«Cosa vorresti insinuare?» Slurtzo sembrava non aver preso per il verso giusto il commento sul culto di Crudna: le vene sul collo dell'orco erano tese e nere, le zanne snudate mentre gli occhi iniettati di sangue penetravano il corpo del goblin valutando da dove iniziare a squartarlo.
"Merda" pensò Tarak, realizzando di aver parlato troppo, "devo trovare un modo rapido per uscirne altrimenti rivedrò a breve tutti i miei fratelli defunti."
Ma non fece in tempo a trovare una soluzione perché la mano del Berserker si mosse rapida verso la gola del goblin sollevandolo di peso.
Quella mano sembrava fuoco e stringeva come le fauci di un troll quando azzannano la preda.Tarak ebbe la certezza che sarebbe morto di lì a poco, la testa gli parve sul punto di esplodere mentre cercava in tutti i modi di respirare, gli occhi iniziarono ad essere pesanti e le palpebre calarono, lo sguardo si perse negli occhi di Slurtzo, occhi scuri, occhi rossi, occhi di morte.
Poi tutto si spense.
«Sveglia! Sveglia, dannatissimo Goblin!» le mani del Berserker, calarono come magli degni delle migliori fucine naniche sulla faccia di Tarak che giaceva a terra dopo aver perso i sensi. «Non puoi morire, non prima di aver chiesto scusa a Crudna.» proseguì l'orco mentre continuava a tirare badilate sul volto del malcapitato.
Fu solo quando quest'ultimo alzò una mano a segnalare che fosse sveglio che si fermò.
Il Goblin avrebbe tanto voluto aprire gli occhi, ma sentiva la testa girare così tanto che anche il solo pensiero di vedere il mondo gli provocò nausea.
Figuriamoci vedere Slurtzo.
Si mise a sedere e iniziò a massaggiarsi la bocca, ma all'inizio fu come toccare delle pietre al sole, la pelle era insensibile ed era rovente. Fu solo dopo un attimo che iniziarono i problemi, quando dopo un po' di massaggi avanti e indietro Tarak iniziò a sputare prima un dente, poi un altro e un altro ancora.
«Daddadissimo Horrco» biascicò mentre il sangue continuava a sporcare la terra.Ma Slurtzo parve non capire: «Come scusa? Hai detto scusa Crudna?» chiese l'Orco alzando ancora un pugno in direzione del Goblin.
«Mmhh, shi, shi, sgusa Grrudna.» replicò quest'ultimo dopo essersi ricordato il motivo di quelle sberle.Slurtzo sentendo il Goblin scusarsi, si alzò e lo abbracciò forte, lasciandolo annaspare per la mancanza d'aria e una probabile incrinatura alle costole.
«Ho deciso che dobbiamo brindare» disse il Berserker con un sorriso e tirò fuori una borraccia che passò all'amico: «tisana ai vermi di fiume, credimi non ti conviene rifiutare.»
«Ba bene» disse il goblin senza più forze per dire di no «passa quesda disana, e sberiamo non bi abbazzi.» Al primo sorso sembrò buona, ma quando qualcosa di viscido si mosse toccando le labbra del Goblin, Tarak non poté far altro che sputarla.
«Questo non dovevi farlo!» disse Slurtzo con rabbia, e mentre con una mano afferrava la borraccia, con l'altra scaricò un sonoro sberlone sulla faccia del compagno, facendogli saltare altri due denti e lasciandolo privo di sensi.
A quel punto però dato che l'amico si era scusato per l'offesa a Crudna, Slurtzo decise di lasciarlo dormire cantandogli la ninna nanna che nonno Saurorcr gli cantava sempre quando era piccolo:
«Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk, agh burzum-ishi krimpatul.»
Terminato di cullare il goblin, in seguito all'ennesimo svenimento, il Berserker decise di fermarsi per far riposare il compagno di viaggio.
"Sì, per oggi abbiamo camminato abbastanza" rifletté tra sé e sé, "meglio se faccio riposare il tappetto, non vorrei si facesse troppo male visto quanto mi sembra scosso. Forse ho un po' esagerato."
Il Berserker si mise quindi a preparare il fuoco per scaldare entrambi dal freddo in arrivo della notte e, estratti i resti di un altro gnomo mannaro dallo zaino, si mise a consumare una lauta cena.
"Meglio fare un giro di perlustrazione" pensò Slurtzo mentre si sciacquava la gola con un sorso di tisana ai vermi di fiume, "se è tutto tranquillo posso mettermi a finire quel dannato berretto, potrebbe essermi utile domani nelle pianure."
Il giro fu rapido e senza problemi, così Slurtzo si mise a completare il berretto dalle orecchie di lupo.
"Oh, questo sì che è un lavoro di cui mamma sarebbe orgogliosa." esclamò soddisfatto l' Orco, quando dopo aver terminato il berretto, se lo infilò in testa.
Nel frattempo, il fuoco era passato dall'essere un allegro rogo scoppiettante a diventare una brace, fino a trasformarsi in una sottile striscia di fumo che si levava verso l'alto.
Era ormai notte fonda quando Tarak riaprí gli occhi, o perlomeno tentò di aprirli viste le sberle che aveva preso nel pomeriggio.
Sentiva ancora la testa pulsare. Ciò che non poteva ignorare era il dolore alle gengive dove i denti erano stati martellati. "Strano," pensò tra sé e sé Tarak tastandosi con la lingua, "mi sembrava di averne persi solo tre, e invece ne mancano cinque."
All' improvviso qualcosa iniziò a spingere nel corpo del goblin dal più profondo degli abissi e, dopo qualche tentativo, riuscì ad alzarsi in piedi e ondeggiando e tremando, si diresse verso gli alberi poco distanti dal fuoco.
La pancia sembrava essersi rivoltata, e spingeva il contenuto verso la gola per buttare fuori ciò che non poteva più trattenere. Il goblin non poté far altro che piegarsi in avanti e vomitare sonoramente."Dannazione!" imprecò nella propria mente, mentre cercava di ripulirsi la bocca da quel terribile sapore, "dev'essere stata quella dannata tisana."
Bastò il solo pensiero di quella bevanda che Tarak rovesciò di nuovo.Slurtzo si agitò nel sonno e ringhiò: «smettila di fare casino, o ti rimetto a dormire io.» ma contrariamente alle paure del goblin si rigirò dall'altra parte e continuò a russare.
Il goblin invece si sentiva troppo scosso e nauseato per rimettersi a dormire così si mise vicino ai resti del fuoco a fissare la sottile striscia di fumo che saliva verso l'alto.
Ma quel fumo era stato un problema: qualcuno da lontano l'aveva visto e stava arrivando.
Per fortuna Tarak se ne accorse, percependo le vibrazioni del terreno: qualcuno o qualcosa arrivava al galoppo.
Solo che non riuscì a capire se fossero cavalli o bestie.
Non sapeva cosa poteva essere peggio.
"Temo di dover svegliare la bestia" disse tra sé e sé, "oppure potrei sgozzarlo e andarmene" riflettè senza sorprendersi di sorridere al pensiero.
"No aspetta non posso farlo" disse scuotendo la testa, "è necessario che rimanga vivo per la missione."«Ehi, Slurdzo, ehi sbegliati» Tarak stava bisbigliando all'orecchio del Berserker nel tentativo di svegliarlo.
L'orco si mosse nel sonno e abbracciò il goblin come fosse un pupazzo di pezza.
Tarak era bloccato, non riusciva ad uscire dalla morsa dell' orco che oltretutto stava stringendo a livello della pancia.Per di più il rumore dei cavalieri era sempre più vicino, stavano arrivando.
"Oh no, ti prego", disse Tarak implorando la propria pancia di non rovesciare sulla faccia del Berserker.
Ma ormai era tardi non poteva più parlare, un fiotto caldo e acido era salito nella bocca serrata e premeva per uscire, la testa parve esplodere nello sforzo di trattenere il tutto. Poi Tarak ebbe un'illuminazione "devo farlo, l'alternativa è morire dopo" e così tirò una testata a Slurtzo per svegliarlo.
Il goblin sentì la propria testa aprirsi in due, l' orco sembrava fosse di metallo, Slurtzo invece si svegliò strinse il goblin e gli tirò una testata ricambiandogli il favore.
Tarak non poté far altro che vomitargli in faccia.
I rumori di zoccoli ora erano più vicini, anzi erano ormai attorno a loro.
Slurtzo alzò lo sguardo pulendosi il viso ed esclamò: «aspetta che questa te la restituisco prima o poi» e guardando i centauri «cos'abbiamo qui? Dei bei puledrini, puledri vampiri per giunta.»
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Slurtzo - Il Berserker
Fantasy[IN REVISIONE] Se all'ultima pagina di questa storia vi ritroverete con una birra in mano a urlare "Sangue sulle Asce", non preoccupatevi, perché sarete già sbronzi. !!!QUESTA NON È LA CLASSICA STORIA FANTASY!!! O almeno, lo è e non lo è. Se cercat...