniciava un volto dai lineamenti duri di chi è abituato a combattere, gli occhi, verdi, attenti e scattanti, in quel momento erano allegri e gioviali. Il Guerriero era rivestito da una pesante armatura dalla quale spuntava un collo taurino che faceva intuire una possente muscolatura.

Anche Malian sembrava rapita dal fascino dell'uomo che con la sua virilità era riuscito ad aprire uno spiraglio di emozioni e pulsioni perfino nell'animo di quella fredda, razionale e spietata assassina.

Ma evidentemente la magia non era destinata a durare perché quest'ultimo si esibì in un fragoroso rutto in onore del Nano, che ricambiò con altrettanta intensità.

«Seguitemi dentro vi prego,» disse indicando l'entrata del Tempio alla Compagnia, «sarete assetati dopo tanto cammino. Io mi chiamo Arstout, e sono uno dei comandanti dei Guardiani.»

Li guidò attraverso il cortile dove vi erano altri diversi Guardiani intenti nell'addestramento:«qui ci sono i campi per l'allenamento, vanno dal corpo a corpo, alla scherma, al tiro con l'arco, al rutto di guerra e alla gara di bevute.»

«Scusa, ma che senso ha il rutto di guerra?» Tarak era sinceramente curioso.

«Intimidazione e paura per l'avversario, quanto carica emotiva e sfogo per chi lo esegue. Ma ditemi, per quale motivo siete qui? Siete qui per i fusti nuovi fatti con i malti tostati a Fucine dei Re?» chiese facendo l'occhiolino a Runklas con la testa, «non ve ne pentirete credetemi.»

«A dire il vero non siamo qui per la birra.» disse Malian con un sospiro.

«E per cos'altro siete qui allora? La Grappa?» chiese il Guardiano spaesato dalla risposta dell'umana.

«Eeehhii, beeel fuuusto? Siiiaaamo qui per le Lacriiimeee.» rispose Aeleanar esibendosi in un rutto per farsi notare dal Guardiano.

Arstout dopo aver lanciato all'Elfa un'occhiata tra l'incuriosito e l'ammirato si rivolse quindi a Runklas: «siete davvero qui per le Lacrime?»

Slurtzo - Il BerserkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora