Capitolo 13

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Caleb’s pov

L'aria è fredda, gelida.
Le strade sono deserte, la solitudine si sta prendendo gioco di me.
Va bene così, l'unica cosa di cui ho bisogno ora è sapere quando torna a casa quel coglione.
Finalmente dopo mezz’ora vedo Derek scendere dalla macchina, l'attesa è finita.
Inizio a correre, finché non mi ritrovo dietro di lui.
Non si accorge nemmeno che lo sto seguendo, ma il gioco deve iniziare ora.
"Fermati coglione." Abbaio alle sua spalle, avvicinandomi sempre di più.
Si ferma, ma non si gira.

“Cooper? Sapevo che saresti venuto a cercarmi.” La sua voce è preoccupata, forse perché a quest'ora di notte tutto sembra più pauroso.

"Vieni con me." Ringhio a pochi metri dal suo orecchio, sperando che le parole gli si conficchino persino dentro il cervello.

"Non ci sperare, non ho tempo da ..." Mi limito a prenderlo dal collo e farlo girare verso di me.

"Ascoltami bene, non hai uno stupido davanti a te. O vieni, o m’incazzo sul serio." I miei occhi sono fuoco, e le sue pupille sono così dilatate che senza proferire parola inizia ad accontentarmi.
Camminiamo fino a un vicolo qui vicino, così sono sicuro che nessuno può sentirci, né vederci.

"Che cazzo vuoi da Jocelyn?" Domando furioso, spingendolo contro il muro alle sue spalle.

“Non sono cazzi tuoi.” Sputa a pochi metri da me, sfidando la mia ira che sta andando letteralmente a farsi fottere.

“Qualsiasi cosa riguarda la mia ragazza lo sono.” Scandisco bene la frase in tono minaccioso.

“V-voi state insieme?” Domanda cambiando espressione, assumendo l’aria di chi non si aspettava una risposta simile.

“Mi stai seriamente facendo perdere la pazienza.” Ribatto a muso duro, stufo ormai della situazione.

“Puoi tenerla lontana da me, ma la vera minaccia non sono io.” Il suo sguardo cade verso il cemento, scuotendo la testa prima di passarsi una mano tra i capelli.

"Vuoi che faccia io qualcosa contro di te per farti parlare? Mh?"

"Avresti il coraggio Caleb?" Domanda con un sorriso sfacciato.

"Quando tocchi qualcuno cui tengo, fidati che arrivo a sporcarmi le mani. Vuoi giocare ancora per molto?” Domando serio, tirando fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette.
L’accendo con calma, dandogli il tempo giusto per riflettere prima di rispondere.
Lo vedo pensieroso, fin troppo.

“Mi sono ficcato in un casino più grande di me!” Urla girandosi verso la strada, stringendo le mani dietro la nuca.

"Voglio essere sicuro che non mi succeda niente, né alla mia famiglia, e soprattutto a Denise." Aggiunge guardandomi dritto negli occhi, mentre la paura di qualcosa d’ingestibile si fa strada nel mio cervello.

"Ero a cena con lei, due settimane fa. Quando sono tornato ho notato una macchina con i vetri scuri parcheggiata davanti casa mia. Si è avvicinato tuo padre, che mi ha chiesto se ti conoscessi." Sussurra in modo pacato.
Mi limito ad ascoltare, perché non posso replicare, non ci riuscirei.
Mi appoggio con la schiena contro il muro, come se da un momento all'altro avessi bisogno di equilibrio.
Tutto attorno a me gira, ma devo essere forte per lei, per la mia Jocelyn.

"Cosa cazzo voleva?" Sbotto, sento la gola infiammata, come se mi fossi appena scolato un litro di vodka liscia.

“Mi ha parlato di Jocelyn…ha cercato di capire che tipo di ragazza fosse, e mi ha chiesto di provarci con lei in cambio di soldi.” Ammette debolmente, vergognandosi di se stesso.

“Quanti? Quanti soldi?!” Ripeto come un pazzo, camminando avanti e indietro.

"Dieci mila euro. Il mio compito era di spaventare Jocelyn, e di farti impazzire. Sono stato uno stupido ad accettare, e ora ne pago le conseguenze." Si porta una mano sui capelli, e li strattona appena.  "...quando si tratta di soldi, fai
qualunque cosa." Aggiunge amareggiato.
Lo guardo negli occhi, cercando di capirci qualcosa, di scovare cosa realmente pensa, e sono quasi sicuro che si sia pentito veramente di ciò che ha fatto.
Fare affari con mio padre vorrebbe dire assecondare tutte le sue richieste senza ribattere, altrimenti sei un morto che cammina.
Non voglio pensare a quante persone hanno dovuto pagare un prezzo così grosso per colpa loro.
Non voglio pensare di essere stato in passato parte di quella famiglia, di essermi innamorato di una ragazza così meschina, anche se non ne ero a conoscenza.

“Non potevi venire da me e dirmelo prima? Cristo!” Cerco di ricordarmi che lui è solo un burattino, ma non c’è la faccio, avrei dovuto saperlo subito.

"Tu hai già vissuto in un ambiente simile, io no maledizione! Non so più riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ho perso un'amica, e rischio di perdere la ragazza di cui sono innamorato per questa merda. So solo che non avrei mai toccato Jocelyn, di questo puoi stare certo. Ci ho provato solo perché sapevo che mi sarei preso uno schiaffo subito dopo. Gli voglio bene, anche se non sembra." Le sue labbra sono stesse da un sorriso amaro, che lascia spazio a tutto il dolore che sta provando in questo preciso istante. “...e poi chi mi assicurava che tu mi avresti aiutato? Io non so niente di te, non posso sapere se sei spietato come loro. Mi capisci?" Aggiunge cercando di farmi capire.

"Io non sono come loro, mettitelo in testa." Abbaio.
Suona come una minaccia, ed è proprio questo il concetto che voglio fargli capire.
La mia voce trema, come il resto del mio corpo.

"Quando si tratta di questo non puoi fidarti di nessuno Caleb, e tu lo sai bene." Ammette.
Mi avvicino a lui, occhi contro occhi.

"Non ti devi preoccupare di questo, non ho intenzione di farti parlare e lanciarti in pasto ai leoni." Lo rassicuro, anche se vorrei farlo tremare dalla paura. I suoi occhi sono sinceri, e il mio cervello lo sa bene che ha tutta la ragione di questo mondo per aver paura.

“Quale sarà la sua prossima mossa?” Domando in preda al panico.

“I-io non lo so.” Sussurra sconvolto, strizzando il labbro.

"Mi dispiace Caleb, voglio bene alla tua ragazza credimi. E sono innamorato di Denise, l'ho fatto solo perché non posso tirarmi indietro, se scoprono che abbiamo parlato è la fine.” Non so cosa dire, i sogni e le speranze che mi sono costruito fino ad ora stanno per essere spazzate dal mio passato che la mia ragazza neanche conosce.
Non ho avuto il coraggio di raccontarglielo per la vergogna di ammettere che il mio sangue è macchiato con quello di mio padre, un uomo meschino capace di fare tutto per il potere.

“Tieni lontano Jocelyn da questa storia, e anche Denise.” Ribatto con gli occhi chiusi e la mente spenta.
Mi allontano velocemente, cercando di metabolizzare tutta la merda che mi ha sputato addosso Derek, ma è difficile persino per uno come me.
L’unica cosa che posso fare è cercare la mia ex e capire quali sono le loro intenzioni, con il cuore che si spacca a ogni parola che la mia mente ripete, come se fosse un cazzo di disco rotto.
Cerco il cellulare dal giubbino, maledicendo me stesso per non averlo caricato prima di uscire.
Devo trovare Jocelyn e assicurarmi che non sia in pericolo, tenendola lontana dalla mia vita prima che possa scottarsi com’è successo a me in passato.

//spazio autrice.
Raga ho deciso che posterò d'ora in poi i capitoli ogni domenica, pk mi è complicato farlo ogni volta dopo due giorni e nient'altro, volevo lo sapeste

Domanda del giorno:
Qual'è il colore dei vostri occhi?
Verdi ۵

Kiss, Giulia

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