Capitolo 22

3.1K 72 5
                                    

Caleb’s pov

Corro più veloce che posso, cercando di distrarre la mente da tutti i pensieri che avvolgono il mio cervello, martellandomi fino a farmi impazzire.
Corro cercando di farmi scivolare addosso gli ultimi giorni, troppo pesanti da sopportare, corro in cerca di una speranza cui aggrapparmi.
Corro perché mi fa sentire libero da tutte queste oppressioni, dalle minacce di mio padre, dal resto del mondo.
Ci sono solo io e il mio corpo che si concentra sulla fatica, ma non sui pensieri negativi che cerco di affrontare, invano.
Con la musica che rimbomba nelle orecchie, mi lascio trasportare dalla musica, ma anche quella sembra ricordarmi che il mio posto non è qui.
Ed Sheeran non è l'ideale in momenti come questi, ma forse ho bisogno di tirare fuori quello che più mi fa sentire vivo, per riuscire a scappare da questa tortura. 
E il mio cuore si lacera sulle note di "Perfect."
"Lottando contro ogni previsione
So che staremo bene questa volta
Tesoro, basta che stringi la mia mano
Sii la mia ragazza, sarò il tuo uomo
Vedo il mio futuro nei tuoi occhi."

Troverò il coraggio per affrontare tutto, e venire a riprenderti, su questo non ho mai dubitato.
Sto sbagliando i tempi, ma infondo com'è che si dice? 
L'amore fa un giro immenso, prima di tornare, e chi lo dice al destino che magari il nostro è proprio così?
Sei un chiodo fisso, continuamente.
Ti penso ogni fottuto secondo, e ogni minuto che passa fa sempre un po' più male, fino a rendermi troppo vulnerabile, e incapace di darmi anche solo una motivazione per resistere in questo posto, che ormai non mi appartiene più.
Mi ritrovo a sorridere, perché nonostante la distanza sei la mia luce in questo posto buio, come se fossi la medicina che mi aiuta a sopravvivere a una malattia, una droga che soddisfa un tossico dipendente, tu per me sei diventata tutto.
E non importa quando tempo passerà, ma torneremo insieme, più forti di prima.
Perché dovrei essere lì con te in questo momento, com'eravamo soliti fare, e invece me lo impediscono, ed io glielo permetto.

Speravo di tornare un giorno con la vendetta pronta tra le mani, invece ho tralasciato l'ira di mio padre, che quando vuole qualcosa cerca di ottenerla con tutto ciò che possiede, che sia con amore o con minacce.
Che cosa credevo? Di poter farmi una vita senza le loro pressioni? 
Alla fine il passato torna, e l'ho cucita sulla mia pelle questa frase.

*

Con ancora l'asciugamano avvolto in vita, mi dirigo in camera, con l'intento di rimanerci per tutto il resto della giornata.
Sono così concentrato che non mi accorgo subito che sul mio letto è seduta l'ultima persona che voglio vedere, Diana.
La guardo di sottecchi, ma riesco a sentire il suo respiro farsi più pesante, e i suoi occhi bruciarmi sulla pelle, subito il disagio inizia ad aleggiare per aria.
Non mi sforzo di iniziare una conversazione, perché non m'interessa, aspetto che inizi lei a parlare, e lo fa appena la supero senza girarmi.

"Ti ricordi quando venivo senza avvisare a casa tua? Mi ritrovavi sempre in questa posizione." Indica se stessa, con le gambe incrociate sul bordo del letto in modo provocatorio.

"Una volta mi faceva piacere, ora è solo un fastidio." Ribatto con tono sprezzante, perché è questo che provo per lei.

"Perché continui a comportarti cosi? Perché non proviamo a ricostruire quello che c'era tra noi?"
Davvero ha il coraggio di parlare in questo modo? 
Non si rende conto del male che sta procurando a me stesso, è così egoista?

"Sul serio Diana? Io dovrei perdonarti dopo che hai cercato di fottermi? Io non ti amo più, non c'è niente da dire ancora." Ripeto nervoso, infilandomi il primo paio di jeans che trovo nell'armadio, non curandomi di farmi vedere con i boxer davanti a lei.

"Ti sei chiesto perché l'ho fatto? Non ho avuto scelta, e dovresti saperlo. Sei troppo testardo Caleb, credi di avere diritto di scelta ora che sei qui? Se non sarò io, conoscerai un'altra ragazza, ma devi scordarti della tipetta di Chicago!" Spiega con un tono risoluto, alzando la voce.

"Può sempre venire lei a stare qui, quindi evita di sparare altre stronzate, perché non sono affari che ti riguardano." Esclamo con la mascella contratta, prendendo tra le mani una maglietta nera semplice.

"Non lascerebbe tutto per trasferirsi qui, in una famiglia un po' particolare." Non si muove di un centimetro, rimane immobile.
È per questo che sto mantenendo le distanze, per proteggerla dalla merda in cui sono cresciuto.

"Non la conosci, non si fa abbindolare dalle persone, dovresti prenderne esempio sai? Ora saresti a gambe aperte su questo letto, e ti farei godere come facevo un tempo, mentre ora l'unica cosa che voglio da te è che sparisci. Forse dovrei anche ringraziarti, perché a quest'ora non avrei conosciuto la mia ragazza." 
Ribatto sfacciato, girandomi nella sua direzione, appoggiato alla scrivania con le braccia incrociate.
Le mie parole colpiscono dritto il suo ego, e lo capisco dai lineamenti del suo viso, dal velo di tristezza che alleggia nei suoi occhi.

"Siamo stati insieme degli anni, non puoi paragonarla a qualche mese di relazione." Risponde tentennando, abbassando lo sguardo.

"Mi hai tradito, non voglio più tornare su queste storia, mi hai rotto! Fatti una cazzo di vita! Cosa ti dà più fastidio? Il fatto che io sia innamorato di lei?" Sbotto esasperato.
Si alza lentamente, venendomi incontro.

"Sì, sì cazzo! Ho sbagliato con te, credi che non mi sia pentita di questo? Volevo solo recuperare qualcosa, perché io sono ancora innamorata di te. Ho conosciuto un altro ragazzo in questo periodo, ma tuo padre è riuscito a risvegliare il mio sentimento quando è venuto a chiedermi di venire a cercarti." Non la fermo, lascio il suo corpo farsi più vicino, ma non troppo.

"Dimostralo che mi ami davvero, e lasciami andare, perché non ti voglio più." Sussurro sbrigativo, e forse in questo momento capisco la sua voglia di arrendersi.

"Non è così semplice quando le nostre famiglie vogliono il contrario. Non voglio vendicarmi Caleb, se pensi di poter risolvere le cose mettendomi da parte ti sbagli." Fa per andarsene, con lo sguardo afflitto, mentre il mio è vuoto, senza nessuna emozione.

"Dovrai scottarti ancora contro il fuoco, cerca di farti trovare pronto." 
E se ne va, lasciandomi in balia di una frase senza senso, con il respiro pesante per la conversazione spiacevole, per tutto.
Tu lo sai che il fuoco riesci a spegnerlo con l’acqua?
Come il bene che vince sul male.
Perché ti farò credere ciò che vuoi, ma alla fine vincerò io.

//spazio autrice.
Il tuo più grande difetto?
Testardaggine.

IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora