Capitolo 33

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Quando la macchina parte restiamo un po' in silenzio.

Osservo la città dal finestrino oscurato, non ero mai stata in una macchina con questo particolare. È soddisfacente guardare le persone che camminano per strada sapendo che loro invece non ti vedano.

"Allora sei soddisfatta di questo pomeriggio?"

Mi domanda Niccolò ad un certo punto.

"Certo, sono stata benissimo con te" dico guardando fuori.

Lui non dice niente, allora accendo il cellulare e apro instagram per farmi un po' gli affari degli altri. Uso questo social principalmente per fare ciò, metto raramente qualche storia e non mi inquadro quasi mai in viso. Questo perché non mi sento bella, ma neanche brutta, e dato che le ragazze che postano loro primi piani sanno di poterselo permettere, io invece non ne sono sicura. In più non sono per niente fotogenica.

Sono presa da instagram ormai da qualche minuto, durante il quale mi sono accorta che Niccolò è nella stessa situazione. Non mi sono permessa di buttare l'occhio sul suo cellulare nemmeno per un secondo, ma sono curiosissima di sapere cosa sta guardando. La sua voce mi distrae dallo schermo.

"Ti va se ci facciamo una foto?"

Questo ragazzo mi legge nel pensiero.

Sento di nuovo quella sensazione di sopresa, imbarazzo e incredulità.

"Come una foto?" dico io subito.

"Dato che al raduno non abbiamo fatto in tempo a farla..."

Adesso che ci penso abbiamo passato ormai parecchie ore insieme, e ancora non abbiamo una foto di noi due. Decido di accettare anche se sono già in ansia.

"Va bene" dico dopo avere preso un po' d'aria.

"Ma non sarà facile dato che non sono per niente fotogenica" lo avviso.

"Ah non dirlo a me" risponde lui.

"Non è vero tu vieni bene nelle foto" mi viene istintivamente dire.

Ride con il naso, ovvero senza voce, ma buttando fuori aria dal naso in modo da far capire che ciò che ho detto gli fa ridere.

"Va bene ok" dice perdendo la sfida.

"La faccio io eh"

Apre la telecamera.

Non so assolutamente come posizionarmi, ma alla fine quando Niccolò alza il braccio e mi vedo riflessa nel suo IPhone decido di fare un semplice sorriso. Sta facendo linguaccia per fare lo scemo, allora mi giro ridendo e sento lo scatto.

"No, non stavo guardando" dico io dopo essermene accorta.

"Aspetta un po' " dice lui.

Apre la foto appena scattata. Quest'ultima ritrae Niccolò che sta sorridendo appena dopo aver fatto la smorfiacca e io di profilo che lo sto guardando, ridendo di rimando.

"È venuta carina però" afferma.

Mi sorprende come io sia venuta bene in questa foto.

"Strano sono venuta bene,sappi che è una cosa molto rara"

Ride per quello che ho detto, poi rimette il cellulare in tasca.

"Se te la mando sai che non deve uscire da nessuna parte" dice poi raccomandandosi.

"Certo lo so, la terrò per ricordo"

-

Durante il tragitto predomina quasi sempre il silenzio, tranne in qualche istante in cui Niccolò dice qualcosa per rompere l'imbarazzo, che si era di nuovo venuto a creare. Per il resto del tempo mi limito a guardare fuori dal finestrino e ripensare alla giornata di oggi. Temo che di così non ce ne saranno più.

-
Arriviamo verso le 19:25 sulla via di casa.

"Lasciami qui grazie" dico ad Adriano.
"Sicura?"

"Sì certo"

Si accosta con la macchina al marciapiede. Mi sgancio la cintura e guardo un ultima volta Niccolò negli occhi, come oggi ho fatto poche volte.
Sto per salutarlo ma lui mi blocca.

"Do vai? Non me lo dai un bacetto?"

Rido con il naso come fa lui spesso. Gira la guancia verso di me e io stampo un bacio veloce sulla sua pelle morbida dalla carnagione abbastanza scura. Ringrazio per il passaggio.

"Allora vado" dico sorridendo con le labbra.

"Ciao piccolè" risponde Niccolò a bassa voce.

"Ciao Sofi" dice anche Adriano.

"Ciao" dico rispondendo a tutti e due.

Apro lo sportello. Ci stiamo allontanando un'altra volta. Dentro sono triste, mi sento già divisa in due.

"Aspetta" la sua voce mi fa sobbalzare mentre sto per chiudere lo sportello.

Lo riapro e lo guardo stupita. Vedo che Niccolò cerca qualcosa nella tasca e il mio cuore già è in tachicardia. È un foglietto, all'inizio non capisco.

"Tieni"

Me lo passa e lo apro subito. È un numero di telefono, deduco sia il suo. Ed ecco che giunge un altro colpo al cuore, fortunatamente l'ultimo della giornata.

"Niccolò ma... "

Scuote la testa.

"Io mi fido di te"

Ci penso un po'.

"Va bene ok, ma tu sei matto"   dico guardandolo.

Sorride.

"Tu magari non memorizzarmi Niccolò Moriconi" dice un po' più serio.

Annuisco. Poi restiamo per qualche secondo a guardarci, entrambi seri.
Poco dopo scoppiamo a ridere, anche se mi sto di nuovo separando da lui, e dunque dovrei solo piangere.

"Ciao" dico infine ancora ridendo.

Chiudo lo sportello e salgo sul marciapiede per continuare a camminare fino al mio civico.

Appena dopo qualche attimo, mi accorgo che la macchina di Niccolò non se ne è andata, ma percorre lentamente la strada al mio passo. Allora guardo dritta nel suo finestrino oscurato e, sperando che mi stia guardando anche lui, gli faccio cenno con la mano di andare via.

-

Oggi ho visto il suo faccione per l'ultima volta quando ha abbassato il finestrino e mi ha fatto una linguaccia scherzosa, proprio come quella che mi aveva fatto ridere nel momento in cui stava scattando la foto.

Rialza subito il finestrino e la macchina si allontana, se ne va via.

Ecco. Sono di nuovo da sola, divisa in due. Mi ci ero abituata alla sua voce, era una medicina super efficace a tutto. Chissà quando ci rivedremo, se ci rivedremo.

Tutto finisce Sofia, lo sapevi che questo momento sarebbe arrivato, certo non pensavi che ti avrebbe fatto così male, ma ti ci sei buttata tu in tutto questo.
Sei stata bene con lui, ma ora invece stai male, perché lui non è un ragazzo come gli altri, è più pericoloso. Domani non ti sveglierai con la consapevolezza di poterlo vedere ancora una volta, ma nemmeno con la certezza di non vederlo più.

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Ciao ragazzi come va?  Scusate per il ritardo, vi sta piacendo la storia?V.V.B 💎

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