Capitolo 19

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La psicologa rimugina ancora tra sé e sé.

"Quindi Ultimo e Niccolò sono due persone diverse secondo te?"

"No no sono la stessa persona, ma cambia il mio punto di vista... Diciamo che Ultimo è il mio cantante preferito, ed è la sua musica che lo caratterizza. Se penso ad Ultimo penso ai concerti, alle sue canzoni e a quello che trasmettono. Mentre Niccolò è una persona come tutte le altre e mi piace come persona appunto, mi trasmette un senso di serenità vederlo sorridere e sentirlo parlare... Non so perché ma sento che in qualche modo mi somiglia. Cioè... fin'ora abbiamo parlato pochissimo ma ci siamo sempre intesi."

Mi stupisco da sola di come mi stia aprendo sempre di più con una sconosciuta, soprattutto essendo consapevole del fatto che riferirà in qualche modo a mia madre ciò che dico. Spero solo che questa seduta le basti per capire che non ho bisogno di lei, ma solo di lui.

Mentre rifletto su cosa ho appena detto, mi sorge di nuovo il dubbio della proposta di Niccolò.

Quando mi farà sapere qualcosa? Come farò ad andare lì senza che nessuno sappia niente? E cosa penserà mia madre quando sarò più felice? Che la psicologa mi abbia aiutato?

Vedendo la faccia interrogativa di quest'ultima, mi accorgo di essere rimasta incantata per qualche secondo.

"Eh?" mi faccio scappare istintivamente.

"Tutto bene?" chiede lei.

"Sìsì certo, stavo solo pensando"

"A cosa...stavi pensando"

Ecco perche l'ho detto?

"A... A quello che ho appena detto, pensavo che è vero"

"Senti... Quindi in questi giorni ti senti felice o triste?"

"Beh diciamo a sbalzi. Ma nessuno dei due in modo completo. Cioè non mi sento mai del tutto felice o del tutto triste, perché c'è sempre qualcosa che favorisce invece il sentimento opposto"

"E che cos'è questo qualcosa?"

Ci penso e capisco subito.

È lui. Quando sono triste penso a lui e sorrido. Quando invece sono felice penso a lui, e al fatto che siamo così lontani, e il mio sorriso si spegne. Ma ora basta parlarle di lui. Se la psicologa capisce che sono così ossessionata da Niccolò/Ultimo magari mi imporrà di stargli lontano in qualche modo. Oppure farà il lavaggio del cervello a mia madre. So solo che non voglio più tornare qui. Ormai le ho detto tutto ciò che mi turba e non servirebbe più a niente.

Mentre penso ciò la mia bocca emette un leggero e costante: "eeehhh... Mmh". Quando capisco di starmi dilungando un po' troppo le rispondo.

"Non lo so, diverse cose, ora non me ne viene in mente una in particolare"

"Va bene Sofia stai tranquilla non importa... Grazie per questa chiacchierata, mi ha fatto molto piacere conoscerti"

A me no, penso.

Allo stesso tempo però sono sollevata moltissimo dalla sua affermazione, dalla quale posso intuire che la "chiacchierata" sia finalmente finita.

Accenno un sorrisino per evitare di dire "prego", dato che non lo ritengo opportuno.

"Puoi andare"

Mi alzo subito ed esco dalla porta. Durante il tragitto verso di essa compio un profondo respiro di sollievo. Appena apro la porta, mia madre mi vede e mi sorride con i soliti occhi da mamma che cercano di mostrarsi felici e sereni, ma che invece dimostrano tutt'altro. Io lo capisco sempre e dunque le sono riconoscente.

"Tutto bene?" dice guardandomi sempre con il sorriso.

Annuisco sorridendo di rimando.

Usciamo da questo strano posto e ci dirigiamo a casa. In macchina non vola una mosca, ma fortunatamente il tragitto è breve e in pochi minuti mi ritrovo sdraiata sul mio letto, cercando di leggere un libro per la scuola, in modo di pensare ad altro.

Dopo aver letto un bel po' si fa ormai ora di cena e mi accorgo di avere lo stomaco vuoto e dunque al segnale "È pronto!" mi fiondo in bagno per lavare le mani e puoi mi siedo a tavola per prima. Inizio a stuzzicare un po' di pane e durante il pasto mi ingozzo fino ad essere strapiena. Non mi preoccupo di esagerare, tanto dicono tutti, e anche io ne sono al corrente, che sono uno stecchino. Infatti quando mangio con i miei amici mi capita spesso di sentire la solita domanda: "Ma come fai a mangiare così tanto ed essere così magra?". La risposta è sempre la stessa: "Non lo so". Mi ritengo molto fortunata da questo punto di vista, ma anche un po' in colpa.

Durante la cena la televisione è sempre accesa sul TG1. Rischio di strozzarmi con una susina fresca appena sento il giornalista annunciare il titolo che segue:

"Arrestati i due responsabili del rapimento del cantante Ultimo e della sfortunata fan che era con lui"

Tutti si girano verso la televisione. Io dopo aver ingoiato il prelibato frutto che stavo mangiando, faccio come loro e guardo attentamente il servizio. Non è molto lungo perché spiega solo che il mostro e il suo complice sono stati riconosciuti a bordo di un aereo direzionato a Parigi e dunque sono stati arrestati. In seguito passano le foto di entrambi e vedo di nuovo il suo volto. La sua testa calva. I suoi occhi grigi e spenti come se ci fosse stato un black out dentro di lui. Vengo scossa da un brivido.

Il servizio si conclude con la notizia del processo di domani mattina.

Bevo un lungo sorso d'acqua per riprendermi. Forse sono felice, ma non riesco ancora a capirlo.

Appena il servizio termina il silenzio invade l'intero salone. Guardo i volti dei miei genitori e dei miei fratelli. Sono tutti scossi ma sotto sotto sono felici anche loro. È la voce di mio padre a rompere l'atmosfera di silenzio.

"Menomale dai"

Finisco di mangiare la susina. Poi sparecchio le mie cose e vado in camera. Accendo il cellulare e ovviamente trovo un mare di messaggi ancora in movimento.
Li ignoro. Poi apro Insta e trovo un post del messagero che riporta la stessa notizia e lo condivido sulle storie aggiungendo l'emoji "🙏".

Basta, ora non mi rompesse più nessuno.

Poi penso a lui. Ne sarà indubbiamente a conoscenza. Vorrei scrivergli per chiedergli cosa ne pensa, per capire se ha fatto qualcosa. Se ha parlato. Io non l'ho fatto, saranno stati bravi i poliziotti, o chi li ha trovati. Penso però che sia meglio non disturbarlo. Sono cambiate tante cose ultimamente. Prima rispondevo senza problemi ad ogni sua storia, sicura al cento per cento che non mi mai avrebbe risposto. Ora invece non posso più. Se lo vuole mi cercherà lui.

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-Sofia


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