Capitolo 30

2.9K 70 7
                                    

7 urlare dietro di me, mentre provo a convincerlo a restare un altro po', magari per sempre.
So di aver risvegliato la sua parte più arrabbiata, ma questo non basta a calmare le mie ansie al solo pensiero di dividermi da lui.

"Mi appartieni Jocelyn, dobbiamo solo essere pazienti." Sussurra senza fiato al mio orecchio.

"Non credo di farcela. O resti o te ne vai Caleb, non ci saranno mezze misure questa volta, non per noi." Scandisco bene l'intera frase, con tutte le buone intenzioni di questo mondo.
Se non accetterà la mia proposta, sarà libero di continuare la sua vita, lontano dalla mia.
Non m'importa se suo padre lo minaccia, se è tutta una falsa, mi bastava sentirmi dire che insieme avremo superato tutto, invece così non è stato.

"Perché sei così testarda? Lo capisci che lo faccio per la tua incolumità? Cosa credi che io mi diverta in questa situazione?" Domanda alterato, infilandosi la maglietta.

"Non sto dicendo questo, forse sono solo stanca, è troppo per me." Mormoro sbalordita da me stessa.
Non avrei mai pensato di poter pronunciare queste parole, perché so che Caleb è l'amore più forte che io possa provare, aldilà di una vita intera, però voglio anche vivere alla luce del sole, e non so per quanto dovrò sopportare il buio prima di riaverlo con me.

"Mi stai lasciando? Credevo che per me avresti fatto qualsiasi cosa, ma al primo problema più grave di altri, scappi." Ribatte incredulo, guardando il pavimento.
Lo sento, e vedo la sua tristezza che aleggia nell'aria, che gli provoca dolore al petto, lo stesso che avverto io, ma le soluzioni quali sarebbero?

"Se sarà destino, riusciremo a ritrovarci." Gli ricordo una delle frasi che abbiamo letto in un libro, prima che l'incubo cadesse su di noi.

"Hai intenzione di vederti con qualcun altro mentre aspetti questo destino del cazzo?" Subito la sua gelosia prende il sopravvento.

"Non credi di esagerare?" Domando scocciata, non so neanch'io da dove viene questa forza nel parlare in questo modo.

"Io? Sei tu che quella che mi sta mandando a fanculo. Hai idea di cosa significa per me? È come affrontare la tempesta, ma da solo. Preferisci farti la tua vita, e in parte è giusto, ma forse io non avrei mai lasciato nella merda la ragazza che amo, perché è per te che mi trovo in questa situazione." Mi guarda negli occhi, aspettando una mia risposta che tarda ad arrivare.
Non so neanch'io cosa dire, perché mi ha colpita proprio nel mio punto debole, la nostra storia.
Non sono il problema, è suo padre, l'uomo più meschino che io conosca, che mi sta usando per comandare suo figlio.

"Stammi bene bimba." Sussurra affranto, mentre raggiunge che varchi la porta della camera, lasciandosi alle spalle tutto quello che siamo stati, insieme.
Mi abbandono a un pianto liberatorio, quasi privo di ogni emozione, perché sento solo tutti i tipi di dolore che una persona può provare.
Sono venuta fin qui con tutta la buona volontà di riprendermelo, invece me ne vado senza, e in più ci siamo lasciati in malo modo, per colpa mia.
Cosa mi succede? Avrei dovuto fermarlo?
C'è una parte di me che freme dal correre in strada, raggiungerlo e digli che ho sbagliato, e l'altra invece mi suggerisce di chiamare la mia migliore amica, e farla venire qua, così riesco a sfogarmi prima di tornare nella mia città.
Scelgo la seconda opzione, la più ragionevole al momento.
Digito veloce il numero di Denise, aspettando con ansia la sua risposta.

"Jocelyn? Tutto bene? Ho visto Caleb uscire furioso dalla stanza." Lei non è una ragazza che saluta, arriva subito al sodo, come in questo caso.

"Ho bisogno che vieni qua, con un barattolo di nutella." Sospiro a fatica.

"Vado a chiedere alla reception se possono aiutarmi, e arrivo." Ride dall'altro capo del telefono, prima di riattaccare.

//spazio autrice.
Avete un modello o un idolo?

Kiss, 𝓖𝓲𝓾𝓵𝓲𝓪

⭐🌟⭐🌟

IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora