• Capitolo 4

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"Non dire mai 'A me non accadrà',
'Io non lo farei mai', perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune a certe cose.
Tutto capita, anche quello che non avresti mai immaginato."

Non riuscire a dormire è una delle cose più brutte che possano capitare ad una persona.
O almeno era quello che pensava Cheryl.
Saranno state circa le tre del mattino, ma del sonno nemmeno l'ombra.
Era stata tutta la notte a piangere, perché solo allora aveva realizzato che la sua vita fosse finita.
Non perché l'avrebbero uccisa, ma perché non avrebbe potuto continuare a vivere come una semplice ragazza, non sarebbe riuscita a diventare finalmente un medico, non avrebbe incontrato nuove persone, oltre alle quattro che dormivano beatamente nei loro letti, ma soprattutto che era stata catapultata involontariamente nella vita che aveva da sempre evitato come un appestato.
"Perché a me?"
Era consapevole del fatto che non potesse scappare perché era sicura che Irama l'avrebbe scoperta prima dell'atto di fuga o l'avrebbe trovata.
Così non gli rimaneva altro che piangere, nel suo letto, in una stanza differente da quella dove si era risvegliata.
"Noi non uccidiamo, anche se le voci dicono così."
Continuava ad avere in testa l'affermazione di Jade.
Il pomeriggio precedente le aveva raccontato cosa facessero nella loro illegale vita: vendevano macchine, truccate e non, a prezzi più bassi, ma comunque salati, rispetto a quelli originali.
Le macchine vendute illegalmente sarebbero servite a corse clandestine, alle quali di tanto in tanto partecipavano.
"Hanno paura di noi perché uccidiamo, non in senso letterale.
Noi uccidiamo le persone da dentro, ci sono persone che non saldano i debiti e rimangono al verde.
Altri invece vengono scoperti e arrestati. A volte ci denunciano, ma nessuno fin'ora è riuscito a prenderci.
Tutti ci rispettano perché, anche se non ammazziamo, possiamo comunque fare del male."
Le aveva spiegato tutto ciò con una certa luce negli occhi.
Una luce particolare, non felice, anzi, quasi dispiaciuta.
"Nessuno di noi fa questo per scelta. Siamo stati costretti.
Anche tu."
Quelle parole le rimbombavano in testa e rimbalzavano come fa una palla per le scale.
"Il mio destino è segnato, ormai."

« Sveglia, Bella Addormentata! »
Le sua mani si scontravano ripetutamente, affinché causassero un suono ripetitivo e fastidioso per le orecchie della ragazza.
Jade avrebbe voluto urlargli di smetterla, ma l'unica cosa che fece è poggiargli le mani sulle sue, in modo tale da farlo smettere.
« Kyle, piantala. »
Nonostante gli avesse detto di tacere, Cheryl era più che sveglia.
Aveva ancora gli occhi chiusi ed era sovrastata dalle lenzuola rosse.
Aveva dormito si e no due ore, ma quei due l'avevano già fatta svegliare.
« Oggi tocca a me! » Esclamò Kyle, con una voce molto emozionata.
Si mise a sedere sul letto con un lamento.
Si stropicciò gli occhi prima di indossare gli occhiali e guardare il finto rosso con espressione scocciata.
« A fare cosa, Rosso Malpelo? »
« A farti incamminare verso la lunga e pericolosa strada per diventare un Ghoster. »
Allargò le braccia muscolose con fare teatrale, cercando di essere divertente.
A Cheryl, però, parve solo ed esclusivamente ridicolo, e anche un po' fastidioso, perché scorse solo in un secondo momento che fossero le 7:30 del mattino dall'orologio da polso di Jade.
Questa aveva una pila di vestiti tra le braccia e la guardava sorridendo.
« Questi sono i vestiti che potrai indossare oggi. Dato che ancora non possiamo uscire per prendere le tue cose, ti presterò le mie. »
Nonostante le servissero almeno cinque minuti per risvegliarsi completamente e mettere in moto il cervello, poté capire che prima o poi sarebbe uscita da quel magazzino.
Lo stesso magazzino dove aveva vissuto solo per una giornata e che già l'aveva stancata a morte.
« Forza, alza le tue belle natiche. Ti aspetto in palestra. »
Quando sentì il nome palestra alzò gli occhi al cielo e si lasciò andare sul letto, avvolta di nuovo dalla coperte.
« Ci vediamo dopo. »
Riconobbe la voce di Jade, ma non ebbe la forza di rispondere al suo saluto, perciò tirò fuori una mano come per dire 'a dopo', ma le avrebbe volentieri voluto dire 'Addio, sei stata un ottimo mentore. Morirò con Kyle in palestra.'

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora