• Capitolo 11

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"Se ti diranno che sei cambiata, rispondi che ad ogni azione corrisponde una reazione."

Scorreva da ormai un'ora le mani sul monitor, ma nulla lo aiutava a trovare ciò che cercava.
Sbuffò rumorosamente, passandosi una mano sugli occhi.
« Trovato qualcosa? »
Jade gli poggiò una mano sulla spalla e gli porse una tazza di caffè con la mano destra, quella libera.
« Grazie per il caffè. Comunque no, non ho trovato nulla. Niente di niente, nonostante stia cercando ininterrottamente da un'ora. »
Lorenzo era una di quelle persone che si ostinava sempre a portare a termine ciò che era necessario fare, sia per il suo bene che per quello altrui.
« Tranquillo, Lori. Magari Filippo e Cheryl hanno scoperto qualcosa. »
Lo rassicurò la ragazza, tra un sorso di caffè e l'altro.
Lorenzo annuì, anche se pensava che aveva fatto un lavoro inutile fino ad allora.
Un suono brusco e ripetitivo li fece voltare entrambi verso il tavolo, dove Kyle dormiva beatamente fino a poco tempo prima, pensando che lo avesse provocato lui.
Invece aveva alzato il capo, avendo sentito anche lui quello strano rumore che, normalmente, nelle loro vite potevano percepire davvero raramente.
Tutti e tre, dopo essersi scambiato uno sguardo incuriosito, si voltarono verso la porta d'ingresso, sulla quale qualcuno aveva bussato pesantemente.
Sapevano benissimo che se fosse stato Irama sarebbe entrato senza scrupoli e senza bussare, ma dal suo canto era casa sua.
Pertanto, non avevano la benché minima idea di chi potesse essere.
Per quanto li riguardava, poteva essere la polizia, o qualcuno che voleva ucciderli, come il mittente della chiamata.
« Dobbiamo vedere chi è. »
Affermò Jade, sussurrando.
Si lanciarono uno sguardo di intesa e si incamminarono verso la porta, nonostante avessero cominciato a provare un pizzico di paura.
Lori guardò nello spioncino che, essendo scheggiato e sporco, non gli lasciò vedere nulla.
Scosse la testa, scocciato, poi poggiò la mano sulla maniglia.
Jade e Kyle si prepararono a prendere a cazzotti qualcuno, ma la loro intenzione sfumò dopo che Lorenzo decise di aprire la porta.
Abbassarono lo sguardo su una figura stesa a terra, che tentava di liberarsi dalle corde che gli legavano i polsi e le caviglie. Il suo capo era coperto da un sacco nero, ma capirono che fosse un ragazzo dagli indumenti e dal fisico.
« Portatelo dentro. » Ordinò Jade, così che Lori e Kyle lo prendessero e lo portassero nel magazzino.
Lo fecero sedere su una delle sei sedie che contornavano il tavolo e poi gli tolsero il sacco dal capo.
Aveva la bocca coperta da un pezzo di nastro adesivo grigio, gli occhi nocciola spaventati e il viso arrossato per il caldo che c'era nel sacco.
Aveva un sopracciglio spaccato, ma la ferita era cicatrizzata.
Li guardava spaventato, consapevole del fatto che fossero persone non nella norma.
Kyle gli tolse il nastro dalle labbra, così che potesse prendere fiato da un piccolo attacco di panico.
« Chi sei tu? Come ci hai trovati? »
Chiese Lorenzo, guardandolo curioso.
« Sono stato rapito e incappucciato, poi mi hanno gettato qui. Voi chi siete? »
Disse, con voce tremolante.
I tre si guardarono in faccia
« Noi siamo i Ghoster. Chi ti ha chiesto di venire qui? »
Insistette Lorenzo, essendosi trovato davanti a situazione come quelle molte volte.
« Nessuno! Vi ho detto che sono stato rapito. »
« Cerchi qualcuno in particolare? »
Chiese Jade, osservandolo.
« In realtà la mia amica Cheryl non si fa vedere da più di una settimana, ho anche denunciato la scomparsa. »
Non sapeva nemmeno lui perché glielo disse, ma per lui era davvero importante sapere dove si trovasse quella bellissima e dolce ragazza che aveva conosciuto una sera all'entrata del loro condominio.
Lori, Jade e Kyle si guardarono negli occhi, che avevano sbarrato.
Solo allora il ragazzo realizzò.
« Siete stati voi! Brutti stron- »
Kyle gli ripose lo scotch sulla bocca, impedendogli di parlare e gli bloccò la braccia, che prima gli aveva liberato, come le gambe, che gli avevano permesso di balzare in piedi.
« Chiama subito Irama. »
Disse Jade a Lori, che corse a contattare l'auto di Filippo con il monitor.

« Cosa è successo? »
Chiese allarmato il capo dei Ghosters, dopo che fece ingresso nel magazzino insieme a Cheryl, che si piantò a terra, guardando Jake, tenuto fermo da Kyle.
« Cheryl! O mio Dio, stai bene? »
Kyle lasciò andare il ragazzo, a cui aveva tolto il nastro adesivo, e corse ad abbracciare Cheryl, che rimase immobile ed incredula della sua presenza e del suo improvviso affetto, dato che a malapena si conoscevano.
Non era il tipo di persona che lo avrebbe allontanato e nemmeno avrebbe mai pensato di dire
'Scusami, dove l'hai presa tutta questa confidenza?', perciò rimase ferma, senza neanche ricambiare l'abbraccio.
Filippo li guardava interdetto, come anche gli altri tre, a cui chiese spiegazioni con un solo sguardo.
Fecero tutti spallucce, poi si concentrarono ad ascoltare ciò che il ragazzo aveva da dire a Cheryl.
« Ti hanno fatto del male? »
Le disse, allontanandosi da lei, ma mantenendo sempre le mani sulle sue spalle.
« No. »
« Ti hanno picchiata? »
« No. »
« Ti hanno violentata? »
« No, Jake! Più che altro, tu cosa ci fai qui? »
Il ragazzo le spiegò ciò che aveva detto anche a Lori, Jade e Kyle, ma lei, come anche gli altri, non poteva di certo fidarsi della sua parola.
Per quanto poteva saperne, sarebbe anche potuto essere una spia o qualcuno che voleva mettere i bastoni fra le ruote dei Ghosters.
« Devo crederti? »
Gli chiese infatti, dopo aver ascoltato ciò che le disse.
Lo sguardo di Jake si incupì
« Sei una di loro e non me lo hai detto? Dopo tutto quello che ti ho raccontato! »
Cheryl si lasciò andare ad una risata amara, poi disse
« Cosa mi hai detto di preciso? Che tuo padre è riuscito a saldare il debito e che ora sta bene? Non credo che abbiamo così tanta conoscenza reciproca da poterti credere sulla parola. »
Filippo si concesse di accennare un mezzo sorriso, guardando la ragazza che, piano piano, poteva considerare una di loro.
Non gli piaceva quel ragazzo e non sopportava il modo in cui si approcciava a Cheryl, non conoscendone però il motivo.
« Neanche io ti conosco così bene da aver potuto pensare che eri una di loro! »
« Infatti, non è così, Jake. Pensavi che se fossi stata sin dall'inizio una Ghoster ti avrei lasciato portarmi in casa tua per raccontarmi la tua storia? »
Il suo tono era calmo, così come la sua espressione.
Jake, però, era il suo opposto, infatti si scagliò contro la ragazza
« Stai diventando una di loro! Ti sei impazzita per caso? »
La bloccò per un polso, per poi avvicinarla al suo viso.
Filippo non poté non scattare in avanti, prenderlo per la giacca e tirarlo indietro dalla ragazza.
« Cosa stai cercando di fare?! »
Jake, istintivamente, portò la mano sul suo fianco, dove un oggetto metallico e freddo toccava la sua pelle sotto la maglietta.
La afferrò e la puntò sul viso di Filippo, che restò fermo ad ascoltare il suono che fece il caricatore della pisola.
Cheryl venne scossa da una scia di brividi: vedere Filippo in un limbo tra la salvezza e una pallottola dritta in testa le metteva solo una sensazione di sconforto e paura.
Non sapeva il perché, ma non voleva che la persona che le aveva strappato la vita perdesse la sua.
Gli lasciò la giacca, ma non portò le mani in alto, le lasciò andare lungo i fianchi.
« Hai paura adesso? »
Disse Jake, mentre Cheryl guardava negli occhi Filippo.
Gli altri tre erano immobili e guardavano la scena, consapevoli del fatto che Irama sapesse come scavalcare la situazione, come sempre, tra l'altro.
In uno scatto fulmineo afferrò da sotto il tavolo, che era affianco a lui, una pistola e la puntò sulla fronte del ragazzo nello stesso momento in cui la caricò.
« E tu? »
Jake sapeva benissimo che sarebbe stato capace di premere il grilletto, al contrario suo, che però continuava a tenere la pistola puntata sulla fronte del ragazzo con gli orecchini a forma di piuma.
« Jake, getta la pistola. »
La voce di Cheryl arrivò come un mormorio alle orecchie dei due ragazzi.
« Jake, lasciala. »
Insistette, vedendo che non le stava dando ascolto.
Cheryl alzò gli occhi al cielo, poi si incamminò e si mise tra i due.
Afferrò il polso del ragazzo per farlo scendere all'altezza del suo capo, più basso rispetto a quello di Filippo.
Quest'ultimo rimase sorpreso da ciò che stava facendo la ragazza, quando anche lei era stupita.
"Sto davvero rischiando la vita per Filippo?"
Jake la guardò, poi fece cadere la pistola a terra, con un tonfo sordo.
Cheryl si fece sfuggire un respiro di sollievo.
« Potrei ucciderti, ma io non sono il tipo. Potrei mandarti via, ma magari potresti spifferare alla polizia dove ci troviamo. Perciò ti chiuderemo gli occhi e ci dirai tutta la verità. »
Jake guardò Irama, che si era avvicinato così tanto a lui da fargli annusare il suo buon profumo.
Il ragazzo ingoiò a vuoto, poi disse
« No. »
Spostò lo sguardo su Cheryl, poco più dietro di Irama, insieme al resto del gruppo.
Filippo stava per dire che non doveva neanche guardarla e che non poteva decidere quello che fare se era nel territorio dei Ghosters.
« Jake, fa' come ti dice. »
Il ragazzo sbarrò gli occhi, poi annuì amaramente.
« Ti porterò via da questo incubo, lo giuro! »
Filippo alzò gli occhi al cielo
« Okay, basta così SuperMan. Kyle, riportalo allo stato in cui l'avete trovato e portalo nella stanza degli ospiti. »
Il rosso legò il ragazzo e lo incappucciò, portandolo poi fuori dalla grande sala.
Filippo guardò solo per un momento Cheryl, poi le sorrise.
Lasciò la stanza, salendo le scale per seguire Kyle e Jake, intento a chiedere qualcosa a quest'ultimo.
Cheryl rimase a bocca aperta: le aveva sorriso, ed era un sorriso vero.
Infatti, Filippo le aveva rivolto uno dei suoi sorrisi più sinceri per dirle
"Grazie, piuma."
Jade ridacchiò, riportando alla realtà Cheryl, che era rimasta a fissare la porta da quando lui l'aveva varcata.
« Cosa c'è? » Le chiese, anche se poi si rivolse anche a Lorenzo, che aveva un sorriso stampato sul volto.
« Niente, non preoccuparti. »
Le disse Jade, vedendola estremamente turbata, perciò non volle farla innervosire ancor di più.
In realtà, la ragazza, come anche Lori, aveva notato gli sguardi che Filippo e Cheryl si lanciavano, e anche il fatto che il ragazzo con le piume le aveva sorriso, istintivamente.
« Bel caratterino il tuo amico, eh? »
Cambiò discorso, mentre Cheryl si sedette affianco a Lori, lasciandosi andare ad un respiro di sollievo quando i suoi piedi non toccarono più terra insieme ai suoi tacchi.
« 'Amico'? Lui non è mio amico, è a malapena un mio conoscente, infatti non so perché si sia comportato così.
È davvero strano quel ragazzo. »
Spiegò, mentre allungava una gamba per poggiarla sul tavolo.
« Ehi, piccoletta, il tavolo non è fatto per essere pulito dal fango che hai sotto le scarpe. »
Commentò Lorenzo, scherzando.
« Ti prego, Lori, ho i piedi a pezzi! »
Si lamentò, portandosi con una mano i capelli via dal viso.
« Com'è andata da Fabius? »
Chiese Jade, sedendosi di fronte ai due ragazzi.
« La chiamata di due giorni fa non risulta sul suo monitor e dice che tutti gli incarichi sono stati seguiti perfettamente, perciò non abbiamo trovato nessuna informazione.
Ha detto, però, che se troverà qualcosa ci contatterà. »
Spiegò, con voce stanca.
« Come ti è sembrato? »
Le chiese Lorenzo, dopo un minuto abbondante usato per riflettere.
« È stato gentile con me, mi ha trattata come una ragazza normale, al di fuori di questo contesto.
Lui mi sembra un brav'uomo, a prescindere dalla situazione in cui lavora.
Dimitri mi è sembrato antipatico, mi guardava troppo, non amo essere al centro dell'attenzione. »
I due sorrisero per l'ultima frase che Cheryl disse, in un modo che poteva essere paragonato a quello usato quando si racconta cosa si è fatto durante una semplice e monotona giornata.

Kyle aveva abbondantemente legato Jake ad una sedia, nella stanza in cui Cheryl si era risvegliata.
Filippo continuava a guardarlo in cagnesco, seduto su una sedia, al contrario, con le gambe ai lati dello schienale.
« Chi ti ha mandato qui? »
Gli chiese, mentre fumava la sua consueta sigaretta.
« Nessuno, sono stato rapito. »
La sua voce, seppur di poco, tremava, forse per paura che Irama potesse tirar fuori di nuovo la pistola, consapevole del fatto che sapesse usarla meglio di lui.
« Okay, chi ti ha rapito? »
Kyle era appoggiato al muro, pronto per qualsiasi evenienza, ma sapeva che Irama se la sarebbe cavata, ma non voleva lasciarlo solo, non era a conoscenza di ciò che era capace Jake.
« Non lo so, ero a casa mia e hanno fatto irruzione due uomini con un passamontagna e mi hanno legato, incappucciato e credo poi portato qui.»
Irama chiuse gli occhi chiari in due fessure, mentre buttava fuori il fumo dalla bocca.
« Come posso essere sicuro che non mi stia mentendo? »
Jake cominciò a respirare profondamente.
« Non ti conosco, come posso essere sicuro che non faccia parte di una banda di criminale che cerca di incastrarmi per prendere tutto ciò che ho? »
Continuò.
« Chiedi a Cheryl, lei mi conosce. »
Disse, anche se sapeva che non era così.
Infatti, Irama ridacchiò, scuotendo il capo.
« No, non ti conosce. Si è trasferita qui poco più di una settimana fa e non è stata per niente nella città di Chicago, quindi come può averti conosciuto bene? »
Lo aveva decisamente ammutolito, non sapeva fosse così intelligente, pensava che fosse un buono a nulla, che faceva quella sorta di lavoro solo per i soldi, ma si sbagliava.
« Neanche tu la conosci. »
Ribatté Jake, che era quasi geloso del fatto che un criminale potesse essere così in contatto con la ragazza più bella e dolce che avesse mai incontrato.
Voleva studiarla lui, voleva magari provarci, ma questo non era più possibile considerando il fatto che era lì, insieme a Irama Plume, colui che aveva fatto soffrire suo padre.
« Davvero? Be', ho capito che sei interessato a lei, ma mi dispiace, non posso lasciarla andare, mi serve.
Quindi, trova un'altra ragazza a cui chiedere di uscire perché lei da qui non esce, e nemmeno tu fin quando non dirai la verità. »
Buttò la sigaretta a terra, sfregandola poi con i suoi anfibi, dopodiché si concentrò a guardare il ragazzo.
« Cosa ne sai tu di quello che provo io? »
« Sai, anche se siamo criminali ricercati dalla legge sappiamo capire le cose. »
Si alzò dalla sedia e si avvicinò a Jake, che cominciò a sudare freddo.
« Dimmi la verità, altrimenti ti terrò qui dentro a vita e non ti farò nemmeno vedere la tua bellissima e amata Cheryl. »
« Non me la farai vedere perché sai che anche lei è interessata a me ed hai paura che può andare via da te per scappare insieme a me. »
Gli occhi di Irama mutarono, divennero quasi colmi di rabbia, più di quanto non lo fossero prima.
Gli prese il colletto della felpa e lo avvicinò al suo viso, sollevandolo di poco dalla sedia, per quanto fosse possibile considerando il fatto che fosse legato.
« Sei utile come il due di coppe quando comanda denari in una partita di briscola.
Dimmi chi cazzo ti ha mandato e finiamola qui, con te che verrai riportato a Chicago senza alcun osso rotto e nessuna ragazza dagli occhi verdi. »
Jake cominciò a tremare e capì che era meglio finirla lì, per quanto volesse che Cheryl tornasse con lui e gli dasse una chance.
« Non mi ha mandato nessuno, sono solo stato rapito e non so nemmeno da chi, giuro! »
L'ultima speranza di Filippo per poter scoprire chi fosse colui che l'aveva minacciato in anonimo tramite un'email e una telefonata era andata in frantumi.
Lasciò andare la maglia di Jake, che aveva il fiato corto.
Dopo alcuni secondi di silenzio, si rivolse a Kyle, che era rimasto a guardare la scena senza fiatare o pensare che il comportamento di Filippo fosse sbagliato
« Imbavaglialo, coprigli gli occhi e riportalo a Chicago. »
Kyle annuì, poi Irama puntò un dito contro Jake, che lo guardò terrorizzato
« Qualunque cosa farai, sai che noi sappiamo come risalire a te e fartela pagare. Sai cosa intendo. »
Uscì dalla porta, con aria sconsolata.
Guardò verso la porta che conduceva alla sala principale, pensando che era vero che volesse tenere Cheryl lì con lui, non tanto per il fatto che era l'incarico affidatogli da Morlaldi, ma perché era curioso di scoprire quella ragazza in tutte le sue sfumature.
Sapeva, però, che quello non era il momento adatto, così entrò in camera sua, dopo essere rimasto a pensare per qualche secondo.
"Diamine, piccola piuma, che cosa mi stai facendo?"

Criminals  { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora