Capitolo 10

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Caleb’s pov

Mentre cerco di riposarmi un po', vengo disturbato dal suono del cellulare.
Rimango qualche minuto a domandarmi se è il caso di guardare chi è che mi cerca a quest’ora.
E se fosse importante?
Vince quel pensiero, così decido di arrendermi e prendere il telefono.
Guardando il display leggo il nome di Jocelyn.
Dove sei? Ho bisogno di te.
La chiamo nel giro di un secondo.
Risponde subito, ma non sentendo una parola dall'altro capo, mi faccio avanti.
Jocelyn stai bene? 
La mia voce trema, mentre cerco di restare calmo.
Sento dei singhiozzi.
N-non proprio, puoi venire a prendermi? S-sono al Mama's.
Balzo subito in piedi in cerca di una maglietta pulita.
Dammi dieci minuti e sono la piccola.
Mi vesto in fretta e corro verso il garage.
Decido di non prendere la moto per stasera, dato il tempo che non è dei migliori, e così in poco tempo mi ritrovo in macchina.
Con la mia Audi A3 nera sfreccio tra le strade cercando di arrivare il prima possibile al locale.
Sono preoccupato e incazzato.
Il pensiero che qualcuno possa averla sfiorata mi fa imbestialire.
Non è la mia ragazza, ma sento che è comunque intoccabile, soprattutto dopo ciò che c'è stato tra noi.
Il bisogno di proteggerla è più forte di qualunque altra cosa.
Cerco di tranquillizzarmi una volta arrivato davanti al locale, altrimenti finirei per agitarla ancora di più.
E poi la vedo, seduta su un muretto appena lontano dalla confusione.
Corro più veloce che posso e finalmente sono lì da lei.

"S-sei arrivato." Sussurra con un sospiro.
Aveva forse dei dubbi al riguardo? Le asciugo le poche lacrime rimaste sul suo viso con il dorso della mano, prima di iniziare a parlare.

"Cos'è successo Jocelyn?" Domando preoccupato.

"Promettimi che resterai calmo dopo che te lo avrò raccontato?" 

"Non posso prometterti una cosa simile." Mormoro serio, guardandola dritto nei suoi occhi velati di lacrime.

"Non voglio creare un casino Caleb." Si giustifica abbassando il capo, e controllando che non ci sia nessuno attorno a noi.

"Mi spieghi cosa cazzo è successo?"  Il mio autocontrollo sta andando a farsi fottere del tutto.

"Sono venuta qui con Denise e il suo ragazzo, Derek. Quando mi sono trovata da sola con lui, ci ha provato con me." Sussurra sconvolta.
Punto i miei occhi nei suoi, e la guardo attentamente per sperare che stia scherzando.
Derek Mays, conosco perfettamente quel nome, ogni tanto l'ho intravisto ai magazzini intento a guardare una delle mie gare.
Abbiamo alcuni amici in comune, e forse avremo parlato due volte in tutta la mia vita, sembra un ragazzo a posto sennonché ora l’odio con tutto me stesso.
Il suo respiro pesante non accenna a placarsi, le lacrime ormai stanno inondando le sue labbra.
Le sue bellissime labbra.
"C-cosa ha fatto esattamente?" Domando schietto, ma la sua risposta mi preoccupa.

"Ha iniziato a farmi dei complimenti, e poi ha cercato di mettermi una mano sotto il vestito. Ti rendi conto Caleb? E' il ragazzo della mia migliore amica!" Mi prendo qualche secondo per metabolizzare la cosa, ma non ci riesco.
Nel mio cervello si è formata una nube nera piena di rabbia al solo sentir pronunciare quelle parole.
"Caleb? Mi hai sentito?"

"No, sono rimasto alla parte in cui dici che ti ha toccato. E sono veramente incazzato nero, cazzo!" Scandisco bene la frase, alzandomi di scatto per camminare avanti e indietro davanti al suo corpo tremante.
"È ancora in quel locale?" Domando passandomi una mano sulle testa per schiarirmi le idee.
La mia rabbia non sono mai riuscito a controllarla, e in alcuni casi è stato un vero e proprio problema.

"I-io non lo so, sono andata via e ti ho subito chiamato." Sussurra stringendo le sue mani piccole tra loro per placare l'agitazione che l'ha sconvolta.

"Devo entrare lì dentro, non può passarla liscia Jocelyn." Aggiungo prima di allontanarmi di pochi passi da lei.

"Aspetta Caleb, se andrai da lui potrebbe vendicarsi in qualche modo." Confessa tenendomi per un braccio.

"Come scusa? Che cazzo stai dicendo?" Domando girandomi verso il suo viso sperando che sia un fottuto scherzo.

"Quando ho sentito la sua mano sotto il vestito, mi sono alzata per tirargli un ceffone, e gli ho urlato che avrei raccontato tutto a Denise.
Mi ha risposto che in base al mio comportamento, userà una mossa contro di me per farmela pagare…perché in alcuni casi non si può scegliere, si agisce e basta."
Singhiozza debolmente ripetendo le sue stesse parole.

"No forse non mi sono spiegato bene. Non avrà neanche il tempo di fare niente perché gli spacco la faccia, cristo!"  Non riesco a placare la rabbia che sta crescendo dentro di me.

"Caleb io ho bisogno di te ora." Sussurra.
Mi avvicino quel tanto da ritrovarmi a pochi centimetri dalle sue labbra.

"Scusami bimba, invece di aiutarti penso solo a quanta voglia ho di pestarlo." La avvicino a me, stringendola forte tra le mie braccia per proteggerla da tutto il male che esiste in questo schifo di mondo.

"Mi stai già aiutando, perché ora sei qui con me. Ma stasera lasciamo tutto com'è, domani penseremo a cosa fare." Confessa tra le lacrime, guardandomi intensamente negli occhi.

"Risolveremo tutto Jocelyn, te lo prometto. Con me non devi avere paura di niente, non si avvicinerà più." Accarezzo la sua guancia, per confortarla più che posso.

È come un gesto involontario, il mio corpo non può fare a meno della sua pelle morbida, mentre lei si lascia andare sulla mia mano chiudendo gli occhi.

"Senti Caleb, lo so che posso sembrarti una cretina in questo momento, però ho una richiesta da farti." 

"Tutto quello che vuoi bimba." Sussurro a pochi millimetri da lei.

"Ecco...mia madre è partita per lavoro e tornerà domani...p-posso venire da te? Sarei dovuta andare da Denise ma..."
Domanda mordendosi il labbro.

E in questo istante me ne frego delle conseguenze, di tutte le volte che ho rinunciato alla voglia di baciarla.
Di tutte le volte che avrei voluto stringerla e tenerla ferma tra le mie braccia.
Del fatto che non siamo in grado di dare un nome al nostro rapporto, adesso non conta più nulla.
La bacio perché sono stregato da lei, perché mi fa impazzire, mi fa rinascere.

"Me lo chiedi anche? Vivo da solo bimba, non devo chiedere il permesso a nessuno per portare qualcuno" Ribatto allontanandomi controvoglia dalle sua labbra.
Annuisce, e in un secondo prendo la sua mano stringendola alla mia, e insieme ci affrettiamo a salire in macchina.

"Niente moto stasera?" Domanda imbarazzata, cambiando argomento.

"Il tempo non mi ha aiutato, spero che sarà comunque di tuo gradimento il viaggio." Scherzo strizzandogli un occhio.

Jocelyn’s pov

E mi fai stare bene. 
Perché mi basta starti vicino per sentire il mio cuore più leggero.
Non ho paura se ci sei tu con me, ho solo paura di iniziare a provare qualcosa di grande, per soffrire ancora.
Perché tu hai la chiave per farlo, e mi basta un tuo bacio per crollare, per dirti la verità.
E credo che per entrambi sia così, perché il nostro rapporto è questo.
Abbiamo lasciato lo spazio al destino, sarà lui a decidere per noi.
Ma l'ha già fatto, dobbiamo solo dare il via ai nostri sentimenti.
È in situazioni come queste che capisci quando una persona è fondamentale giusto?

//spazio autrice.

Wow raga, siamo alle 100 visualizzazioni in questa storia! Grazie per ogni singola visualizzazione, ogni singola stellina e commento.

Okay guys, che farete di bello today?
Io fra 2 ore e mezza vado in piscina con il grest (come vi ho detto prima faccio l'animatrice) e nulla, vado a preparare l'occorrente per questa uscita e vi auguro una splendida giornata.

Domanda del giorno:
Colore preferito?
Il mio è il nero🖤

Kiss, Giulia

⭐🌟⭐🌟

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