Nessuna parte.

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Si può fare affidamento solo su se stessi. Sulle proprie gambe, sulle proprie braccia, sulla propria schiena. E se non si riesce a stare in piedi è meglio cadere piuttosto che affidarsi a qualcun altro. Mi sono poggiata ad Andrea e sono caduta. E ha fatto il doppio del male.
Si mise una sigaretta fra le labbra e perse il conto di quelle fumate. L'accese, la finì in due boccate.
Sono più neri i miei polmoni o il mio cuore?
Non si ricordava da quanto tempo stava lì e non se lo voleva ricordare. Si guardò un attimo in torno e se ne pentì subito. Si alzò, pulendosi i pantaloni.
«Sai, Giacomo, non me l'aspettavo così difficile.» disse in un sospiro. «La vita, dico.»
Guardò la foto dell'amico. «Mi mancano le chiacchierate con te al bar.»
Raccolse le cicche di sigarette e le gettò appena fuori dal cimitero.
Andrea suonò il campanello e venne accolto da un sorriso luminoso. «Ciao Andre, sei qui per il bis?» chiese Alessia, iniziando ad attorcigliare una ciocca di capelli attorno al suo indice.
Andrea le sorrise. «No, Alessia. Sbagliando si impara.»
«Stai dicendo che sono stata uno sbaglio?» chiese lei, leggermente ferita.
«Sì.»
«Ieri sera però non ti lamentavi quando stavi venendo.» disse Alessia.
Andrea sorrise. «Volevo chiederti gentilmente di non romperci più le palle.»
«Speri ancora in un "noi" composto da te e quella squinternata di Margherita?» Alessia rise.
«Non chiamarla così.» disse Andrea fra i denti.
«Ma lo è, amore. È una squinternata.»
Andrea colpì con tutta la rabbia che aveva in corpo la parete vicino la porta di casa di Alessia. «Speri ancora in un "noi" composto da voi due.» disse Alessia, con un sorriso amaro in volto.
«E allora?» chiese Andrea. «Ci spero, è un crimine?»
«No, Andre, non è un crimine.» gli disse Alessia. «È una cazzata, perché due come voi non andranno mai da nessuna parte.»
E Andrea sorrise, perché "nessuna parte" in quel momento gli sembrava il posto più bello del mondo.

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