Capitolo 4

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"Cassioo"
"Adrianooo"
"Cassiolinoo"

Tutti i ragazzi lo conoscono e gridano il suo nome. Lui sorride e ci saluta con una mano. Poi entra in una porta. Sicuramente da lì uscirà Nic.

Dopo circa cinque minuti entra dalla medesima porta un ragazzo di circa trent'anni che non conosco. Prende un microfono.

"Eccoci qua ragazzi, Ultimo sta per entrare eh, state tranquilli si sta un attimo misurando la pressione"

Tutti ridono, alcune ragazze già piangono, io per ora ho solo un nodo in gola grosso come una pallina da ping pong. È una sensazione strana ma bellissima.

"Basta non ce la faccio più ad aspettare" dice Bea

"A chi lo dici" rispondo io.

Cassio esce dalla porta e sussura qualcosa all'orecchio del ragazzo che sta parlando al microfono. Un brivido mi attraversa la schiena.

Cosa gli sta dicendo? Cassio metti sempre ansia.

Andriano si allontana e la porta da dove è entrato si apre ma rimane accostata.

"Ragazzi mi dicono che Ultimo sia proprio dietro quella porta"

Un boato si alza, in tutta la sala siamo circa 300 ma dalle grida sembra che ci siano 1000 persone. Il mio nodo alla gola si stringe ancora di più, mi fa un male cane, ma non posso permettermi di prendere ora la bottiglietta dell'acqua anche perché le mani mi tremano all'impazzata.

"Rullo di tamburi" grida il ragazzo.

Ma tu stai male, mi stai facendo letteralmente morire, fatelo entrare prima che mi prenda qualcosa.

Infatti quasi mi prende un infarto quando Niccolò si affaccia dalla porta senza preavviso. Vedo il suo faccione spuntare con un sorriso a trentadue denti stampato sopra. Mi lascio scappare un urlo isterico. La maggior parte dei ragazzi fanno video e foto. Io no. Voglio vederlo con i miei occhi tutto il tempo. Indossa il paio di occhiali che preferisco ma non vedo l'ora che se li levi. Voglio vedere i suoi occhi e voglio che lui veda i miei.

Niccolò esce interamente dalla porta, indossa la mia stessa maglietta. Non riesco a trattenermi dal piangere. Guardo Beatrice ed è nella mia stessa identica situazione. Ci guardiamo e ridiamo tra le lacrime.

Lui raggiunge il ragazzo al centro del piccolo "palco" e si avvicina di conseguenza a noi. Saluta con una pacca sulla spalla quest'ultimo e poi si volta verso il pubblico. Parte dal lato sinistro ed inizia a salutarci tutti. Quando arriva al mio lato il mio pianto si fa più intenso, ma grazie al mascara waterproof non dovrei sbavarmi il trucco. Prende un microfono.

"A bellii"

Urla strozzate e isteriche rischiano di perforarmi i timpani.

"Come state? Io bene dai, voi?

La maggior parte dei ragazzi risponde ma io non riesco a parlare a causa del nodo in gola.

Ora devi calmarti Sofia, devi goderti questo momento con tranquillità.
OK ce la faccio.

Tiro fuori velocemente un fazzoletto che avevo in tasca e ci asciugo le lacrime prima che mi righino le guance. Niccolò riprende a parlare.

"Il bello è che dicono di stare bene ma stanno quasi tutti a piagne"

No, non ce la faccio.

Le lacrime ricominciano a sgorgare dai miei occhi. Non capisco neanche io se rido o piango. Ma sicuramente è un pianto di gioia e di incredulità.

"Eh sì, piangono per te" risponde il ragazzo.

Nic si siede sull'altro sgabello a disposizione e si leva gli occhiali agganciandoli alla maglietta. Poi si gira a guardarci e ci lancia un bacio.

Madonnina santa, cosa è. Qualcosa di stupendo. E io lo sto guardando con i miei occhi. E non è un sogno. Stavolta è tutto vero.

"E questo era per tutti i miei bimbi sperduti" dice riferendosi al bacio.

"Ragazzi state tranquilli, dopo avremo tempo per le foto e gli abbracci" annuncia il ragazzo accanto a Nic. Al solo pensiero rabbrividisco.

"Adesso che ne dite se facciamo una chiacchieratina con Niccolò? "

"Sii" urliamo tutti in coro.

"Allora leggiamo alcune domande che ieri ci sono stati inviate proprio da voi, ne abbiamo scelte dieci"

"OK" dice timido. Quando non sa dove guardare si volta verso di noi e per un millisecondo mi sembra che incroci il mio sguardo. Bevo un po' d'acqua per riprendermi.

"La prima dice: quali altri hobby hai oltre a cucinare, mangiare, giocare a pallone e tatuarti?"

Ci pensa un secondo e poi dice, ridendo sotto i baffi:
"In realtà li hai appena detti tutti, mi conoscono troppo bene è incredibile"

Segue una risata generale, l'atmosfera si è leggermente tranquillizzata.

"Allora passiamo alla seconda domanda: cosa ti porta a scrivere una canzone?"

"Mmhh, io scrivo canzoni quando sento che ho qualcosa che si muove dentro e quindi lo devo tirare fuori, non so se mi spiego"

Sono completamente incantata quando lo sento parlare di sé stesso e della sua musica. Ogni cosa che dice mi sembra godere di un incredibile veridicità e mi soprende soprattutto la naturalezza con cui si esprime.

"Nel momento in cui mi metto al piano inizio a buttare giù quello che sento dentro e nello stesso tempo costruisco la melodia. Quando mi sento di aver detto tutto sono soddisfatto e torno a fare quello che stavo facendo prima"

Questa sua affermazione mi colpisce in maniera sproporzionata e mi accorgo solo quando Beatrice mi passa una mano davanti agli occhi che sono completamente incantata con tanto di bocca aperta.

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Dopo circa mezz'ora di risate e magoni arriva il momento che tutti stavamo aspettando. Ci vengono distribuiti dei cartellini con dei numeri uguali per tre persone. Saranno i gruppi con cui andremo da Nic. Purtroppo Beatrice, l'unica persona che conosco, viene raggruppata con due ragazze alla sua destra e io finisco con il signore e il ragazzo alto alla mia sinistra. Ho notato che non hanno mai accennato un sorriso dall'inizio dell'evento.

Avranno una paralisi facciale, penso.

I primi tre ragazzi vengono fatti passare per raggiungere Niccolò. Sono due ragazze ed un ragazzo. Sembrano emozionatissimi. Il tempo a disposizione sono solo 2 minuti per una chiacchierata e una foto fatta dal fotografo.

Essendo in seconda fila, sono preceduta solo da una ventina di altri ragazzi e quindi non dovrebbe toccare molto al mio turno. Le gambe mi tremano e non provo neanche a guardarmi allo schermo del cellulare per vedere la situazione della mia faccia.

I gruppi davanti a noi sono sempre di meno. Ora sono quattro. Ora tre. Due. Uno. Zero.

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Ciao ragazzi, vi sta piacendo la storia? Se sì lasciate una stellina grazie mille⭐❤ V.V.B.

-Sofia

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