Capitolo 41

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Niccolò è semi sdraiato sul divanetto e sorseggia una bottiglia di birra con il braccio disteso sul bracciolo. Non ha un aria per niente tranquilla, non lo capisco dallo sguardo, dato che è coperto dagli occhiali, ma dalla mano che si tiene sulla fronte, come se avesse la febbre.

"Oddio" sussurra Federica appena entrambe ci accorgiamo della sua presenza.

Io mi sento esattamente come la prima volta che l'ho visto, è passato così tanto tempo che non mi ricordavo più cosa si provava ad avercelo davanti.

Il fiato mi si blocca e al suo posto il magone che ho ingoiato qualche secondo sale di nuovo all'ultimo piano. Come sbarazzarsene finché si ha Nic.

Il mio cuore batte a duemila e quando capisco che anche lui mi ha vista passa direttamente a tremila. Mi sento tutta tremare e come sempre non riesco più a dire niente o a pensare a qualcosa da dire. Sono immobile come una salma e non ho nemmeno la forza di girarmi per vedere la reazione di Federica.

"Hey" dice Niccolò sorridendo e nascondendo la sua evidente ansia.

Si alza dal divano, lascia la birra a terra e viene verso di noi. Vorrei almeno dirgli "ciao" ma sento che se contraessi anche solo un minimo le corde vocali il groppo scoppierebbe nelle mie solite lacrime.

Allora mi limito a fare un ampio sorriso con le labbra e a cercare di respirare profondamente. Ma per sbaglio, così facendo il mio groppo inizia a scorgliersi e io a sentire gli occhi bagnati. Quando sbatto le palpebre sento una goccia scendere fino alla guancia e capisco di non essere riuscita nel mio intento.

"Vieni qua" sento e mi sembra di essere tornata a quel giorno. La situazione era esattamente la stessa: lui davanti a me che vedendomi in lacrime mi diceva "vieni qua" e apriva le braccia per invitarmi ad un caldo abbraccio. Ma quel giorno ormai è così lontano e io adesso sono al sicuro qui con lui.

Mi butto tra le sue braccia e conto cinque secondi prima di staccarmi, durante i quali sento il suo profumo e cerco di smettere di piangere, ma è ancora più difficile in questo modo.

Appena ci separiamo io lo guardo in viso da vicino e lui si leva gli occhiali. Sono contenta quando lo fa, significa che con me si sente a suo agio. Io invece non mi ci sento proprio davanti a tutte le persone della troup che si sono girate a guardarci.

"A bella come stai?" dice sorridendo in modo splendido.

Mi fa sorridere tra le lacrime e penso che questa sia una cosa bellissima, solo le persone davvero importanti riescono a fare questo.

"Bene" dico ancora ridendo e asciugandomi le lacrime allo stesso tempo.

Quando vedo Niccolò spostare lo sguardo alla mia destra, mi ricordo che c'è anche Federica. È rossa paonazza, si vede che è molto emozionata.

"Ah lei è una mia amica" dico senza essere interrotta fortunatamente dai singhiozzi.

"Federica, piacere" dice timidamente.

"Niccolò" dice Nic stringendole la mano, sorridendo come sempre.

"Sei cresciuta!" dice tornando a me e  facendomi ridere di nuovo.

Non sapendo se ringraziare o no, sorrido e poi guardo automaticamente a terra.

"Sedetevi dai" dice andando verso il divano da dove si è alzato.

"Birretta?" dice mentre ci sediamo e io mi asciugo le lacrime. Mi sono quasi ripresa anche se la gola fa ancora male.

Non capisco se sta dicendo sul serio o sta scherzando, so solo che in questo momento mi ci vorrebbe proprio.

Io e Federica ci guardiamo.

Lei annuisce.

"Un bicchiere sì grazie"

Sorride sotto i baffi e prende da un tavolo apparecchiato, con bevande e qualche sfizio, una birra e due bicchieri di plastica. Li riempie e ce li porge.

"Grazie" diciamo insieme.

"Allora come è andato quest'anno?" mi dice sedendosi alla mia destra sul divano.

Il mio cuore non smette ancora di pompare fortissimo. Ogni volta che mi si avvicina mi succede.

"Normale, forse un po'... più faticoso dell'anno scorso" dico con la voce tremante. Dopodiché bevo un sorso di birra.

"Mh... Ti hanno rotto i coglioni a scuola?"

Non so perché ma quando Niccolò dice le parolacce mi viene da ridere, anche se lui è serio. Fortunatamente avevo già mandato giù il sorso, quindi  non mi sono strozzata.

"Sì un po' sì, da un momento all'altro mi conoscevano tutti"

La birra mi ha quasi completamente sciolto il groppo e quindi riesco a parlare meglio.

"Ah sì me lo avevi detto" dice alludendo ad una conversazione su whatsapp che avevamo avuto a settembre.

"Sei stata promossa sì?" dice guardando un punto davanti a sé. Capisco che è molto agitato da come mi parla. Anche se cerca di apparire tranquillo si vede che ha la testa da un'altra parte.

"Sì" dico dopo aver ingoiato un'altro po' di birra.
Mi sento rigida, non riesco ad essere serena come quel giorno in cui ci siamo incontrati, mi sento diversa, invece lui è sempre uguale e ogni suo minino particolare, che in questo momento ho l'onore di poter osservare da vicino, mi incanta.

"Sei agitato per il concerto?" dico dopo un momento di silenzio, sicura di essermi ripresa completamente.

"Sì...molto"  dice trattandosi il mento.

"Ci credo...sarai comunque fantastico"

Dico mentre lui afferra la birra da terra e ne manda giù un bel sorso.

"Nì non esagerare" riconosco la voce di Adriano che appare in piedi davanti a noi.

Niccolò alza lo sguardo verso di lui e si scola l'ultimo sorso rimasto nella bottiglia tutto insieme.

"Dai" dice Adriano vedendolo fare così.

A questo punto lascia la bottiglia vuota a terra e si strofina il viso con le mani. Se io sono così in ansia di assistere al suo concerto non oso immaginare come si senta lui.

"15 minuti e partiamo va bene?" dice un operatore del concerto che passa davanti a Nic facendogli l'occhiolino.

Che ansia, penso.

Ad un certo punto la porta da cui siamo entrate io e Federica si apre di nuovo.

"Amore!" riconosco subito il volto di Federica, la sua ragazza,  che si dirige subito verso di noi.

Alla buon'ora.

Niccolò si alza appena la vede arrivare e lei gli stampa un bacio sulle labbra.

-
Hi ragazzi, come va? Vi sta piacendo questa storia? È quasi giunta al termine, ma dopo chissa...

-Sofia














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