L'amore.

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Margherita chiuse la porta dopo che Andrea se ne andò. Andò in cucina, dal padre. Era seduto al tavolo, si sedette anche lei. Si guardarono negli occhi, si scrutarono come se non si vedessero da anni. «Beh, nessuna battutina? Non mi spoglia con lo sguardo, lui?» Margherita rise leggermente.
Claudio fece un mezzo sorriso. «No, Marghe.» disse.
Ci fu un attimo di silenzio. Margherita si mosse sul posto, un po' a disagio. «Come mi guarda?» non era sicura di voler sapere la risposta. No. Non lo era per niente.
Claudio la scrutò un attimo. «Forse dovrei dirti come tu guardi lui.» Margherita si passò una mano sul viso, aspettando il verdetto. Il padre ci azzeccava, in queste cose. Diceva che Giorgio era un idiota ed era così. La scrutò appena, cercando i suoi occhi azzurri. Chissà da chi li aveva presi. «Lo guardi come se fosse la tua unica salvezza, Margherita.»
Margherita si alzò. «Non è vero.»
«E lui ti guarda completamente innamorato.»
«Papà, per favore, non dire cazzate.» disse Margherita.
Claudio si alzò e andò dalla figlia, le poggiò le mani sulle spalle e disse: «Margherita, siete innamorati. Da come vi guardate, come vi toccate, come vi parlate... siete due deficienti innamorati.»
Margherita abbassò lo sguardo. «Non so se ci credo nell'amore, papà.»
Claudio l'abbracciò. «Non devi credere nell'amore, figlia mia. Devi credere in te stessa e in lui, in voi due, insieme.» disse piano.
Margherita non ricambiò l'abbraccio, e si staccò. «Non sopporto Alessandra.» disse, guardandolo negli occhi.
Claudio sorrise. «Lo so che è difficile, piccola mia, però provaci. Prova a credere in voi due. Dimenticati dell'amore, che è una cosa così strana e diversa per ognuno di noi. Credi in voi due.»
Margherita si ritirò nella sua stanza, si stese sul letto e guardò il soffitto. «È colpa tua, mamma, se non credo più nell'amore.» sussurrò.
E mentre i pensieri l'assalivano, si addormentò.

L'amore non è per nulla al mondo una cosa semplice. È una cosa complicata nata per riempire la testa di persone complicate e per riempire le tasche di quelli che fanno film o scrivono libri sull'amore. Le storie sono sempre le stesse: due si incontrano e si innamorano, così, su due piedi. E tutte le ragazze nei cinema scoppiano a piangere quando i protagonisti si lasciano per le circostanze e definiscono "stronzo" il fidanzato. Sempre. Perché i ragazzi sono stronzi di natura. In media c'è un tradimento, o una morte. Oppure nei film meno omologati agli altri ci sono i due protagonisti che si conoscevano da piccoli e che poi si incontrano dopo i decenni, con una famiglia distrutta sulle spalle e si innamorano.
Tutti hanno voglia di innamorarsi. Perché, poi? Cosa ci trovano di bello? Ti ritrovi col cuore che ti batte a mille e non sai comporre una frase di senso compiuto, hai lo stomaco che ti si contorce quando ce l'hai davanti e un'emicrania assurda quando ci litighi. L'amore agisce su tutto il corpo, non solo sul cuore. Per questo quando una persona soffre d'amore non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto per andare a pisciare: perché si è troppo stanchi per fare qualsiasi cosa. L'amore è anche questo: uno spreco di energie.
I matrimoni sono contratti bilaterali, e i divorzi peggiorano solo la situazione: rendendo le famiglie già incasinate ancora di più.
L'amore è una merda visto con occhi attenti, ma nessuno se ne accorge. Hanno tutti gli occhi appannati dalle lacrime per un cuore spezzato, oppure sono accecati dalla bellezza di una persona. L'amore è una merda e dovrebbe puzzare, ma invece profuma di rose e cioccolatini, di baci e di notti d'amore (o di sesso).
Tutti vogliono un po' d'amore e il povero Cupido è anziano e non ci sa fare. Scocca frecce a destra e a sinistra bendato, in cerca di divertimento. Fa cadere pozioni d'amore nelle minestre che hanno una durata minima: qualche mese e poi arriva l'estate; alle fighe in costume non ci rinuncia nessuno. Tutti cercano amore dicendo che vale la pena soffrire per esso. E sbagliano tutti, cazzo, perché se una persona ti ama davvero non ti fa piangere e se l'amore è autentico non ti fa soffrire.
Non credo nell'amore e non credo in Cupido perché non c'è motivo di crederci.

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