• Capitolo 28

1.2K 67 3
                                    

"Tu gli appartieni anche se non volessi vederlo mai più."

L'aria di serenità che aveva popolato le menti dei Ghosters in una strana e fuori luogo giornata terminò con un batter d'occhio.
Cheryl non riusciva a capire cosa tormentasse i pensieri di Filippo, il quale non si era degnato di parlarle correttamente come era loro solito fare in quell'ultimo periodo.
Filippo non riusciva ancora a realizzare che quella ragazza che gli aveva portato quiete nella sua instabile vita, che gli aveva ricordato di avere un cuore, che gli aveva permesso di sentirsi vivo con un solo bacio, le sarebbe sfuggita di mano come se stesse tenendo un mucchio di sabbia tra le mani tatuate.
Quel giorno sembravano tutti più cupi e silenziosi del dovuto, annoiati poiché non avevano nessun incarico da portare a termine.
Jade continuava a guardarsi le unghie smaltata di nero, ogni tanto sbuffava.
Kyle era steso sulla sua sedia e fissava il soffitto senza neanche fiatare.
Lorenzo guardava fuori dalla finestra, con aria assente.
Filippo fumava la sua Lucky Strike e guardava Cheryl, seduta al tavolo, con la testa appoggiata alla sua mano.
"Sei bella da confondere."
Pensava, appoggiato al muro, mentre aspirava e buttava fuori del fumo.
Il silenzio pesante che popolava la sala venne interrotto dal trillo del telefono.
Tutti sembrarono essersi risvegliati da un sonno profondo, e tutti si alzarono in piedi.
Filippo venne guardato da tutti, così gettò la sigaretta a terra e si avvicinò all'apparecchio che continuava a suonare.
Tirò su la cornetta, temendo il peggio, nonostante sperasse che Moraldi lo chiamasse per dirgli che avrebbe rimandato l'incontro.
« Che ne dici di voltarti? »
La voce inconfondibile, seppur tecnologica, di quell'uomo tanto atteso da Filippo lo fece rabbrividire.
Si voltò verso Cheryl, proprio dietro di lui.
« Guardala bene. È bella, vero? Così bella che non vedo l'ora di poterla avere tra le mie braccia. »
Filippo lasciò andare un respiro, insieme alle lacrime che gli popolarono gli occhi senza abbandonarli.
Cheryl lo guardò spaventata: stava piangendo.
Kyle, Jade e Lorenzo sbarrarono gli occhi e si guardarono a vicenda.
« La porta è aperta, sto entrando. »
Non ci volle molto per sentire la porta aprirsi, verso la quale tutti si voltarono.
Cheryl sembrò assente mentre guardava la figura di suo padre avanzare verso tutti i Ghosters.
Filippo, come un ghepardo con la sua preda, prese il polso di Cheryl e le si mise davanti.
Cheryl per la prima volta in tutto quel tempo, non provava alcuna sensazione o emozione al contatto con la pelle calda di Filippo.
Lei guardava solo suo padre, l'unico che le aveva portato via la sua vita, la sua famiglia, la speranza e l'amore.
« Oh, Irama, non fare lo sciocco: sai che questo momento sarebbe arrivato. »
Cheryl sbarrò ancor di più gli occhi, per quanto fosse possibile.
Si spostò dalla figura di Filippo e guardò negli occhi suo padre.

« Piccola mia, ti sono mancato? Finalmente possiamo vivere la nostra vita da perfetta famiglia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

« Piccola mia, ti sono mancato? Finalmente possiamo vivere la nostra vita da perfetta famiglia. »
La voce dolce e graffiante dell'uomo fece rabbrividire tutti i presenti, vedendo in lui un po' di Cheryl che, seppur spaventata, poté finalmente sputargli addosso tutto l'odio e il rancore che in tutti quegli anni non aveva avuto modo di mostrargli
« No! Come puoi pensare che tu mi possa essere mancato, dopo quello che è successo, dopo che hai ucciso mamma, Lydia e Jason! Sei solo un criminale e non pensare che io voglia vivere con te. »
Moraldi ammiccò a Irama, che tremava dalla paura di perderla.
« Bene bene, vedo che hai fatto un bel lavoro! »
« Che cosa vuoi dire? »
Gli chiese, spaventata.
« Voglio dire che il tuo caro Filippo ti ha preso come recluta perché gliel'ho detto io.
Ti ha portata tra loro per un po' di soldi.
Devo dire che non ha rispettato la regola del "non affezionarsi", ma ha rispettato quello di non farti scoprire nulla, cosa alquanto difficile data la tua intelligenza. »
Cheryl era scossa dal fatto che suo padre fosse lì e che era lui l'artefice del suo cambiamento di vita, perciò cominciò a pensare alle parole dell'uomo che l'aveva cresciuta fino all'età di sedici anni, cominciò a pensare se stesse soltanto buttando fuori fandonie su fandonie, se aveva fatto tutto per uccidere anche lei.
Non poteva però non ascoltare le sue parole interdetta.
Si voltò verso Filippo e gli mostrò le sue iridi annegate nelle lacrime, che non riuscirono a coprire la sua anima distrutta, arrabbiata, confusa e inorridita.
Filippo si sentì sgretolarsi dentro dopo averla vista in quello stato e la colpa era solo sua.
« Tu mi hai mentito tutto il tempo! Tutti voi lo avete fatto.- si volto verso gli altri membri, che erano rimasti immobili - Io mi sono sentita a casa insieme a voi, io ho provato dei sentimenti per te. - e di nuovo si voltò verso Filippo, che non aveva mai smesso di guardarla: aveva paura di non poterla guardare mai più - Era tutta una messa in scena per mio padre ed io non l'ho capito. »
Sputò tutto, tralasciando molti particolari.
Lasciò andare le lacrime, che scesero lungo il suo viso, poi si spostò i capelli dal viso.
« Oh, mia piccola bambina, gli ti eri affezionata? Be', forse è meglio che tu venga con me, no? Non meritano la tua intelligenza e le tue abilità. Vieni da me, piccola. »
Cheryl lo guardava con gli occhi lucidi e per un momento Filippo temette che potesse dirgli di sì.
« No. » Rispose fredda.
Filippo la guardò con un pizzico di speranza.
Sapeva quanto fosse arrabbiata con loro, sopratutto con lui.
Moraldi ridacchiò, poi camminò verso il tavolo, con passi lenti e scanditi, e nessuno osò muoversi dalla propria posizione, a parte i loro occhi.
« Assomigli tremendamente a tua madre: stessi occhi, stessi lineamenti, stessa voce.
Solo da me hai preso il sorriso.
Sei davvero bella Cheryl, come tua madre. Quanto la amavo! »
Cheryl lasciò scendere le lacrime senza fiatare, ma poi lo aggredì
« La amavi così tanto da ucciderla?! »
Moraldi annuì, con viso serio.
Guardò il tavolo e afferrò tra le mani il pacchetto di Lucky Strike di Irama.
« L'amavo così tanto che l'ho uccisa per non farla soffrire, come anche tuo fratello. Non hanno voluto aggregarsi alla mia gang e neanche tua sorella, ma lei è andata via da sola.
Mi rimanevi tu, la più piccola, la più plasmabile.
So quanto sia professionale Irama, perciò mi sono fidato di lui per addestrarti.
Ora sei pronta per venire con me. »
Spiegò, per poi accendere una sigaretta del pacchetto di Filippo, che lo guardava con aria arrabbiata.
« Mi dispiace, Cheryl, se non vorrai venire ti porterò via comunque. »
Ritornò al suo posto iniziale, guardando sua figlia.
Cheryl scuoteva la testa mentre piangeva silenziosamente.
Moraldi alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
« Okay, Cher-Cher. »
Tirò fuori dalla giacca una pistola e la puntò verso Filippo, che alzò il capo, consapevole del fatto che non sarebbe potuto sfuggire ad un proiettile di Moraldi e non poteva di sicuro riuscire a fargli cambiare idea come sapeva benissimo fare con tutto il resto del mondo.
Cheryl rabbrividì e scattò di fronte a Filippo, prendendolo per un braccio.
Il ragazzo non si sarebbe di sicuro aspettato una cosa del genere: pensava che gli avrebbe detto di sì, che sarebbe andato con lui piuttosto di salvare ogni singolo membro dei Ghosters, ma non che si sarebbe opposta per evitare la sua morte.
« Aww, ti sei innamorata? Be', come Paolo e Francesca, vi ucciderò entrambi se non verrai con me. »
Cheryl parlò subito dopo con voce fredda
« Perché non uccidi solo me come hai fatto con mamma, Lydia e Jason?
Cosa te ne farai della sua vita? »
Fece un cenno con il capo verso Filippo, che osservava la scena attento a spostar via Cheryl non appena Moraldi avesse premuto il grilletto.
« Come posso accontentarmi di una cosa così banale? Ti do' dieci secondi per decidere. Uno... due... »
Cheryl si voltò verso Filippo, che si aspettava un bacio o per lo meno un addio prima che andasse via, e gli disse con voce fredda
« Se non mi salvi tu, lo faccio io. »
Filippo la guardò con aria interrogativa e, allo stesso tempo, spaventata.
Cheryl sapeva benissimo dove Filippo tenesse la sua pistola, perciò infilò la sua mano nella giacca del ragazzo e afferrò l'arma.
« Sette... otto... »
Filippo la vide tremare, dandole tutte le ragioni del mondo: era la ragazza più buona e sincera che avesse mai incontrato, tanto che non avrebbe ovviamente avuto il coraggio di uccidere l'uomo che le aveva rovinato la vita, ma non perchè fosse suo padre, ma perché lei era così.
Tuttavia, sapeva a cosa voleva andare a parare, e non poteva permetterle di sporcarsi le mani del sangue del suo stesso padre, nonostante sapesse ciò che le aveva fatto.
Le strappò l'arma dalle mani e la spostò con il braccio per poi premere il grilletto.
Uno sparo e nessuno più fiatò.
Cheryl trattenne il respiro, Lorenzo scattò in avanti in un millesimo di secondo, Jade afferrò il polso di Kyle coperto dalla felpa.
Filippo respirò a fondo e lasciò cadere la pistola a terra, insieme a Moraldi.
La camicia che l'uomo indossava si colorò di un colore rossastro.
Cheryl lasciò andare finalmente il respiro e cadere l'ennesima lacrima.
Non sapeva se era triste o meno, ma forse si sentì finalmente libera: suo padre era morto, steso davanti a lei, con un buco nello sterno, ma lei non provò nemmeno un briciolo di tristezza.
Si spaventò quasi della sua reazione, d'altronde era pur sempre suo padre, ma sentì solo il suo cuore farsi leggero e si chiese se fosse veramente diventata una di loro, una Ghoster, una di quelle che non avrebbe provato dolore per la morte di qualcuno che non era nessuno per lei, anche se quello morto in quel momento fosse suo padre. Tutto per merito di Filippo.
Lui l'aveva salvata, quasi accontentandola.
Si guardarono a vicenda e poté vedere Filippo quasi rilassato e non riuscì a vedere cosa più piacevole in quel momento.
Cheryl fece un passo verso Filippo, che aveva allargato le braccia per accoglierla in un abbraccio, che però mancò.
Le sirene della polizia e un uomo che urlava fuori dalla porta di aprire prima di aprirla con forza le fecero scatenare dei dolorosi brividi su tutto il corpo, ma lei si sentì morta dentro vedendo le forze dell'ordine prendere violentemente Filippo per le braccia, immobilizzandolo sul tavolo.
Non riusciva a muovere nessun muscolo.
« Cheryl! »
Non sentì più niente, guardava solo Filippo impotente tra le braccia di quella persona che non era lei.
Sembrava stesse accadendo tutto al rallentatore.
Realizzò solo dopo che Kyle le infilò la maschera e la prese per la vita, portandola via con sé.
Ricominciò a piangere così forte che urlò addirittura
« No! »
Tese la mano verso di lui, come se potesse afferrarlo e portarlo via, ma era lontano ormai, con le manette ai polsi e quattro uomini che tentavano di tenerlo fermo, mentre lui continuava a lottare per farsi guardare da Cheryl.
Le mimò qualcosa con le labbra che non riuscì a capire, mentre i suoi occhi erano disperati, ma le lacrime le offuscavano la vista e riuscì solo a vedere la porta del garage chiudersi davanti a lei.
Si ritrovò in pochi secondi dentro una macchina, accanto a Kyle, Lori alla guida e Jade accanto a lui.
« No, Filippo! Torniamo indietro, dobbiamo salvarlo! »
Kyle l'abbracciava, mentre lasciava anche lui scorrere le lacrime, come Lorenzo e Jade.
« Non possiamo, Cheryl. »
Disse il rosso, con voce rotta.
« Non possiamo lasciarlo lì! »
Urlò ancora e dimenandosi.
Pianse e pianse ancora più forte, ma era tutto fiato sprecato.
"Non posso abbandonarti, Filo."

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora