Capitolo 10

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Penso a loro, a tutti i fan di Niccolò.

Saranno preoccupatissimi per lui, anche se lo vedono tutti i giorni solo attraverso uno schermo, gli vogliono bene. E io ne sono certa, perché sono una di loro. Sicuramente ora Cassio avrà scritto su Instagram, e tutti si saranno tranquillizzati. Lo spero.

Poi penso a quello che mi ha appena detto Niccolò e mi urta il sistema nervoso pensare che io e lui, dopo essere stati rapiti e aver vissuto un incubo, dovremo essere sulla copertina di tutti i giornali e sorbire per lungo tempo vagonate di giornalisti accaniti.

"A me importa solo che tu stia bene, e che guarisca presto appena arriveremo" dico rivolgendomi a lui.

"Che carina che sei" dice lui alzando gli occhi verso di me e tentando regalarmi un sorriso invece che smorfie di dolore.

A quelle parole il cuore mi si ferma, per poi ricominciare a battere all'impazzata. Essendo sicura di essere diventata di un rosso paonazzo in viso, sposto lo sguardo sul panorama ancora verde del finestrino alla mia destra.

"Non dirmi queste cose però" dico dopo essermi ripresa cercando invano di nascondere un sorriso.

"È vero" ribatte lui facendomi spuntare un altro sorriso.

"Non voglio diventare famosa perché sono stata rapita" dico riprendendo il filo del discorso.

"Hai ragione" dice lui sempre a voce bassa.

"Se potessi... non... lo permetterei, io ormai ci sono abituato, ma tu no, e non te lo immagini... che cos'è"

"Non lo so che cos'è... ma un po' mi spaventa. Io non ho tanti amici, giusto alcuni miei compagni di classe e la mia migliore amica e... ho paura che... che da un momento all'altro diventeranno tutti miei amici, e poi come farò a capire quali sono quelli veri?"

"Lo capisci" risponde lui ancora colorante.

"Sono quelli che si preoccupano per te...e ci sono sempre... e restano"

Vedo che parla sempre più a fatica e noto che il sangue sta sgorgando fuori dalla benda.

"Nic... ora basta...non parlare più, ti affatichi troppo"

"Va bene"

Mancheranno circa dieci minuti. Gli ultimi dieci minuti e poi sì, inizierà il vero incubo, ma lui almeno starà bene. Ce la sta facendo, è forte.

"C'è qualcosa che posso fare per te?"

Non lo sento rispondere, allora lo guardo e nel preciso instante in cui lo faccio, vedo le sue labbra muoversi.

"Canta"

Un brivido mi attraversa la schiena.

Canta. Come canta? Io? Diciamo che non sono stonata, ma come pensa che in questo momento io possa avere la forza di cantare, per di più davanti a lui, penso.

"Ti prego... solo questo"

La sua voce mi provoca un sentimento di immensa e sproporzionata compassione, mischiato alla tristezza e alla giusta dose di paura.

Ce la devo fare. Lo devo fare per lui.

Prendo un profondo respiro e poi un'altro e un'altro ancora. Conosco solo le sue canzoni a memoria e accendo nel mio cervello la riproduzione casuale della playlist di Ultimo. Parte "Forse dormirai". Sono pronta.

"Ho paura di parlarti mentre il mondo dorme, mentre la luna si alza ed il cielo l'accoglie" inizio così a cantare a voce moderata ma tremante, cercando di azzeccare tutte le note.

"Ho paura perché sbaglio sempre le parole, sono un bambino che si è perso e non saprà mai dove... "

"È la mia stupida fragilità ah" vedo le sue labbra muoversi nuovamente, sta cantando con me a voce bassissima, non c'è cosa più bella. Non so neanche come il mio cuore riesca a reggere tutto questo.

"Quando rinchiundo fuori la realtà mh mmh" ora invece canto di nuovo da sola e mi sto impegnando a dare il meglio di me.

"Come si fa? Lasciarsi dietro la città? Io resto qua, a bere qualcosa in questo stupido baar, tu forse dormirai, mmhh, si adesso dormiraii"

Butto un occhio su di lui, ma le palpebre sono abbassate.

"Sì ma non dormire ti prego"

"Mmh?"

"Non dormire, resta sveglio, cambio canzone dai... questa non va bene"

"Mmh... ok"sussurra.

Prima di continuare a cantare mi rivolgo al signore alla guida.

"Scusi, quanto manca ora?" chiedo rapidamente.

"Stiamo entrando in città, mancano cinque minuti all'ospedale"

"Grazie mille"

Poi mi rivolgo a Nic.

"Hai sentito? Manca poco, siamo quasi arrivati!"

"Sì"

"Devi solo restare sveglio, ti prego. Ti prego fallo per me... Non ce la faccio più a vederti così lo capisci?" la mia voce è di nuovo spezzata.

Apre gli occhi.

"Mi fa male vederti così... Appena ti ho visto lì dentro... mi è crollato il mondo addosso, sei speciale per me e quando ti ho visto così volevo... volevo che fosse solo un brutto sogno" cerco di non singhiozzare, ho la gola in fiamme e il corpo disidratato per tutte le lacrime che ho versato oggi. Penso di non aver mai pianto così in tutta la mia vita. È dalle 16:00 che smetto e ricomincio, smetto e ricomincio, ma ora basta. Piangere non serve a nulla. Non risolve nulla.

Chissà cosa starà pensando il nostro angelo custode.

"Non reggo più questa situazione, ora voglio solo arrivare in ospedale" dico decisa.

"Mi dispiace" dice lui.

Lo guardo stupita.

"Scusa...mi stavo solo sfogando, ti pare, tu non c'entri niente, sei stato anche troppo bravo...è solo una cosa mia"

"Tu sei stata troppo brava... sono qui solo grazie a te"

Ci penso.

È vero. Se fosse stato da solo, o se ci fosse stato qualcun'altro con lui molto probabilmente non sarebbe qui ora,su questa macchina.

"Grazie" me lo dice per la terza volta.

A questo punto con le dita gli scanso i capelli dalla fronte e senza indugiare stampo un bacio su di essa. La sua pelle è morbida e pulita, ma fredda. È la prima volta che lo faccio, che gli do un bacio. Ho sognato tantissime volte di farlo, ma insieme a tante altre persone e sopra un palco di un locale. L'unico posto dove ero sicura che lo avrei visto e così sarebbe dovuto essere. Solo così.

Vedo che accenna un sorrisino che automaticamente passa sul mio viso.

"Siamo quasi arrivati, l'ospedale è in fondo alla strada"

"Grazie davvero, non so che fare per ringraziarla. Ci ha... ci ha salvati"

"Tranquilli, io non ho niente da fare a quest'ora del giorno, vivo da solo insieme ai miei animali, mi ha fatto veramente piacere"

"Se non va di fretta può aspettare i miei genitori, penso che vorrebbero conoscerla e ringraziarla, lei è stata un angelo"

"Beh, è il mio nome"

A quelle parole io e Niccolò ci scambiamo uno sguardo sorpreso. È una coincidenza alquanto bizzarra e mi viene quasi da ridere dallo stupore.

"Io lo sapevo che era il nostro angelo custode" gli sussurro nell'orecchio.

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Ciao ragazzi, ecco un' altro capitolo per voi, se vi sta piacendo la storia e vi è piaciuto anche questa parte lasciate una stellina e aggiungetela alla vostra biblioteca per restare sempre aggiornati. V. V. B ❤⭐✌💫

-Sofia

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