Dispiaceri.

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«Vergine?» chiese Andrea.
«Sì.» rispose Margherita, ridendo.
Erano sull'autobus. Due fermate per Andrea e cinque per Margherita. «Tu?»
«Schifosamente non-vergine.» rispose Andrea.
Margherita si sistemò meglio sul sedile. «E com'è, la prima volta?» chiese aggrottando le sopracciglia. Nessuna malizia nella voce, nello sguardo.
«Dio, è imbarazzantissimo. E poi non sai bene quello che devi fare.« cercò un attimo le parole mentre le guance gli si tingevano di rosso. «È una merda.» disse storcendo la bocca. «È più bella la seconda, la terza.. Ah..»
«Dio, basta con i dettagli!» Margherita si coprì il viso martoriato con le mani.
«Ehi! Ma me l'hai chiesto tu.»
«Non volevo sapere quello.» disse Margherita. «È stato amore o sesso?» Margherita voleva solo capire.
«Sesso.» rispose Andrea, sicuro. «Non mi sono mai innamorato.»
Ci fu un attimo di silenzio. «Perché la notte è personale?»
«Di nuovo? Ma tu non molli mai?» disse Margherita fra i sorrisi.
«No, che razza di uomo sarei?»
«Uno normale!» sbuffò Margherita, imbronciandosi. «Di solito nessuno mi fa domande.» borbottò.
«Dai, rispondi!» sbottò Andrea, sorridendo.
«La notte è personale perché si sogna.» disse Margherita, puntando il suo sguardo nelle iridi verdi di Andrea. Nuda. Era nuda.
«Solo per questo?» chiese Andrea, senza distogliere lo sguardo.
«Anche perché di notte si pensa, di notte si scrive. Perché di notte si fa l'amore, che è diverso dal sesso.» completò Margherita.
Andrea distolse lo sguardo, sorridendo. «Cioccolato o vaniglia?» chiese per alleggerire la situazione.
«Dipende. Se è gelato: cioccolato, ma al latte. Se è budino: vaniglia.» rispose Margherita con fare da bambina.
«Vaniglia tutta la vita!» esclamò Andrea, rispondendo alla domanda implicita di Margherita, che fece una smorfia.
«Vaniglia, bleah.» disse storcendo il naso.
«Leggi?« chiese Andrea.
«Sì, quando posso. Scrivo, anche. Quello sempre.» confessò Margherita.
«Che scrivi?» chiese Andrea, interessato. Se si trattava di Margherita, lo era.
«Tutto.» rispose Margherita, evasiva. Nessuno aveva mai letto ciò che scriveva. Scriveva alcune cose per il nonno, che non le avrebbe mai lette, e altre le scriveva e se le teneva per sé: mai all'altezza.
«Tutto?» Andrea aggrottò le sopracciglia, cercando lo sguardo di Margherita. Si era improvvisamente intristita.
«Tutto.» Margherita lo guardò negli occhi, facendolo contento.
«Mi farai leggere qualcosa, un giorno?» c'era speranza, nello sguardo di Andrea. Voleva sempre scoprire di più. Sempre di più.
«Un giorno.»
Ci fu uno scambio intenso fra i due, senza che si toccassero. Era una cosa da folli, riuscire a toccarsi l'anima e non sfiorarsi neanche un po'. Da veri folli. «Cos'hanno i tuoi occhi?» chiese Andrea.
«Cos'hanno i miei occhi?» chiese Margherita, stropicciandoseli. Gli sembrava così piccola. Gli veniva voglia di abbracciarla e di difenderla dal mondo.
Andrea la guardò per un momento. Un momento che sembrava non finisse mai. «Sono spenti.» disse. «Chi?»
«Cosa?» Margherita era confusa.
Andrea sospirò. Aveva paura di dire una cazzata. «Margherita, tu splendi. Davvero. Puoi illuminare tutta la città col tuo sorriso, puoi riempire tutti i cuori del mondo col suono della tua risata. Però sei spenta, Perla. E mi chiedevo perché. Mi chiedevo chi ti ha ridotta così.»
Margherita si strinse nelle spalle. Puntò lo sguardo fuori dal finestrino. «Non lo fare più.» disse solamente.
«Cosa, Margherita?» disse Andrea scocciato.
Margherita si girò verso di lui, delle lacrime le velavano gli occhi. «Non mi leggere l'anima. Non lo fare più.» disse con voce rotta. Non piangeva, però. Aveva la gola che le andava a fuoco, stretta. L'aria non passava, non fluiva nei polmoni. Ma lei non piangeva.
«Perché, Perla?» Andrea la voleva conoscere, voleva esserle amico, e come poteva farlo se non le leggeva l'anima?
«Tu hai troppe domande.» constatò Margherita, guardandolo.
«No, Marghe, sei tu che hai poche risposte.» disse Andrea duramente. Margherita abbassò lo sguardo, consapevole.
«Mi dispiace, Andrea.» disse Margherita, afflitta.
Andrea si alzò, «Anche a me, Perla.» e scese dall'autobus.

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