• Capitolo 9

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"L'imperfezione è bellezza: meglio essere ridicoli che assolutamente noiosi."

Il fruscio delle foglie le faceva ammorbidire l'udito.
Il suo respiro era regolare, ma non le sembrò tale a causa della leggera aria che le muoveva i capelli.
Non avrebbe dovuto essere lì.
"Non uscite dell'edificio, il cecchino potrebbe tornare."
Aveva raccomandato Irama.
Se ne infischiò, come tutto ciò che le diceva, o meglio, come tutto ciò che non voleva seguire.
Nonostante lo trovasse estremamente stressante la maggior parte delle volte, voleva conoscere quel ragazzo.
Non Irama, lui lo conosceva già come uno spavaldo, acido, ma autorevole capo di una gang di illegalità.
Voleva, invece, conoscere Filippo, quel ragazzo di cui le aveva parlato Jade, il ragazzo a cui era stata strappata la vita a soli dodici anni.
Solo un profondo respiro la fece voltare verso la finestra dalla quale era uscita.
Sulla soglia c'era il ragazzo a cui stava pensando, con una sigaretta in una mano ed una stravagante bandana sulla testa.
Gli sorrise, come se fosse una cosa normalissima.
Non lo faceva prima che lo facesse la mattina prima, momento dal quale non l'aveva più rivisto.
Aveva incontrato solo Kyle in quella giornata, poiché gli aveva raccomandato che si facesse medicare la ferita.
Nessuno aveva osato uscire dalle proprie stanze, però Cheryl in quel momento si trovava all'esterno, ritenendosi in astinenza di aria fresca.
Irama si avvicinò al cornicione, accanto alla ragazza, della quale assunse la stessa posizione.
Passarono istanti di silenzio, poi Cheryl parlò
« Strano che non mi abbia ancora fatto la ramanzina per aver violato la regola del "Non uscire, c'è il cecchino". »
Irama fece spallucce
« Anche io l'ho violata, nonostante sia stata imposta proprio da me, e poi ne sto violando così tante in questo periodo che ho anche scordato ci fosse questa regola. »
Cheryl non sapeva proprio quali regole stesse violando, dato che quelle poche che c'erano erano riservate solo ed esclusivamente a lei.
« Ieri sei stata davvero brava con la ferita di Kyle. »
« Già, l'unica cosa che mi è dispiaciuta è il fatto che tu mi abbia voluto conoscere solo dopo che un tuo caro amico stava per perdere la piena salute. »
Rispose immediatamente, senza neanche pensare.
Irama gettò la sigaretta, ormai finita, a terra, poi la pestò con il piede.
« Sai perché l'ho fatto? »
Cheryl si voltò verso di lui, come aveva fatto il ragazzo.
Fece un cenno con il capo, estremamente curiosa di sapere il motivo.
« Perché ieri ho capito cosa sai fare e la tua personalità. »
Lei lo guardò, non sapendo minimamente cosa dire, poi sorrise.
Si rese conto che trattarsi male reciprocamente in quei giorni che erano passati era stata una follia.
Si reputò stupida, proprio lei che credeva che una persona bisogna conoscerla prima di giudicare e non rimanere all'apparenza.
Non aveva voluto conoscere Irama, non sapendo neanche il perché.
« A parer mio dobbiamo ricominciare da capo. »  Affermò, guardando la figura del ragazzo oscurata dal buio, ma messa in risalto dalla luce della luna.
« Ciao Filippo, io sono Cheryl. »
Gli porse la mano, facendolo rimanere sbalordito.
Aprì la bocca e poi la guardò
« Come fai a... »
« Conoscere il tuo nome? - concluse la sua domanda - Non posso dirtelo. »
Disse, facendo spallucce.
Irama, o meglio, Filippo si sarebbe arrabbiato con chiunque l'avesse chiamato con il suo vero nome.
Il motivo era ben chiaro e lo aveva raccontato Jade a Cheryl.
Quella volta, però, Filippo rimase impassibile, anzi, era anche sollevato del fatto che non avrebbe dovuto raccontare la sua storia di nuovo a qualcuno.
Inoltre era anche stupito del fatto che Cheryl non avesse provato alcun timore a fargli capire che conoscesse la sua storia e, di conseguenza, anche di tutti gli altri.
Gli sembrò un traguardo importante: sapeva con chi aveva a che fare e che la sua vita era incrociata con la loro.
« Il piacere è mio. » Le strinse la mano, forse troppo delicatamente e dolcemente di quanto si aspettasse la ragazza.
« Quali sono le regole che hai violato, quindi? »
Gli chiese, mentre appoggiava le braccia coperte dalla felpa sulla ringhiera del balcone.
« Fin troppe. »
Non poteva di certo dirle che la regola più importante che non aveva seguito riguardava proprio lei.
Si stava avvicinando alla mente della ragazza, anche se Moraldi aveva esplicitamente raccomandato di non far diventare sua figlia una loro amica, o almeno una persona importante.
Lui aveva cercato di allontanarla, trattandola male, per non cadere in tentazione degli occhi sinceri di lei, ma Cheryl era come lui: non si faceva mettere i piedi in testa.
Tutto quello che voleva fare era sfumato via, come la nuvola di fumo che tirò fuori dalla bocca dopo che accese l'ennesima sigaretta.
L'unica cosa di cui aveva paura, in quel momento, era che la ragazza potesse tirar fuori il fatto che aveva suonato la sua chitarra e la sua canzone, poiché sapeva come avrebbe reagito.
Non disse più nulla però, guardava soltanto verso il basso, dove c'erano rifiuti industriali e erba incolta.
Filippo rimase ad osservarla, rimanendo colpito dal fatto che fino ad allora non era rimasto a contemplare la sua bellezza, come Cheryl, in realtà, aveva fatto con lui in quella settimana e qualche giorno di più.
« Cheryl, sveglia! Hai visto Ira- »
La voce del finto rosso li fece voltare verso la finestra aperta.
In quello scatto, Cheryl aveva colto Filippo guardarla, cosa che la fece sorridere leggermente.
« Cosa state facendo? »
Chiese, iniziando un'altra frase e non concludendo la precedente.
« Non avevamo sonno. » Spiegò Cheryl, mentendo solo in parte.
« Va bene, non importa. Dovete venire, è importante. »
Cheryl e Filippo si rivolsero un veloce sguardo interrogativo.

« Fammi capire bene, Lori. Ci stai dicendo che è arrivata una notifica sul computer dove vengono ripetute le stesse cose dette nella chiamata? »
Chiese nuovamente Jade, che rischiava di addormentarsi sulla spalla di Kyle, che continuava ad avere uno sguardo corrucciato.
« Esattamente. » Rispose Lori, che sembrava essere il più sveglio di tutto il gruppo.
« Scusate, di quale chiamata state parlando? » Chiese Cheryl, che tentava in tutti i modi di rimanere a passo con tutti gli altri.
Si guardarono tutti in viso, con sguardo quasi preoccupato, poi, dopo alcuni secondi di silenzio, Filippo parlò
« Ci è arrivata una chiamata dove mi accusavano di non aver svolto un compito. È alquanto strano, io non lascio mai nulla in sospeso. »
Spiegò in breve.
Cheryl aveva capito che non stavano dicendo la verità intera, ma annuì, temendo di chiedere se davvero tutto quello che aveva detto Filippo era vero.
« Sei davvero sicuro di questo, Fil- Volevo dire, Irama? »
Kyle parlò, correggendosi.
« Tranquillo, pelo di carota, so già tutto di tutti voi. »
Disse Cheryl, dondolandosi sulla sedia sulla quale era seduta.
« Si, Kyle, sono sicuro. »
Disse con fermezza Filippo, dopo aver aspettato che Kyle e Lori si lanciassero uno sguardo successivamente alle parole di Cheryl.
Jade, invece, era tranquilla, nonostante fosse stata lei a mettere la ragazza al corrente su tutto.
« Quel è il piano, capo? »
Chiese Cheryl, osservandolo mentre era appoggiato con le nocche sul tavolo e con lo sguardo alto.
« Domani Jade, Kyle e Lori cercheranno di risalire al mittente dell'e-mail, mentre io e Cheryl andremo da Fabius. »
« Chi è Fabius? » Chiese Cheryl, curiosa.
« Una persona che può aiutarci. »
Tutti si guardarono in faccia, inquieti.
« Sei sicuro? Pensi che puoi portarla di fronte a lui? »
Chiese Jade, spaventata.
« Perché? C'è qualche problema? »
« Deve conoscerti, ma andrà bene. »
Rispose Filippo, lanciando uno sguardo a Jade, poi guardò Cheryl, che aveva fatto quella domanda.
« Cheryl, potresti venire solo un momento? »
Chiese Lori, così la ragazza gli si avvicinò, accigliata.
Non le disse niente, tirò su la manica sinistra della sua felpa nera, lasciando scoperto un grosso taglio che comprendeva gran parte dell'avambraccio.
« Oddio, Lori, come hai fatto? »
La sua voce era sbalordita, constatando che il taglio era recente e, per quanto fosse possibile, non c'era modo di procurarselo in quel momento, considerando il fatto che poco meno di un'ora prima erano tutti nei propri letti.
Tutti tranne Cheryl e Filippo.
« Mentre scendevo le scale ho urtato un ferro che sporgeva dal muro, sai, i miei occhi si chiudono da soli. »
Cheryl annuì, per poi dirgli
« Sta' tranquillo, ci penso io. »
Afferrò il set medico che aveva utilizzato due giorni prima per curare la ferita di Kyle.
« Hai visto se il ferro era arrugginito?»
« Non era proprio un ferro, mi è sembrata una sottospecie di sciabola. Una cosa strana, ma evidentemente il sonno è più forte della mia coscienza.»
Cheryl si accigliò, poi si voltò verso la sua sinistra solo con il capo, aspettandosi si trovare tre persone che li osservavano.
Invece, strovò davanti Filippo, che la guardava attento.
Lei lo guardò accigliata, riferendosi con la sua espressione a ciò che aveva detto Lorenzo.
In pochi minuti la ferita era disinfettata e richiusa, coperta da un cerotto e dalla manica della felpa del ragazzo, che la ringraziò animatamente.
« Puoi farci vedere questa sciabola? »
Gli chiese Filippo.
Lo seguirono fin sopra le scale, poi videro sul muro una lama lucente che sporgeva da esso.
Non era arrugginito e non era un componente del muro portante, era proprio una sottospecie di spada.
Era sporcata solo sulla punta dal sangue di Lorenzo, che, fortunatamente, si era procurato un taglio solo lungo e non profondo.
« Sembra stata messa appositamente qui. È nuova, quindi dovrebbe essere recente. »
Affermò Cheryl, guardandola inginocchiata a terra, poi in piedi e poi si spostava da un lato ad un altro, assicurandosi di vedere da tutte le prospettive la lama.
« In realtà c'è sempre stata, ma era coperta da cartone, ma evidentemente è caduto ed io non ho ricordato che ci fosse. »
Affermò Lorenzo.
« Quindi ci hai fatto venire qui per nulla? » Esclamò Filippo, appoggiandosi al muro opposto da quello dove c'era la sciabola.
« In realtà l'hai chiesto tu di venire qui. » Ridacchiò Cheryl, avvicinandosi a Filippo.
« Non è assolutamente vero! » Disse ironicamente, dandole una piccola spinta.
Lorenzo li guardava felicemente e con sguardo malizioso.
« Va' a dormire, spolverino, penso proprio che il sonno sia arrivato adesso. »
Affermò scherzando Cheryl, vedendo anche gli altri due ragazzi andare nelle loro rispettive camere.
« Buonanotte, allora, pivellina. »
Ghignò Filippo, dando poi una pacca sulla spalla a Lorenzo, che era rimasto a guardare.
« 'Notte, Cheryl. »
« Buonanotte, Lorenzo. »

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora