|Capitolo 21|

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POV Graice

Avevo avvisato Alex del mio arrivo all'hotel in modo tale da poter parlare con lei a quattr'occhi.

Erano più di dieci minuti che ero lì ma della mia amica neanche l'ombra.

Graice:
Alex,sono qui fuori,dove sei?
Visualizzato.

Alex:
Sono nella Hall,entra.
Visualizzato.

Entro nell'hotel e la vedo seduta ai soliti divanetti.

Aveva una faccia abbastanza seria e questo mi preoccupava.

"Ciao Alex" dico dandole un bacio.

"È tutto ok Graice? Sei cadaverica." chiede preoccupata.

"Sisi,ho fatto tutto molto di fretta ed è per questo che sono in queste condizioni." rispondo sedendosi di fronte a me.

Se solo avesse saputo dei messaggi anonimi probabilmente avrebbe capito il mio essere cadaverica.

"Cosa volevi dirmi?" chiedo incrociando le mani.

"Fermati Graice,le domande le faccio io" dice lei seria.

La guardo stranita ma non rispondo lasciandola continuare.

La vedo farneticare delle cose di cui molto probabilmente non sapeva neanche il significato ma sapevo dove voleva arrivare,così lascio che lei faccia il suo discorso.

Dopo un enorme giro di parole eccola che arriva al dunque.

"Graice che cosa ti ha detto Renato?" chiede grattandosi la nuca.

"Alex,allora" dico cercando di trovare le parole giuste.

Sapevo che spiegarlo a loro sarebbe stato difficile,non perché fosse una cosa negativa ma avrebbero potuto fraintendere.

"Io so qual è la tua paura e ti dico subito che puoi stare tranquilla,Renato non vuole allontanarci dai ragazzi" spiego alla mia amica.

Fa un sospiro di sollievo dopo aver trattenuto il fiato in attesa della mia risposta.

"Mi ha chiesto solo di gestire meglio i nostri rapporti con loro,per il bene dei ragazzi ma soprattutto nostro" continuo cercando di essere abbastanza chiara.

Avevo riportato le stesse parole che mi aveva detto Renato; quest'ultimo mi aveva anche approfondito il discorso dicendomi che i ragazzi sarebbero andati via a breve e che probabilmente nel giro di un paio di giorni saremmo finite anche noi nel dimenticatoio.

Decisi di eliminare questa parte nella spiegazione che avevo dato ad Alex perché, in primis,quella non era un certezza nonostante in cuor mio sapevo che Renato li conosceva meglio di chiunque altro ed al 90% era la verità e poi sapevo che ad Alex ci sarebbe rimasta male ed avrebbe cambiato il suo atteggiamento.

"Solo questo ti ha detto?" Chiede lei oramai tranquilla.

"Si,Alex,solo questo" rispondo mentendo ma mostrandomi sicura di ciò che dicevo.

Annuisco per poi notare che i suoi occhi erano fissi su un punto ai miei piedi.

Seguo il suo sguardo che finisce sulla busta poggiata al divanetto dov'era seduta.

Ah già,la busta,me ne ero dimenticata.

"Che cos'è quella busta?" chiede curiosa.

"Alex queste sono le felpe dei ragazzi,appena potete restituitele." gli dico porgendogli la busta.

Si alza dal suo posto e la prende.

"Graice io salgo su,passo anche da Erick,vuoi venire con me?" mi chiede prima di andare.

Avrei voluto sapere come stava il cubano ma avevo un appuntamento con Zabdiel che,a quanto pare,voleva parlare anche lui con me.

"No Alex,ho appuntamento con Zabdiel." affermo.

Mi guarda con faccia maliziosa.

Quella ragazza sognava troppo.

"Non mi guardare così Alex,non è come pensi" dico inarcando un sopracciglio.

"Ok,allora io vado" mi dice salutandomi.

Avevo quasi dimenticato di chiederla la cosa più importante,il motivo della mia ansia.

"Alex,aspetta" la blocco. "Hai per caso dato il mio numero a qualcuno?" chiedo con tono serio.

"No Graice" risponde senza dar peso alle sue parole per poi allontanarsi.

Dopo un paio di secondi Alex era scomparso dietro l'angolo che portava agli ascensori ed il mio cellulare aveva ripreso a vibrare all'arrivo di un messaggio.

Nuovo messaggio da numero sconosciuto:
Mi chiedi chi sono? El amor de tu vida wey.
Visualizzato

Alla grande,parlava anche lo spagnolo il tizio.
Tutto questo non mi aiutava per niente perché se prima avevo la certezza che il mio stalker fosse italiano adesso non lo so più.

Graice
Ti piacerebbe cariño.
Conseganto

Graice
Toglimi una curiosità,sei italiano o spagnolo?
Consegnato


Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla facendomi sobbalzare.

Avevo paura ad alzare gli occhi ma il suono della sua voce mi rassicuró all'istante.                  

"Buenos días cariño" dice Zabdiel sorridendo.

Gli faccio spazio accanto a me.

"Buongiorno a te Zabdiel" dico dandogli un bacio.

Non era la prima volta che mi avvicinavo a lui eppure non avevo mai fatto caso a quanto fosse buono il suo profumo.

"Come stai?" chiede accarezzandomi un braccio.

"Bene,un po' stanca ma il resto tutto ok,tu?" rispondo nascondendo l'agitazione.

"Bene,bene" dice sorridendo.

Lo guardo fisso negli occhi e notando un'espressione nervosa.

Il suo sguardo non mi tranquillizzava per niente,anzi peggiorava la situazione.

"Graice io sono venuto qui perché ho bisogno di dirti delle cose importanti e non potevo più aspettare" inizia Zabdiel  con tono serio.

Lo guardo in modo attento e curioso senza interromperlo.

"Quando Erick starà bene noi dovremmo andare via e forse non avrò più possibilità di vederti quindi credo che sia giusto che tu sappia che..."

¿Vivir por un sueño o soñar para vivir?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora