Capitolo 40

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3 anni dopo.

‹‹Hai preso tutto Dylan? Non ho intenzione di ritornare qui perché tu hai dimenticato qualcosa!›› dico controllando ogni angolo della casa.

Due anni fa ci siamo trasferiti in una casa vicino al college per stare più comodi. Controllo ogni stanza, sicura di non star dimenticando nulla e trascinando le valigie. Spunto mentalmente la mia lista. Dovremmo aver preso tutto. Dio, spero di non aver lasciato niente!

Finalmente, dopo aver preso la laurea, torno a vivere a Los Angeles. A casa. Dove tutti i quartieri sono costeggiati da alte palme e gelaterie ad ogni angolo.

Aiuto il mio ragazzo a trasportare le valigie davanti alla porta d'ingresso e aspettiamo che anche Madison arrivi. In questa casa siamo in cinque, ma di noi pronti ce ne sono solo due.

‹‹Finalmente è estate. Voglio tornare in spiaggia e prendere un po' di sole, stendermi sulla sabbia soffice e sentire le tue mani sulla mia schiena mentre mi spalmi la crema solare.›› dice Isaac stiracchiandosi.

Ovviamente la sua maglietta si alza lasciando intravedere una parte dei suoi addominali, che fisso di sottecchi.

Sorride maliziosamente accorgendosi dei miei occhi su di lui; distolgo lo sguardo facendo finta di niente, prima che incominci con le sue solite battutine.

‹‹Amore, se continui a fissarmi non mi si alzerà magicamente la maglietta.›› dice prendendomi in giro.

‹‹Simpatico. Come sempre.››

‹‹Ah, la mia bambolina. I tuoi genitori saranno sorpresi di vedere l'anello al tuo dito.›› mormora baciandomi.

‹‹Non voglio scoprire cosa ne penserà papà. Sicuramente ti vorrà tagliare le palle.›› dice Dyl raggiungendoci e dando una pacca al mio fidanzato.

Ebbene si, dopo tutti i litigi e le discussioni siamo ancora insieme. E finalmente sono la sua fidanzata ufficiale dal punto di vista legale.

‹‹Speriamo di no...›› mi sussurra all'orecchio dandomi un pizzicotto sui glutei.

Non rispondo anche se la scintilla nei miei occhi fa capire tutto quello che vorrei dire. Dopo minuti che sembrano ore la mia migliore amica ci degna della sua presenza, trascinandosi dietro borsoni e valigie di ogni tipo.

‹‹Siamo pronti?›› chiede Madison.

‹‹Si. Mancavi solo tu.›› confermo io.

Ieri abbiamo salutato Phoebe e i fratelli Ross, che partiranno tra pochi giorni per San Francisco. Hanno detto che verrano a trovarci il mese prossimo, visto la poca distanza che ci separerà. E io non potrei più essere felice di così, dato che ormai sono una parte importante della mia vita; non potrei farne più a meno. Insieme a noi torneranno a Los Angeles anche Tyler e Cody, che hanno finito in nostra contemporanea.

Peraltro, so che oltre ai miei genitori all'aeroporto ci saranno anche i miei vecchi amici, che durante questi anni ho visto solo d'estate praticamente, dato che i capodanni li ho passati con il gruppo del college.

Guardo per un ultima volta questa casa che ci ha ospitato, insieme alle nostre follie, che ci hanno resi ricchi di ricordi.

Sono felice di aver passato degli anni qui a Miami, di essermi fatta una vita lontana da casa. Ma adesso l'unica cosa che desidero è tornare nel posto in cui sono cresciuta, e dove voglio stabilirmi definitamente; voglio stare vicino a tutti i miei amici e i miei cari.

Non vedo l'ora di riabbracciare tutta la mia famiglia, soprattutto la mia adorata sorellina e di iniziare il nuovo lavoro che mi attende a settembre nella nuova azienda di famiglia, dove mi occuperò di stipulare accordi con aziende straniere provenienti dall'Europa.

Papà sarà felice di sapere che mi sono laureata con il massimo dei voti e che durante questi anni ho vinto dei campionati di cheerleading, mentre i ragazzi hanno vinto tutte le stagioni di football.

Ci dividiamo in due macchine, io nella mia con il mio fidanzato e la mia migliore amica e mio fratello nella sua con Lexy, con cui non fa altro che sbaciucchiarsi. Eh si, sono fidanzati anche loro. E presto si sposeranno.

7 ore dopo atterriamo all'aeroporto di LA, dove mi faccio spazio tra la gente alla ricerca della mia famiglia senza aspettare nessuno. Ormai è diventato un vizio.

Corro senza guardare avanti, mentre con impazienza aspetto di vedere un qualsiasi volto a me familiare, ma vado a sbattere contro una persona, finendo per terra insieme alla valigia.

‹‹Mi scusi, non l'avevo proprio vista.›› dico raccogliendo la borsa scivolata via dalla mia spalla.

Non vedendo nessuna reazione da parte della persona, né tantomeno sentendo la sua voce, alzo lo sguardo incuriosita.

Due occhi castani che credevo di aver dimenticato ora si trovano proprio alla mia stessa altezza, visto che durante questi anni sono cresciuta, che mi scrutano con incredulità e a bocca aperta. Quella bocca che quattro anni fa ho baciato ripetutamente.

Lo stomaco mi si stringe in una morsa, il mio sguardo confuso si fa chiaro e dalle mie labbra esce un nome che non pronunciavo da tantissimo tempo.

‹‹Shawn?››

Fine.

Never Say Never || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora