"Va sempre così: tu che gli sorridi e lui che si innamora sempre di più."
Come per magia, l'insonnia era ritornata e l'unica cosa che pensava era il fatto che l'ultimo bacio che gli aveva dato, o meglio che le aveva dato, gliela aveva ridata indietro, quella stupida insonnia.
Era, come ovvio che sia, una questione psicologica e la litigata di Filippo la martellava.
Nonostante ci fosse stata quella piccola conversazione in macchina, lei provava ancora un senso di rabbia per il fatto che l'aveva sottovalutata e che le aveva detto di non andare con loro per il fatto del suo cuore di latta, come lo aveva definito lui stesso.
Era consapevole che glielo avesse detto per il suo bene, ma lei, nonostante si ritenesse diversa, non voleva essere messa in una bolla di vetro per quello che avevano scoperto.
Si mise a sedere sul letto, sbuffando.
Guardò le sue coperte candide e poi guardò la finestra, che le mostrava un condominio completamente disabitato.
Scostò le coperte, infilò le scarpe e la felpa, poi uscì dalla sua camera, intenta a bere un bicchiere d'acqua e stare un po' in cucina.
Aprì la porta ma si piantò sul posto a guardare il ragazzo che, evidentemente, aveva avuto la sua stessa idea.
Filippo aveva in mano un pacchetto di sigarette, come suo solito, e delle occhiaie sotto gli occhi chiari.
La guardava serio, come fece anche Cheryl, che non sapeva minimamente che fare.
Guardandolo capiva che le mancava, anche se era passato davvero poco dall'ultima volta che l'aveva visto: appena due ore prima.
Filippo aveva le mani che tremavano dalla voglia di poterla abbracciare e parlarle come facevano prima.
Cheryl non realizzò quanto tempo impiegarono a guardarsi, ma non le importò più perché, spinti dalla stessa voglia, convinzione e idea, si avvicinarono a grandi falcate l'uno all'altra.
Filippo tirò le sigarette sopra il suo letto e poi avanzò verso di lei.
Le poggiò le mani sul viso e lei avvolse la mano sinistra sulla sua nuca.
In pochi attimi si ritrovarono a baciarsi nel bel mezzo del corridoio e della notte, senza essere visti e senza far rumore.
Filippo la fece indietreggiare e si chiuse la porta della camera da letto dietro le spalle.
Stette lì, fermo all'entrata della stanza e continuava a baciarla appassionatamente.
Cheryl lo lasciò fare perché per lei bastava quel gesto per chiederle scusa.
« Te l'ho detto perché voglio che tu sia al sicuro. »
Le disse, staccandosi dalle sua labbra improvvisamente.
Evidentemente non riusciva a tenersi tutto dentro e, per liberarsi da quel brutto peso, aveva addirittura interrotto quel bacio tanto passionale.
« Si, si... »
Gli rispose Cheryl, non facendoci neanche caso a ciò che le aveva detto, anche se aveva capito, ma non aveva voglia di interrompere quel bacio tanto desiderato.
Difatti, si ritrovarono di nuovo attaccati, anche se Filippo ridacchiò per come aveva parlato la ragazza.
Sembrava che Cheryl avesse avuto la stessa intenzione di Filippo nel staccarsi velocemente e dire il proprio pensiero con il fiato corto
« Se non riuscirai a batterlo, io non- »
« Non pensarci adesso. »
La interruppe, scostandole i capelli dal viso, per poi continuare a baciarla.
"Dovremmo colmare questa insonnia insieme."
Le venne in mente quella sua affermazione di mesi prima e sorrise sulle sue labbra.
Il desiderio di Filippo era stato espresso e solo allora Cheryl capì che era il suo stesso medesimo.Gli occhi chiari sono predisposti a soffrire la luce del sole e lei, difatti, odiava averlo nel proprio viso.
In quella situazione, però, sorrise anche se i raggi solari la stavano accecando.
Bastava un piccolo ricordo della notte precedente e sorrideva anche se il sole era davvero fastidioso mentre penetrava dalla finestra e le arrivava sul viso.
Senza neanche aprire gli occhi, respirò profondamente e si stiracchio, ridendo.
Allungò il braccio verso la sua sinistra, in cerca di un corpo caldo e tatuato, ma l'unica cosa che toccò era il materasso scoperto.
Solo e soltanto allora aprì gli occhi e li spostò lì dove c'era la sua mano sinistra.
Il vuoto più totale le stava accanto, così si mise a sedere, portandosi a coprire il suo corpo anche la coperta.
Si guardò intorno con aria assonnata mentre si toccava i capelli profumati di pesca.
Cercava con lo sguardo il corpo che non aveva trovato con la mano, ma nulla occupava lo spazio della stanza.
L'unica cosa che rimaneva della notte precedente erano le pieghe dei vestiti attorno al letto.
Raccolse tutta la forza che aveva e si rivestì, intenta a fare una doccia.
Non sapeva minimante che ore fossero, così dovette raggiungere il suo comodino e guardare il vetro del suo orologio, che segnava le 8:36.
Uscì dalla sua camera e riuscì a udire le voci di Klaus e Jade in cucina, ma lei svoltò alla parte opposta per rifugiarsi, insieme ai vestiti puliti, nel bagno.
L'unica cosa a cui pensava era dove stesse in quel momento il ragazzo con cui aveva passato la notte.
Sorrise al solo pensiero.
La doccia fu più veloce del dovuto, infatti si ritrovò asciutta e vestita davanti allo specchio.
Si sentiva bene, dopo tutto quello che era successo.
Le occhiaie erano sparite e sembravano non esserci solo quando passava la notte con Filippo.
Sorrise ripensandoci, poi abbandonò il bagno.
Aprì la porta e sbatté contro il petto di Klaus, che le sorrise
« Che profumo! Che shampoo usi? »
Cheryl gli rivolse un bel sorriso, poi disse
« Pesca. »
Tirò su con il naso per inspirare ancora il profumo, poi disse
« Se lo troverai vuoto, sappi che non è colpa mia, bel nasino. »
Le diede un buffetto sulla guancia, poi la superò per rinchiudersi in bagno.
Ridacchiò: Klaus era davvero tanto simpatico, seppur fuori di testa.
Non riusciva a capire come poteva essere uno dei criminali più temuti di tutta Chicago.
Finalmente riuscì a raggiungere la cucina, camminando lentamente e guardandosi i jeans che le fasciavano perfettamente le gambe.
Alzò lo sguardo solo quando arrivò vicino al tavolo.
Incontrò subito lo sguardo di Kyle, che la guardava divertito.
« Cos'è quel sorrisetto da ebete? »
Gli chiese, guardandosi intorno, nella speranza di trovare Filippo, ma non c'era.
« No, niente. »
Le rispose, porgendole una tazza di caffè.
« Kyle, cos'è quel sorrisetto da ebete? »
Gli chiese ancora, così lui sbuffò e tirò la testa indietro
« Mi sembri sconvolta. »
Cheryl fece spallucce, facendo la faccia più indifferente possibile
« Sto benissimo. »
Rispose, prendendo posto accanto ad Emma, di fronte a Marta.
Il tavolo era tutto occupato, tranne un posto.
Dopo aver bevuto un sorso di caffè, chiese
« Dov'è Filippo? »
« È in camera. Si è fatto vivo solo stamattina, ha preso del caffè e poi si è chiuso dentro. »
Annuì, cominciando a preoccuparsi del suo comportamento.
« Cheryl, stavo pensando... »
Kyle cominciò a parlare, ma la ragazza accanto a lui lo interruppe
« Perché tu pensi? »
Tutti risero per il commento di Jolanda, seduta affianco a lui.
Kyle le rivolse solo per un momento uno sguardo arrabbiato, poi tornò a parlare con Cheryl
« Non apre a nessuno, Cher'.
Pensavo che tu riesca a parlargli. »
A parte il commento di Jolanda, Cheryl pensò che il suo ragionamento non era tutto nel torto.
« Ci penso io. »
Disse, per poi bere del caffè.
« Avete un bel rapporto? »
Chiese Emma, addentando una fetta biscottata.
Cheryl quasi si strozzò con il suo stesso caffè, ma dovette sembrare il più indifferente possibile
« Oh be', diciamo di sì. »
Non era sembrata quasi per niente indifferente, ma Emma annuì, reggendole il gioco.
« Secondo me ce sta qualcosa tra voi due. »
L'inconfondibile accento romano, seppur utilizzato per parlare in inglese, le arrivò all'orecchio.
Lasciò a mezz'aria il biscotto che stava portando alla bocca, poi disse
« Ti sbagli, Blondie. »
Aveva estremamente bisogno di Filippo e della sua autorità, che avrebbe messo a tacere tutte le domande o affermazioni riguardo di loro stessi se solo fosse stato seduto lì accanto a lei, ma doveva subirle da sola e doveva anche non far capire ciò che c'era tra di loro.
« Vado a vedere che fine ha fatto. »
Si alzò non appena finì il suo caffè.
« Non metteteci troppo! »
Esclamò Kyle, prendendola in giro.
Cheryl, di tutta risposta, gli mostrò il suo peggiore sguardo, che lo fece ammutolire e ridacchiare allo stesso tempo.
La porta della camera di Filippo era chiusa, così dovette bussare, ma nessuno rispose.
Si accigliò e l'unica cosa che poteva fare era entrare.
Aprì la porta e guardò all'interno della camera, che era vuota, ma il suo sguardo si puntò sulla schiena del ragazzo, appoggiato al balcone, fuori alla finestra.
Entrò lentamente, poi avanzò verso la porta finestra ed uscì, affiancando il ragazzo.
Si voltò verso di lei, buttando fuori del fumo dalle narici.
« Ciao. » Gli disse, con voce dolce.
Lui le sorrise, poi tornò a guadare davanti a sé.
« Stai bene, Filo? »
Gli chiese, ricevendo subito un occhiata dal ragazzo, che disse
« Già hai capito tutto? »
Lei si accigliò, consapevole però che ormai riconosceva ogni suo sguardo.
« Sono in paranoia. »
Tagliò corto, senza neanche ricevere domande dalla ragazza.
« Per la corsa all'Infinity? »
Chiese Cheryl, per poi guardarlo annuire e sbuffare del fumo dalla sigaretta.
« Ho già un piano in mente anche in caso che perda, ma se non ho nella testa troppe paranoie non posso essere io. »
Affermò subito dopo, drizzandosi con la schiena e lasciando la sigaretta tra le labbra.
Cheryl sorrise, nonostante fosse anche lei agitata per la corsa.
Gli si avvicinò, avvolgendogli le braccia intorno ai fianchi, poi gli tolse la sigaretta tra le labbra, sulle quali lasciò un bacio casto, poi gli rimise apposto la Lucky Strike.
Filippo la guardava fare e non fece altro che stare immobile.
« Andrà tutto bene se tutto è organizzato. »
Gli disse, poggiandogli la testa sul petto.
« Non posso perderti. »
Sospirò lui e Cheryl, che stava gridando nella sua testa per la sua affermazione, gli sorrise e la buttò sul ridere
« Altrimenti chi verrà a letto con te? »
La guardò con aria di sfida, poi disse
« Chiamerò Fanny. »
Cheryl, nonostante sapesse che lo disse per stuzzicarla, lo guardò male e si staccò da lui.
« Vedi di vincere, Irama Plume, quella gallina non può mettere neanche un pezzo del suo corpo rifatto nel tuo letto e non può neanche toccarti. »
Filippo ridacchiò, poi la prese per il polso e la abbracciò nuovamente
« Sta' tranquilla, ci sei solo tu. »
Cheryl lo abbracciò e stette lì, sorridendo, nella speranza di poterlo fare ancora per tutta la sua vita.
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Criminals { Irama Plume }
FanfictionChicago. Una gang criminale ed un aspirante chirurga. Le loro vite si incontreranno per una strana coincidenza. Cosa accadrà tra il temuto capo Irama Plume e Cheryl? NB. I personaggi e i fatti sono completamente inventati, perciò i caratteri, compor...