• Capitolo 29

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"Ti riprenderai, tu un modo lo trovi sempre, e ne uscirai a testa alta.
Non dimenticherai e nemmeno tornerai indietro."

Vuoto, mancanza, nostalgia.
Queste tre sensazioni sembravano seguirla in ogni movimento che faceva.
Si guardava intorno, tra i vetri rotti, i mobili in pezzi, l'odore di abbandonato.
Poté sentire un brivido non appena il vento entrò dalla vetrata in mille pezzi.
Nessuno di quelli che erano entrati nella sala principale aveva avuto rispetto: era pur sempre la loro casa, polverosa e buia, ma comunque casa.
« Facciamo presto, non si sa chi potrebbe arrivare. »
La voce modificata di Kyle la fece sobbalzare.
Avrebbe giurato di aver sentito una lacrima solcarle il volto mentre le scorrevano immagini passate mentre guardava i vetri a terra, ma dovette abbandonare il pensiero per raggiungere velocemente quella che era la sua camera.
La polizia era stata lì poco più di una settimana prima, ma non aveva ancora avuto modo di perlustrare tutto il magazzino, fatta eccezione per la sala principale, troppo impegnata sull'indagato.
Ripose tutte le sue cose dentro la sua valigia, ma solo l'ultima cosa la fece fermare: un biglietto posto sul suo comodino.
Lo afferrò e se lo rigirò tra le sue mani, poi lo aprì.

Ti chiedo scusa ho perso il conto delle mie bugie, se mi ascolti non pensare "Sei uno stronzo", anzi non pensare che sian solo mie.
Mentre ti guardo tu sei bella da confondere, sei il sole visto da vicino, un fuoco che mi brucia vivo.
Mentre ti guardo tu sei bella da confondere, sei il cielo nero di Berlino, sei quella che mi tiene vivo.

Ricordò quelle parole, gliele disse quel giorno in cui si stavano per baciare la seconda volta, ma poi non accadde più.
Si mise la mano sulla maschera per spegnerla, potendo così singhiozzare.
Le mancava tremendamente e non aveva potuto fare niente per aiutarlo: sarebbe stato rinchiuso dietro le sbarre per non si sa quanti anni e lei non aveva potuto dirgli quanto lo amasse.

« Preso tutto? »
Le chiese Jade, dopo che tornò nella ex sala principale con una valigia tra le mani ed uno zaino.
Annuì, cercando di nascondere gli occhi rossi dal pianto.
Non parlava come era suo solito da una settimana, cioè da quando Filippo non era più tra di loro.
Si erano stabiliti in un vecchio appartamento in un palazzo abbandonato, dove nessuno li avrebbe potuti trovare, e lei pensava a lui costantemente.
« Bene, andiamo allora, trasmetteranno il processo tra un'ora.»
Cheryl sospirò, consapevole del fatto che non avrebbe superato il fatto che Filippo era tra le mani della polizia.
"Sarò con te, piuma."

Come se stessero guardando in diretta il Super Boll, tutti erano seduti attorno alla tv ed aspettavano che Filippo comparisse sullo schermo.
Jade e Kyle si sedettero vicini e lei gli strinse la mano, Lorenzo appoggiò i gomiti sulle ginocchia e Cheryl strinse il foglio dove c'erano le parole di Filippo, non appena quest'ultimo fu scortato dalla polizia davanti al giudice.
« Silenzio in aula! » Gridò l'anziana seduta al posto del giudice.
« Che il processo abbia inizio. »
Continuò.
« Nome. »
Chiese a Filippo, seduto con nonchalance sulla sedia, contornato da poliziotti.
« Irama Plume. »
Il giudice ribatté
« Vero nome. »
Filippo ridacchiò, poi dovette dire
« Filippo Maria Fanti. »
« Filippo Maria Fanti, accusato di omicidio colposo, azioni prettamente da gangster, corse e contrabbando di macchine modificate illegalmente e clandestine.
Accusato di rapimento, resistenza a pubblico ufficiale e hackeraggio di monitor. »
Filippo annuiva ad ogni accusa, e Cheryl cercò di capire cosa stesse tramando in quella mente acuta.
« Come ti dichiari? »
Gli chiese il giudice.
« Lei come mi dichiara, dato che sappiamo tutti la risposta? »
Cheryl lo ritrovò estremamente bello e sexy anche in quell'uniforme arancione che gli lasciava scoperte le braccia tatuate.
« Io la dichiaro colpevole della accuse riportate precedentemente. »
Affermò il giudice, poi continuò
« Chiamo a testimoniare il signor Paul Jonny. »
Cheryl sbarrò gli occhi e sospirò.
Lorenzo le poggiò una mano sulla spalla, stringendola.
Lei gli poggiò la sua mano sulla sua, quella libera, poi continuò ad ascoltare.
« Ha rapito mia cognata, l'ho vista insieme a lui e la maltrattava.
Non ho avuto il coraggio di aiutarla, mi dispiace. Testimonio a suo sfavore. »
Filippo sbuffò e disse
« "Obiezione, vostro onore", non ho rapito sua cognata, l'ho presa come recluta. Non l'ho mai maltrattata, non la sfiorerei neanche con un dito, come tutti i membri della mia gang.
Posso però dire che lui ha cercato di comprare da me una macchina modificata illegalmente. »
Il giudice si voltò verso Jonny e disse
« Dice la verità? »
Paul pensava di poterlo incastrare, fallendo miseramente.
« Chi tace acconsente. »
Suggerì Filippo, facendo l'occhiolino a Paul, che fu rimandato al suo posto.
« Che stronzo. » Affermò Cheryl, in preda alla rabbia e alla preoccupazione.
«  Grazie a molte delle testimonianze certe, siamo sulle tue tracce da anni, signor Fanti, perciò non posso far altro che giudicarlo colpevole di omicidio, commercio illegale, rapimento, azioni da gangster e oltraggio a pubblico ufficiale. »
Cheryl strinse così forte il foglio che potè sentire le sue unghie arrivare fino alla pelle e cominciare a ferirla.
« Cosa vuoi dire a tuo favore? »
Chiese un membro della corte.
Filippo prese un respiro e parlò
« Vorrei dire che bisogna prendersi più cura di bambini di dodici anni, che vengono rapiti per poi essere trasformati in malfamati.
Aprite bene gli occhi alla società che vi sta sotto i piedi e cercate di farla diventare pacifica e magari evitate di far avvenire violenze, omicidi, rapimenti.
Evitate di far nascere persone che saranno destinate ad essere rapiti ed essere cambiati, evitate di farli diventare come me.
Evitate di creare malfamati, perché non è una loro decisione, ma di ciò che li circonda. »
Tutti rimasero in silenzio: Jade si passò una mano sugli occhi lucidi, Kyle strinse forte la mano della ragazza, come per prendere forza,
Lorenzo si asciugò una lacrima solitaria, mentre Cheryl le lasciò scendere silenziosamente.
Era la loro storia, erano loro le vittime, che a causa dello schifo in cui erano costretti a vivere, erano diventate assassini.
« Bene. La dichiaro in arresto e la condanno all'ergastolo per accuse riportate in precedenza.
Dichiaro il processo concluso. »
Batté il martello sul tavolo, poi Filippo fu fatto alzare dalla sedia.
In una frazione di secondo si voltò verso la telecamera, si schiarì la voce, richiamando i presenti, poi disse
« Ehi, pivellina, sono follemente innamorato di te. »
Cheryl pianse ancora di più, portandosi le mani davanti agli occhi per evitare di guardarlo portare via dai poliziotti, soprattutto dopo le parole che le penetravano.
Avrebbe voluto rispondergli che anche lei era pazzamente innamorata di lui, ma non poteva far altro che versare lacrime di infinito dolore.
Non poté che sentirsi male e addolorata per il fatto che aveva perso una persona così importante per lei, la persona che l'aveva fatta innamorare, non solo della sua mente e del suo viso, ma anche del cambiamento.
Non voleva assimilare il fatto che non lo avrebbe rivisto mai più.
"Ti salverò, amore mio, te lo prometto."

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora