• Capitolo 27

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"Ti attirano le spine, non il profumo di una rosa."

Girava e rigirava quel foglio tra le mani tatuate e non sapeva proprio cosa fare, cosa alquanto strana per lui.
Non era strana, per niente, soprattutto per il fatto che aveva ricevuto un macigno sul petto da poco, pochissimo tempo.
Una lettera scritta e stampata dal computer, nessuna firma, nessun nome, ma lui sapeva chi era il mittente.
"Sono fuori dalle sbarre."
Recitava.
Quelle quattro parole sembravano banali, ma Filippo sapeva qual era la conseguenza di quella frase: sarebbe dovuto tornare alla sua vecchia lineare vita, anche se non ne era completamente sicuro.
Sapeva che non l'avrebbe voluta lasciare andare, ma da parte sua non sapeva cosa fare, d'altro canto si sarebbe ritrovata tra persone bugiarde.
Lui portava la bandiera di queste persone e temeva di perderla nonostante sapesse che lui era consapevole di tutto ciò che sarebbe successo.
"Ci vediamo presto, Irama."
Quella, forse, era la frase che lo spaventava di più di quella lunga email, perché temeva che tutto quello che era successo sarebbe scomparso in uno schiocco di dita.
« Fil, ci hai chiamati? »
La voce di Jade lo fece distrarre dai suoi pensieri e gli fece alzare lo sguardo sul gruppo di persone che avevano preso posto intorno al tavolo.
I suoi occhi caddero proprio su di lei, e non poté non guardarla con occhi tristi e dispiaciuti.
« Scusa, Cher', puoi lasciarci un attimo soli? »
Per quanto lui glielo avesse chiesto dolcemente e con la voce più tranquilla di tutte, lei alzò un sopracciglio e lo guardò interrogativa
« Torniamo alle origini? »
« Perdonami, ma è davvero importante. »
Insistette, sorridendole amaramente.
Cheryl lo guardò nei suoi occhi tristi, poi si alzò, sotto lo sguardo di tutti.
Non appena la porta fu chiusa, tutti ritornarono a guardare Filippo, che si appoggiò con la schiena alla sedia, lanciando sul tavolo, con fare dispregiativo, il foglio di carta.
Lo guardarono confusi, poi Lorenzo afferrò il foglio e lesse ad alta voce:
« "Sono fuori dalle sbarre.
Sono pronto a riprendermi mia figlia, la quale spero che abbia acquisito caratteri da gangster come i tuoi.
Spero vivamente che nessuno si sia affezionato a lei, come avevo già raccomandato di fare.
So che è stato difficile, conosco bene mia figlia, nonostante lei non provi lo stesso bene che io provo per lei.
Tenetevi pronti a dirle addio mentre io mi terrò pronto a porti i miei più grandi ringraziamenti, Irama Plume.
Ci vediamo presto, Irama." »
Jade era già in lacrime, seppur silenziose.
Kyle aveva gli occhi castani completamente lucidi ed un viso triste.
Filippo scommetterebbe tutto l'oro del mondo di aver sentito la voce di Lori tremare sulle ultime frasi che lesse.
Lui ancora non riusciva a piangere, d'altro canto Irama non piange, ma in quel momento agiva Filippo e il suo cuore.
« Cosa facciamo? » Chiese Kyle, con voce rotta.
Filippo sembrò pensarci su, poi disse
« Niente perché lui verrà in ogni caso e me la porterà via. »
Jade, asciugò le lacrime e disse
« Non puoi non fare nulla? Possiamo, non so, andare via? Nasconderci? »
Filippo scosse la testa, poi affermò
« Ci troverà in ogni caso. »
Lorenzo, che era stato in silenzio tutto il tempo, aspettò che si accendesse la sua abituale sigaretta e poi disse
« Ti stai arrendendo? Stai lasciando che perdiamo? Ti rendi conto che stai lasciando andare l'unica persona che ti abbia fatto ricordare che hai un cuore che batte?! »
Filippo batté la mano sul tavolo e si avvicinò a lui con il busto
« Non hai capito: noi abbiamo già perso. Io ho perso la mia mente per lei! »
Tutti sembravano increduli di ciò che aveva appena detto, ma sapevano che era la pura verità.
« L'unica cosa che vi dico sapete qual è? »
Tutti lo guardarono con le lacrime agli occhi, mente si alzava
« Godetevela. »
Allargò le braccia con fare teatrale, poi continuò
« Godetevela perché non so se andrà con lui, se la prenderà con la forza, se resterà con noi. Non ho idea di cosa possa accadere, ma son certo che noi, per una volta, siamo impotenti perché siamo noi i bugiardi. »
Li lasciò lì, spiazzati, andando via, lasciando che le lacrime popolassero i suoi occhi chiari e malinconici.

Una scalata per arrivare ad una meta che inizialmente sembrava irraggiungibile, ma che poi si è mostrata più vicina del previsto: questo era ciò che pensò Filippo mentre saliva le scale per arrivare da Cheryl.
Aprì la porta delle scale e le salì, andando verso la camera della ragazza.
La porta era aperta, quindi vi si appoggiò, guardandola sistemare il suo letto.
« Posso sapere che cosa vi siete detti o è top secret? »
Gli chiese dopo averlo avvistato sull'uscio della porta.
« Te l'hanno mai detto che sei bellissima? »
Cheryl si immobilizzò per guardarlo con occhi sbarrati ed espressione sorpresa.
Nessuno si sarebbe mai immaginato quelle parole uscire dalle labbra tanto amate dalla ragazza.
Drizzò la schiena, continuando a guardarlo, poi gli si avvicinò
« Ti senti bene? »
Lui fece spallucce e disse
« Si, perché? »
Filippo sapeva che quella era l'ennesima bugia che le disse.
Lei lo guardò e scrollò le spalle, poi gli sorrise.
"Non puoi sorridermi così, sei troppo vera."
Filippo prese aria per parlare, poi non disse nulla.
Ognuno è l'artefice dei propri errori: lui ne è l'esempio, non doveva dirle quella frase.
« Cos'hai, Filo? »
Gli chiese, inclinando la testa, sorridendo.
Lui la guardò attentamente e le sorrise, poi le si avvicinò.
Lei lo guardava curiosa, soprattutto per il fatto che avesse qualcosa che non le quadrava, perciò gli aveva fatto quella domanda.
Se lo ritrovò davanti, mentre lui le guardava le mani curate, che vennero prese dolcemente fra le sue.
Si schiarì la voce, poi prese a guardarla negli occhi vispi e curiosi.
« Ti chiedo scusa, ho perso il conto delle mie bugie, e se mi ascolti non pensare "Sei uno stronzo", anzi, non pensare che siano solo mie. »
Cheryl lo guardava così da vicino che sembrava che tutto il resto fosse scomparso e lo avesse lasciato in bella vista solo per i suoi occhi.
« Non sono bravo a fare le promesse, ma non lo sono neanche con me stesso.»
La ragazza era più confusa che mai, così tanto che si accigliò e disse
« Cosa stai dicendo? »
Filippo non disse più nulla, le lasciò le mani e poggiò solo una delle sue sulla guancia della ragazza.
Le passò il pollice sulle labbra, alle quali si avvicinarono le sue, ma senza toccarle.
« Non posso continuare così. »
Le sussurrò, per poi sfiorarle il labbro superiore con quello inferiore.
Cheryl non sapeva che provare in quel momento, ma il suo corpo riusciva a percepire solo brividi.
« Così come? »
Parlò lei, con la sua stessa tonalità di voce.
Filippo sembrò esitare solo un momento per baciarla, cosa che non fece.
Sospirò, lasciando Cheryl con dell'aria sulle labbra e la voglia di un suo bacio.
Fece per andarsene, ma lei lo fermò
« Stai bene? »
Non era una domanda ironica, tantomeno retorica, era una sua curiosità, che tramutò in necessità di ricevere una risposta.
Filippo si bloccò, ma non si voltò verso di lei, riprese a camminare subito dopo, lasciandola lì, spiazzata.
"Cos'hai, piccola piuma?"

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora