Capitolo 8

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Jocelyn's pov

"Hey, non c'è bisogno che tu risponda alla mia stupida domanda." Cerca di scusarsi per non aver commesso niente di grave, infondo è normalissimo in questi casi rispondere con frasi del tipo "Non è finita bene." o "Siamo rimasti in ottimi rapporti." Non ti aspetti un finale tragico come il mio.

"Non voglio farti pietà, e neanche voglio che tu capisca la situazione, perché non è facile quando non ti capita in prima persona." Sussurro alzando lo sguardo verso il suo, ritornando a studiarmi con i suoi occhi che ormai sono diventati ipnotici per me.

"Ed io non voglio costringerti a fare qualcosa che ti fa stare male." Aggiunge prima che possa iniziare a parlare, perché non puoi più tornare indietro una volta vuotato il sacco.
Sospiro debolmente, scuotendo la testa per scacciare il dolore che sento in ogni parte del mio corpo.

"Voglio farti conoscere una parte di me, abbine cura." Sussurro accennando un leggero sorriso.
Non so neanch'io il perché di quest'affermazione, di cosa ho paura esattamente?
Rimaniamo per un istante in silenzio, è difficile spiegare l'aria pesante che si è creata tra di noi e il modo in cui percepisco i suoi occhi nei miei, è come se riuscisse a toccarmi perfino l'anima.
"Quello che vedi in foto è Noah, il mio rag...ex ragazzo." Annuisce incitandomi a continuare senza una sua interruzione.

"Stavamo insieme da un anno preciso. La sera stessa che siamo usciti per festeggiare il nostro anniversario, è successa una tragedia. Eravamo al parcheggio, mi aveva appena dato il suo regalo, un bellissimo anello con un brillantino che spiccava persino di notte in assenza di luce. Non ho fatto in tempo a ringraziarlo che una macchina l'ha centrato in pieno, strappandolo da me e da questo mondo." Sento un macigno troppo grande alle spalle, è quasi impossibile riuscire a tenere le lacrime che rischiano di tradirmi, il mio autocontrollo è migliorato rispetto a prima, ma sono ancora debole e sensibile riguardo a Noah.
Guardo attorno a me, ignorando Caleb che rimane in silenzio al mio fianco.
Credevo di riuscire a controllarmi, e invece mi sono sbagliata alla grande.
I ricordi si fanno strada nella mia mente, giocando come se fossero al luna park.
Mi costringe a ripercorrere ogni singolo istante del mio dolore.
L'odore dell'asfalto bruciato che investiva le mie narici mentre aspettavo l'ambulanza, in preda ad un attacco di panico.
Il sangue che macchiava tutto ciò che toccava, il cemento, i suoi vestiti e persino le mie mani strette attorno al suo corpo inerme.
Così rosso e così maledettamente sbagliato su di lui, colava a fiumi senza frenarsi.
Le urla delle persone che piano piano ci circondavano, e persino le sirene che mi hanno spaccato i timpani da quanto erano forti e insistenti.
Dovevo resistere, anche se non è servito per salvarlo.

"Lasciati andare ai ricordi, il peso che sta cercando di schiacciarti vorrebbe vincere, ma tu ne sei uscita Jocelyn, e sei qui per dimostrarlo." Le sue mani si stringono alle mie in una carezza dolce, e non mi scosto a quel tocco delizioso che mi fa percepire un leggero brivido lungo il corpo, ma concludo con i momenti che hanno tenuto in vita ciò che eravamo, che non andranno mai via dal mio cuore neanche se dovessero strapparmelo.
Perché Noah era capace di strapparti un sorriso solo guardandoti, perché la sua bontà era troppa e riservata a qualsiasi persona conoscesse.
Non si faceva problemi ad aiutare nessuno, e quando è stato lui a chiedere una mano, gli è stata negata dal Dio che tanto amava e che venerava.
Mi chiedo perché accadono queste cose quando si è credenti?
Non dovresti tendere la mano verso chi dovrebbe proteggerti da lassù?
Tutti abbiamo una cosa comune nella vita, il destino che decide per noi quando andarcene, e in casi come Noah l'unica spiegazione è dovuta a chi combatte contro il bene, facendo prediligere il male che l'ha letteralmente divorato, portandolo via da me e dalla sua famiglia.
"H-ho vinto io Caleb." Sussurro a entrambi.

"Sì, e devo anche sentirmi lusingato che ti sei fidata di me su una cosa così privata e profonda."
Si avvicina quel tanto da riuscire a stringermi in un suo abbraccio in cui mi sciolgo completamente.
Il suo odore di mente e tabacco m'investe le narici facendomi sorridere teneramente al modo in cui colgo dei particolari così intimi senza neanche sforzarmi.

"E' questo che ho visto nei tuoi occhi la prima volta che ti ho conosciuto." Ammette sicuro di sé, rimanendo fermo a pochi centimetri da me.

"E ora cosa vedi?" Domando timidamente, non so neanch'io perché.
Il suo sguardo si posa sul mio per un tempo che sembra infinito, sta cercando di leggermi dentro e glielo lascio fare, senza annullare la magia che si è creata tra noi.

"Vedo una bellissima ragazza che ha voglia di baciarmi nonostante si sforza per trattenersi." Le sue parole rimangono sospese nell'aria in attesa di una mia risposta che tarda ad arrivare.
Il mio corpo viene travolto da una scossa che parte dal fondo della schiena fino al petto, come se volesse comunicarmi qualcosa che dovrei fare, ma che non ho il coraggio perché ho troppa paura delle conseguenze.
Questo è il potere che ha Caleb su di me, riesce a farmi dimenticare ogni cosa, persino la più atroce e devastante.
Forse avevo bisogno di aprire quella parte di cuore che ho custodito dentro di me, così da lasciarla andare completamente.

"E se non riuscissi a lasciarmi andare?" Domando occhi negli occhi.

"Allora vorrà dire che lo farò io per entrambi, e se vorrai fermarmi, lo accetterò." Mi guarda appena abbozzando un sorriso prima di posare la sua mano dietro la mia nuca per spingerlo verso il suo viso.
E' una questione di attimi.
Sento la sua bocca sfiorare la mia per chiedermi l'accesso che non riesco a negargli, perché devo confessarlo a me stessa che in realtà lo pretendo, l'ho sognato e ho aspettato che arrivasse.
Le nostre lingue s'intrecciano come se fossero state inventate apposta per un incastro così perfetto che riesce a mandare il mio cervello in tilt.
Questo bacio è potente, sa di desiderio misto alla follia che ci lega in questo momento.
Lo dimostrano le mie mani ferme nei suoi capelli per stringerli, e le sue bloccate nei miei fianchi per rendere il tutto ancora più passionale.
"E non l'hai fatto." Aggiunge con il fiato sospeso e le labbra rosse e gonfie.

"I-io lo volevo..." Sussurro debolmente, appoggiando la mia fronte nella sua.
Chiudo gli occhi per schiarirmi un po' le idee, e capire se dentro di me ho fatto la scelta giusta.
E poi mi ripeto che sì, l'ho fatto.

//spazio autrice.

Cari lettori, scusate se non sono riuscita a postare questo capitolo ieri, ma dato che sto passando tutti i pomeriggi da animatrice faccio fatica a trovare del tempo, infatti torno a casa giusta per cena. Ieri è stato il mio primo giorno da animatrice e devo dire che mi piace :) oggi invece per il grest prepareremo i gavettoni ahaha, ci hanno già detto che torneremo a casa tutti lavati quindi non posso aspettarmi due gocce d'acqua😂.
Voi come state passando le vacanze?

Domanda del giorno:
Quanti anni avete?
Io 15, ma fra un mese e 3 giorni ne faccio 16 (il 24 luglio) :)

Detto ciò corro a preparare il pranzo, passate al meglio questa giornata e ricordatevi che domani mattina posterò un nuovo capitolo💘

Kiss, Giulia

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