Capitolo 24

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Jocelyn's Pov

Le ore sembrano interminabili, se non fosse per la comodità della macchina a quest'ora sarei già in strada per tornare verso casa, non è una novità che soffro il mal d'auto, soprattutto questi viaggi che non finiscono più.

"Credo di impazzire, giuro che al ritorno prendo un aereo." Mormoro stanca, mettendomi una mano nei capelli.

"Cerca di ricordare che lo stai facendo per il ragazzo che ami, altrimenti non saresti qui. I voli all'ultimo minuto sono sempre più cari Jocelyn." Esclama Denise, girandosi nella mia direzione.

"Dovrei essere felice, magari in un parco a godermi la giornata di sole, con il mio ragazzo che mi guarda innamorato. Invece guardaci, siamo finiti per dare la caccia a Caleb, e a tutta la sua famiglia." Mormora afflitta.

"Credevo che la pensassi diversamente, non lasciarti prendere dal panico Jocelyn, non lasciare che vincano loro." Certo è facile parlare per loro, non sentono quello che si scatena ogni giorno nel mio cervello, e nel mio cuore.
Che ne sanno loro delle emozioni contrastanti che provo, non possono neanche lontanamente immaginare cosa sto sopportando, e per cosa poi? È vero che siamo tutti caduti nella trappola costruita da Diana e dal padre di Caleb, ma infondo cosa poteva fare la verità? Forse riusciva a risolvere qualcosa, o perlomeno a quest'ora starei diversamente, non così male.

"Non siete voi a rischiare di essere distrutti ancora una volta, sono io che sono in questa situazione. Tutto questo è assolutamente contorto, va oltre l'amore, è un ostacolo grande, e pieno di casini. Non sto andando a chiedere perdono alla persona che amo, ma devo trovare un modo per affrontare la sua famiglia, e la sua ex ragazza che è una pazza!" Mi lascio trasportare dal pianto che inizia a uscire frenetico, ignorando le occhiate pesanti dei miei amici.

"Dimostra che sei molto più forte di come credono, sarai ripagata Jocelyn, devi solo fidarti della tua storia con Caleb, è troppo speciale per spezzarsi." Mi rassicura Denise.

"Sono stufa, non vedo l'ora di arrivare in Hotel e di riposare." Taglio il discorso, che ormai mi soffoca.
E rimango in silenzio, di fronte a tutto questo dolore che continua a farmi sentire sempre allo stesso modo.
Mancano solo poche ore, e poi tutto questo finirà, no? O almeno è quello che spero.
Intanto mi manchi, sempre di più.
E mi aggrappo ai ricordi, grazie a quelli vado avanti, altrimenti volo sempre più giù, e poi ritornare a galla non è così semplice.
Ricordati di aspettarmi, ormai il conto alla rovescia è partito.
Tic tac, tic tac.

Perché non si può separare due cuori che si appartengono, giusto? 
E noi due siamo così, almeno credo.
Ma ora dove sei?
Non dovevano rimanere insieme? 
Siamo lontani, ma quanto?
La tua mancanza si fa sentire sempre di più, ma cerco di pensare che infondo quella è la verità, e che anche se il tempo sta giocando a nostro favore, ci ritroveremo più forti di prima.

"Jocelyn sveglia, siamo arrivati." Esclama Denise dolcemente, riportandomi alla realtà.

"Finalmente, è stato straziante." Mormorio seria, alzandomi a fatica dal sedile.

"Ma se hai dormito tutto il tempo!" Ribatte scherzosa.

"Stavo facendo un bel sogno." Ribatto per difendermi, abbozzando un sorriso furbo.

Entrambi mi guardano confusi, prima di scendere dalla macchina e prendere le valigie dal baule.
L'hotel alle nostre spalle sembra carino, moderno, ma la verità è che dormirei anche dentro uno stanzino misero, l'importante è trovare Caleb.
Non faccio caso alla signora alla reception che continua a parlare di documenti e di accorgimenti che non voglio sentire, il mio sguardo è rivolto verso la strada che vedo attraverso un'enorme vetrata, e cerco di immaginare se il mio ragazzo abiti qui vicino, o se ancora sono troppo lontana.

"Jocelyn la tua stanza è la 206, accanto alla nostra." Denise mi porge le chiavi, prima di riprendere a tirare la sua valigia verso l'ascensore.
Faccio un respiro profondo, che a volte vale più di mille parole.

"Hey, siamo nel posto giusto Jocelyn, ormai manca davvero poco. Riposiamo un po' e poi usciamo. D'accordo?" Guardo Derek che assume un'espressione rassicurante, e mi chiedo per quale motivo in passato l'ho visto con occhi diversi.
È stato davvero bravo a recitare una parte che non gli appartiene, e tutti noi ci siamo cascati in pieno.

"Se ho resistito fino ad ora, posso farlo ancora un po', passerò il tempo a sistemare la valigia, poi farò una doccia intanto che vi aspetto." Mormoro tranquilla, avviandomi a mia volta verso la stanza.

*

Vorrei sentirmi un'altra persona, magari una turista in visita in questa bellissima città, ma invece sono intrappolata nel mio corpo, nel mio cervello che pensa costantemente a lui.
Dovrei girare per le vie, cercando i monumenti più famosi, fare shopping insieme alla mia migliore amica, fare tutte quelle cose che si fanno in vacanza, invece sono solo una ragazza troppo innamorata, in cerca del proprio fidanzato che è sparito da settimane.
Abbiamo preso il taxi che ci ha messo a disposizione l'hotel, e seguendo le istruzioni di Marcus, l'amico di Derek, troviamo facilmente la via in cui abita Caleb, e senza pensarci due volte, ci dirigiamo tutti insieme a destinazione.

"Tra meno di dieci minuti ci ritroveremo faccia a faccia con la sua famiglia." Commenta Derek, rimanendo con lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

"Sono così agitata che potrei svenire, dici che ci sarà anche Diana?" Domando preoccupata.

"Spero di no, non ho intenzione di vederla." Ribatte nervoso.

"Ho così paura cazzo, m'immagino suo padre con una pistola puntata contro di noi, da come lo hai descritto sembra un mostro!" Interviene Denise.

"Ed è così piccola, capisco perché Caleb è partito, lui più di tutti conosce la sua famiglia, sa di cosa è capace." Spiega Derek in modo sbrigativo, con un tono di voce diverso dal solito.

"Di qualsiasi cosa si tratta sono disposta a rischiare, per amore si fa di tutto, non ho paura, ho solo tanta voglia di abbracciare il mio ragazzo." Sussurro decisa, con il cuore che palpita all'idea di vederlo.
Manca poco.
Davvero molto poco.
Troppo poco.

//spazio autrice.
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