Mani e rossori.

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Stavano uscendo da scuola, uno affianco all'altro. A volte le loro mani si toccavano e Margherita la toglieva rapida, mettendola in tasca. «Vuoi venire a casa mia?» chiese d'un tratto Andrea.
Margherita alzò un sopracciglio. «Perché me lo chiedi?»
«Così. Non ti fare strane idee.» si difese subito Andrea, facendo sorridere un poco Margherita. Rimase incantato a fissarla. Margherita tolse la mano dalla felpa e la mise lungo il fianco, fra loro due. Le loro mani si scontrarono dolcemente, ma lei quella volta non la tolse. «Allora?» chiese Andrea, con un sorriso che andava da orecchio ad orecchio.
«Dovrei avvisare papà..» disse con voce piccola. Andrea la prese per il polso, perché per la mano sarebbe stato troppo, e la trascinò fuori dalla scuola, correndo. Margherita rise per il suo comportamento. «Devo chiedere a lui!» disse riprendendo fiato.
Andrea inclinò la testa da un lato. «Ok, non devo.» rise Margherita. Mai gli aveva chiesto il permesso per fare qualcosa. L'importante, per lui, era che tornasse a casa.
Andrea ricominciò a correre verso la fermata, trascinando Margherita con lui. «Allora, Perla cosa ti piace mangiare?» chiese Andrea, una volta che furono sull'autobus.
«Non mangio molto. Va bene qualsiasi cosa.» Margherita sorrise.
Andrea sorrise di conseguenza. «Ci sarà anche mia madre. Ti dispiace?» chiese lui preoccupato.
Margherita sorrise. «Oh, no, no.» disse. Si sistemò un po' il trucco, specchiandosi - per quanto possibile - nel finestrino dell'autobus.
Andrea sorrise vedendo come anche senza impegnarsi era bella. «Sei bella, Perla.»
Margherita si girò, trovando i suoi occhi verdi più felici del solito. «Oh, beh.. No. No, non penso.» disse.
«Non ho mai fatto una domanda. Ho detto che tu sei bella.» disse Andrea, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. I suoi capelli indomabili gli piacevano dannatamente, quasi quanto lei.
Margherita arrossì. Andrea sorrise, trovando una falla nel sistema di Margherita. Aveva arrossito. «E così anche la fredda e indomabile Margherita arrossisce.» constatò Andrea, con un sorriso.
Margherita scattò. «Non ho arrossito.»
«Oh, sì.» disse Andrea.
«No.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
Margherita aveva le sopracciglia aggrottate, l'espressione dura. Andrea era sciolto, sorrideva. «Non lo dire a nessuno.» Andrea sorrise trionfante, mentre Margherita abbassava lo sguardo. Non l'avrebbe detto a nessuno, ovviamente. Era arrossita per merito suo, sarebbe stato il loro piccolo segreto.
«Un altro segreto.» disse Andrea. «Se continuiamo così, diventeremo migliori amici.» ammiccò e Margherita sorrise.
Andrea iniziò a frugare nello zaino. Prese ciò che gli interessava con un sorriso e lo porse a Margherita. Era un MP3. «Non ti ho mai visto ascoltare musica, quindi ho pensato di scaricare qualche canzone per te.»
Margherita divenne rossa in viso. «Uh... beh...»
«Marghe, non mi interessa il motivo per cui non hai un MP3. Se me lo vuoi dire è bene, sennò non importa.» disse Andrea, concentrato a srotolare le cuffie. «Ci ho messo un po' di tutto. Ludovico Einaudi, Vasco Rossi..»
Porse le cuffie a Margherita, che le indossò. Andrea infilò il jack nell'apposita presa e porse l'MP3 - spento - a Margherita. Lei se lo girò fra le mani. «Non so usarlo..» disse in imbarazzo.
Andrea lo accese e mise la riproduzione casuale. Margherita stette in silenzio, aspettando che la canzone partisse. Andrea sorrideva. Poche note basse iniziarono a squarciare il silenzio. Margherita trattenne il fiato. Partì la canzone. «Ho guardato dentro una bugia, ed ho capito che è una malattia che alla fine non si può guarire... mai.» Margherita mimava le parole con le labbra mentre gli occhi le si inumidivano. Respirò profondamente e stette in silenzio. La musica continuava anche senza lei che teneva il ritmo, anche senza lui che la cantava al suo orecchio.
«E ho guardato la televisione e mi è venuta come l'impressione che mi stessero rubando il tempo e che tu, che tu mi rubi l'amore.» sussurrò piano Margherita. Andrea la studiò a lungo, mentre era rifugiata nel suo mondo. Ingoiava di continuo, si inumidiva le labbra e si teneva il ponte del naso con le dita. Osservò attentamente ogni suo piccolo movimento in silenzio. Margherita ascoltò ogni canzone e si tranquillizzò, perché nessuna riconduceva al suo amico.
«Grazie Andre.» disse ridandogli l'MP3.
Andrea sorrise. «Dai, che la nostra è la prossima.» dopo dieci minuti scesero, e Andrea la condusse per le piccole strade tenendola per il polso.
Margherita dopo poco strattonò il braccio, liberandosi dalla presa di Andrea, che si girò confuso. Margherita lo guardò attentamente e lo abbracciò. «I miei sono divorziati da tre anni, e mio padre non ce la fa ad accontentare ogni mio capriccio. Ci prova, ma non ce la fa.» gli sussurrò Margherita all'orecchio. Poi si staccò.
Andrea le fece un cenno col capo, senza dire nulla. Le riprese il polso e Margherita strattonò nuovamente il braccio. «E ora che c'è?» si girò Andrea, scocciato.
Margherita lo guardò senza apparenti espressioni sul viso. La gola le divenne secca all'improvviso. «Potresti tenermi la mano?» in un sussurro, sulle guance un lieve rossore.

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