I nonni.

1K 77 0
                                    

Margherita entrò in casa dei nonni, con aria abbattuta. Erano i nonni materni, andare lì non era uno svago, per lei. Era smuovere le acque cristalline e vedere il fondale, la terra, la merda venire a galla. «Pallina!» la salutò la nonna, Isabella.
«Ehi, nonna.» disse lei, flebilmente. L'abbracciò e si lasciò cullare da quel calore inconfondibile, da quella pelle di seta nonostante l'età.
«Ciao nonno, come stai?» chiese Margherita, entrando in cucina. Antonio, il nonno di Margherita, l'accolse con un cenno del capo. Era un uomo d'altri tempi, uno di quelli dal sorriso stretto e dalla risata difficile, uno di quelli che aveva allevato i figli con disciplina, che se si infrangevano le regole le suonava di santa ragione.
Margherita gli lasciò solo un bacio sulla fronte, lo conosceva. Sapeva che era così, non se la prendeva più. «Che avete fatto oggi?» la domanda di Margherita rimase sospesa, senza risposta.
«Ti ho fatto la pasta, Marghe..» la informò Isa.
Margherita la guardò con un sorriso. Quella casa era troppo grande per due persone, soprattutto per loro due. Litigavano tutto il tempo. Per ogni singola cosa. A volte anche senza motivo. Si urlavano contro, minacciavano di andarsene, di lasciare l'altro nella merda. Poi però restavano e si ignoravano, consapevoli del fatto che sarebbero finiti nella merda tutti e due. «Va bene, nonna.» disse, anche se la fame non c'era. La nonna voleva sentirsi utile e lei glielo permise, perché tanti anni prima la nonna aveva fatto lo stesso con Margherita. Da anziani si diventa di nuovo bambini, lo sanno tutti.
Isa sorrise felice alla nipotina, e le porse un piatto di pasta con sugo e formaggio (parmigiano, ovviamente, Margherita non amava il formaggio e il pecorino neanche a pagarla lo ingurgitava). «Com'è andata a scuola?»
«Tutto bene, nonna.» mentì Margherita. La tensione si poteva tagliare con un coltello, e lei non comprendeva il perché.
Antonio sbuffò (lo faceva spesso), si guardò in giro e con fare da bambino disse: «Ma... dov'è Ale?» Alessandra Catucci. La madre di Margherita.
Isa lo guardò e con un tono di rimprovero disse: «Nuccio! Ti avevo detto di non farlo!» iniziò a inveire contro il marito, non accorgendosi dello sguardo cupo di Margherita, che continuava a mangiare con la rabbia che le divorava lo stomaco.
«Nonna, va bene. Era per questo che eravamo così tese, no? "Tutti attenti ai sentimenti di Margherita".» disse Margherita, dopo aver finito la pasta.
«Margherita, noi non ti vogliamo trattare come una bambina.« si difese Isabella. «Avevamo solo paura di una tua reazione.»
Il divorzio era avvenuto da tempo, ormai. Cinque anni. Ma la fuga della mamma aveva riaperto ferite ormai cicatrizzate, e Margherita non l'aveva presa bene. «Non avrete reazioni, nonna. Che reazioni? Lei già non viveva più con noi.» Margherita alzò leggermente la voce. «Sai quanto me ne frega se se n'è andata chissà dove?» urlò, con le lacrime che scendevano piano sul suo viso.
«Bambina mia..» sospirò la nonna, abbracciandola. Margherita si tranquillizzò in un attimo.
Si ricompose e sciolse l'abbraccio con la nonna. La guardò negli occhi marroni, così simili a quelli della madre, così pieni di dolori. Margherita aveva perso una mamma, e lei una figlia. «Hai detto bene, nonna. Bambina tua. Mai sua. Mai.» Margherita sorrise.
La nonna rimase in silenzio. «Sì, ok, ma la Ale dov'è?» chiese Nuccio, facendo ridere entrambe le donne che erano in quella cucina. Lui le guardò e non capì, ma vedendole ridere non poté fare altro che sorridere alzando solo un lato della bocca: ecco da chi aveva preso Margherita. Ma in realtà Margherita aveva preso un po' da tutti...
«Nonno, mamma è scappata il mese scorso, ricordi?»
Antonio ci pensò su, per poi scuotere la testa. «Dai, non fa niente.» lo rincuorò.
Non era mica colpa sua.
Non si scelgono, le malattie.

RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora